Chris Hastings torna a parlare di I am Groot, che ha debuttato negli Stati Uniti lo scorso 24 maggio. Ecco cos’ha dichiarato lo sceneggiatore, dalle pagine di Marvel.com, riguardo alla serie dedicata alla versione infantile di Groot, separato dai Guardiani della Galassia e perduto su un mondo sconosciuto.

 

I Am Groot #2, copertina di Marco D'AlfonsoUna delle sfide è chiaramente il grosso limite di dialogo di Groot, essendo lui l’unico protagonista di questa storia. Non ha modo di esprimere complessi concetti come siamo abituati a fare noi ogni giorno, ma con un po’ di linguaggio del corpo e l’occasionale aiuto di altri personaggi, riesce a dire tutto quello che serve a una comunicazione di base e a far proseguire la storia.

D’altra parte, non aver bisogno di inventare battute in continuazione e non avere per le mani un personaggio che abbia sempre la risposta brillante in tasca è un grosso sollievo. Ma magari riguarda solo me. Mi sono molto divertito a spostare l’attenzione sulla fisicità e la comunicazione non verbale. Il fumetto è una forma di narrazione visiva, dopotutto, e quindi sono felice di sfruttare appieno questa componente.

Groot è un bambino felice di essere un bambino. Ora come ora, lo è nelle peggiori e più pericolose condizioni di cui è capace un’avventura spaziale, il che gli procurerà una gran dose di guai. Spaventato e solo, in un luogo dove nessuno lo capisce, attrarrà l’attenzione di diversi personaggi che gli sono ostili, per ragioni che scopriremo. Quindi lo vedremo molto impulsivo e curioso, come al solito, ma anche in cerca di un modo per tornare a casa.

Il suo primo alleato sarà il cane spaziale Buddy. Sarà volenteroso, ma piuttosto tardo, il che frustrerà non poco Groot, anche per problemi di comunicazione. Più avanti, conosceremo Dhamsus, una specie di fattore spaziale, un elementale di ghiaccio, e Diplatessa, una donna separata in diverse versioni di se stessa, in diversi punti della propria vita. Tutti vogliono aiutare Groot e scopriranno che il piccolo li risveglia da una sorta di passività in cui il pianeta su cui si trovano li aveva gettati.

 

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Fonte: Marvel