Sam Wilson ha rinunciato al nome e al costume di Capitan America e si adopera per aiutare gli eroi ricercati, i mutanti, gli Inumani e gli altri perseguitati dal regime di Steve Rogers a fuggire dal Paese agevolando la loro fuga clandestina.
Un gruppo di eroi tra cui Ant-Man, Quicksilver e alcuni Avengers, nel corso della fuga lo invitano a unirsi a loro nelle operazioni della resistenza, ma Wilson rifiuta, convinto di essere più utile rimanendo all’interno del Paese per salvare il maggior numero di vittime possibile dalle ingiustizie dell’Hydra.
Fugace flashback nel passato del “secondo Steve Rogers”, che vede sua madre morire in un letto di ospedale e sperimenta sfuggenti visioni dei suoi primi giorni di addestramento al campo militare. Da quel poco che si intravede, questa sembra effettivamente essere una versione di Steve inalterata da Kobik e appena risvegliatasi per motivi ignoti da una sorta di letargo. Il mistero si infittisce.
Intanto, gli eroi che si sono ribellati al regime di Rogers hanno ora un obiettivo: recuperare i frammenti del Cubo Cosmico, sparpagliati agli angoli del globo, nel tentativo di riportare la realtà (e Steve Rogers) al suo stato originario.
Ma anche le forze di Cap e dell’Hydra sono a caccia degli stessi frammenti per impedire che questo accada. Si profilano vari scontri frontali per ottenerli: uno è custodito dall’ibrido di Hank Pym e Ultron, un altro vedrà Steve Rogers intervenire in persona e scontrarsi in battaglia ancora una volta con l’A.I. di Tony Stark.
Le cose si fanno ancora più torbide sul fronte della Vedova Nera e di Maria Hill: la prima muove guerra all’Impero dell’Hydra bersagliando i gerarchi di alto rango dell’organizzazione e assassinandoli uno dopo l’altro, mentre la seconda ha messo in piedi un’organizzazione che vacilla sull’orlo del terrorismo.
Ed è proprio nel corso di un incontro tra le due donne, che fa irruzione sul posto l’ultima new entry tra le forze dell’Hydra di Cap: Frank Castle, il Punitore, è giunto a catturare le dissidenti, sfoggiando una variante del suo tradizionale logo a forma di teschio con tanto di tentacoli e presentandosi con l’ormai famigerata frase che ha segnato l’inizio della caduta di Cap: Hail Hydra.
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Fonte: CBR
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