Il dilemma di Jean Grey: sapere che qualcuno ha delle informazioni fondamentali per lei, che le consentirebbero forse di evitare di essere il prossimo ospite della Fenice, ma avere remore morali sull’uso dei propri poteri telepatici e sulla violazione di una mente altrui, dei suoi segreti, del suo privato.

Questo è uno dei temi della storia imbastita da Dennis Hopeless per il primo arco narrativo della serie targato Legacy.

 

Jean Grey #8, copertina di David YardinLa mia cosa preferita di questa storia è mettere Jean di fronte a una serie di figure dell’Universo Marvel per prepararla al ritorno della Fenice. Ci siamo concentrati molto per rendere ogni suo incontro unico e dare a ogni insegnante, stella, ospite lo spazio per brillare. Jean sta subendo una strana educazione al mondo Marvel.

Volevamo che fosse lo stesso per Emma Frost e la guerra psichica tra le due. Sono molto entusiasta di quel che ne sta scaturendo. Si tratta di una sorta di storia da colpo in banca, con Jean che deve introdursi in una delle menti più potenti di sempre, per sottrarne un tesoro di informazioni.

Almeno all’inizio, è una vicenda un po’ alla Inception, in cui Emma rappresenta l’antagonista principale e una specie di drago addormentato. Se Jean fa tutto come dovrebbe, riuscirà ad uscire dalla sua tana con l’oro sotto il braccio. Sono sicuro che tutti possiamo immaginare quale sarebbe la situazione se dovesse invece commettere degli errori. Il panorama mentale di Emma sarà protagonista e Jean si muoverà tra i suoi ricordi, i suoi desideri e i suoi incubi. Il che ci permetterà di mostrare i tanti volti di Emma Frost.

 

Nel numero #4 c’è una sorta di scazzottata in un bar di orchi con il Figlio di Odino, nel numero #5 una battaglia di ninja con Psylocke e nel numero #6 c’è il Dottor Strange per una seduta spiritica, seguito da Scarlet che combatterà demoni interiori assieme a Jean nell’albo numero #9.

Hopeless ha anche parlato del disegnatore Victor Ibanez, di cui ha lodato ampiamente la capacità di costruire le scene in maniera inaspettata e funzionale, nonché di Cullen Bunn, che gestisce il personaggio di Jean in gruppo con gli altri protagonisti di X-Men: Blue e nello speciale Generations: Phoenix & Jean Grey.

 

Io e Cullen siamo grandi amici. Abbiamo discusso i reciproci piani per Jean sin dall’inizio. Le tre storie corrono assolutamente parallele e hanno direzioni e scopi comuni. Ma lo sforzo di concerto è quello di raccontare cose diverse, per genere e atmosfera. Vogliamo che siano esperienze differenti per i lettori.

La Fenice è chiaramente il nostro orizzonte. Tutta la storia è un piano inclinato verso il confronto definitivo, ma questa è una serie regolare, quindi abbiamo tempo per prendere il nostro ritmo. La Fenice è un tale enorme spauracchio per un’adolescente come Jean, che vogliamo essere sicuri che il loro incontro sia epico. Dobbiamo guadagnarci il nostro portato drammatico.

 

In ultimo, lo sceneggiatore ha voluto ringraziare i fan, che hanno concesso a Jean Grey un successo davvero commovente, anche tenuto conto di quanto sia storicamente difficile, per un team creativo, tenere a galla le vendite di una serie dedicata in solitario a un personaggio femminile degli X-Men.

 

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Fonte: Comic Book Resources