Darth Vader #2, copertina di Jim CheungRicordate – come non potreste? – il cliffhanger con cui si chiude Star Wars: Il Risveglio della Forza? Rey, alla guida del Millennium Falcon, atterra finalmente sul misterioso pianeta dove Luke Skywalker si è ritirato in eremitaggio, e lo incita a tornare porgendogli la sua spada laser di un tempo.

Il prossimo inverno, quando sul grande schermo scorreranno gli eventi di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, uno dei grandi interrogativi a cui la pellicola dovrà dare risposta è proprio questo: cosa ha spinto Luke a scomparire nel nulla e a isolarsi dal resto della galassia, recidendo ogni contatto perfino con sua sorella Leia e con l’amico di una vita, Han Solo? Certo, sulle sue spalle grava il fallimento di Kylo Ren, ma perché ritirarsi anziché combatterlo?

Chissà che un prezioso indizio al riguardo non sia fornito dal secondo numero di Darth Vader, la serie realizzata da Charles Soule e Giuseppe Camuncoli esordita il mese scorso. In teoria siamo in tutt’altra epoca e in tutt’altre circostanze: Vader è impegnato nella sua prima vera missione come Signore dei Sith, quella di trovare un Jedi sopravvissuto all’Ordine 66 per corromperne la spada laser e farne la sua arma. E il Jedi in questione pare avere formulato un tipo molto particolare di voto: il Barash.

Stando alle parole di Vader:

 

Un Jedi che si vota al Barash giura di astenersi da qualsiasi attività correlata all’Ordine, un distacco completo da qualsiasi cosa che non sia la Forza. È una sorta di punizione. Anche se un Jedi votato al Barash avesse percepito l’epurazione, non avrebbe potuto reagire, o intraprendere azioni di alcun tipo.

 

Parole che nel contesto dei primi anni dell’Impero servono a giustificare l’isolamento della futura vittima di Vader, ma che suonano fin troppo applicabili alla situazione di Luke Skywalker. Che quest’ultimo abbia deciso di formulare il voto del Barash come “una sorta di punizione” per il suo fallimento con Kylo? Oppure si tratta di qualcosa da circoscrivere puramente all’ambito fumettistico, che non troverà rispondenza nell’universo cinematografico?

Da un lato, le motivazioni dell’esilio di Luke sono uno dei misteri più intriganti dei sequel, e resta difficile credere che la risposta possa giungere con molti mesi di anticipo sulle pagine di un fumetto. Dall’altro, il fatto che questo specifico argomento venga messo sul piatto proprio mentre fumetti e romanzi stanno per intraprendere il loro “viaggio verso Star Wars VIII” potrebbe invece essere un indizio a loro favore.

La risposta a dicembre 2017: sentiremo Luke pronunciare la parola “Barash”?

 

Darth Vader #2, anteprima 01

 

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Fonte: Comic Book