Entertainment Weekly intervista Dave Gibbons, leggendario disegnatore di Watchmen, puntando l’attenzione su un aspetto molto preciso del capolavoro scritto da Alan Moore: il simbolo dello smile sporco di sangue che è divenuto emblema della storia nell’immaginario collettivo. Della sua genesi, del suo valore comunicativo e del suo significato ha parlato l’artista, toccando questioni interessanti che riguardano il personaggio del Comico e l’opera in generale.

 

WatchmenLa nascita dell’idea dello smile con la macchia di sangue è perfettamente rappresentativa del modo in cui sono nate tante idee di Watchmen. Io e Alan parlammo per ore e ore di quel che volevamo fare. Lui aveva un’idea molto precisa della storia e io avevo prodotto un sacco di schizzi per illustrare il modo in cui, secondo me, i personaggi dovevano funzionare. L’unica cosa certa sul Comico era che non doveva assolutamente somigliare a Joker. E allora chi prendere come riferimento? Mi saltò alla mente Groucho Marx, con i baffi e il sigaro e i capelli all’indietro. Ed ecco che il Comico divenne una sua versione più tosta.

Il personaggio doveva essere un agente governativo sotto copertura in paesi stranieri. All’inizio gli diedi un aspetto militare, con una specie di mimetica. Ma non funzionava, perché, appunto, non spiccava rispetto all’ambiente. Quindi pensai di vestirlo di nero. Un costume molto funzionale alla vita di un soldato, con un piccolo suggerimento di stelle e strisce. Andava bene, ma aveva un aspetto molto serio. Ed ecco il perché della piccola spilla gialla con il sorriso. Pensavo che fosse un contrasto molto interessante.

Alan lo vide, gli piacque e quando scrisse il primo numero iniziò proprio con la morte del Comico. Fu lui a pensare che la prima cosa che avremmo visto nella storia fosse la spilla macchiata di sangue e che da lì si procedesse a svelare quel che era successo.

 

Gibbons ha anche parlato dell’evoluzione del personaggio e del suo costume, che passa da una tipica uniforme da supereroe della Golden Age, ispirata all’aspetto della maschera classica di Pierrot, al look più duro e aggressivo della versione finale, in linea con i tempi più oscuri e con la lettura metafumettistica della storia.

 

Watchmen 01Ci rendemmo conto che l’immagine dello smile rappresentava il più semplice e immediato simbolo del fumetto, di un mondo immaginario, macchiato da un elemento di duro realismo, incarnato dal sangue. E noi stavamo proprio scrivendo una storia in cui personaggi a fumetti venivano trattati come persone reali. Quando pensai l’immagine non avevo idea di quel che avrebbe significato. Fu Alan a trasformarla in un emblema, ma se non fosse stato per la mia prima idea, avremmo preso altre strade.

La macchia di sangue è posizionata in modo da creare una sorta di parallelo con l’immagine dell’orologio dell’Apocalisse. La prima volta che lo vediamo, segna cinque minuti alla mezzanotte, quindi sapevamo che la macchia doveva essere lineare e richiamare le lancette.

Oggi come oggi, il vero orologio è tornato a segnare orari vicini alla mezzanotte. Quando noi realizzammo Watchmen, serviva a definire quanto fossimo vicini a una guerra nucleare tra U.S.A. e U.R.S.S.. Rappresentava una paura molto presente, all’epoca. Credo stia tornando a farlo ora che il mondo è molto più incasinato e complicato, rispetto agli anni Ottanta.

Ovviamente, trovo interessante che tanti anni dopo molti facciano ancora paralleli tra la situazione internazionale e la nostra storia. Noi non avevamo idea che sarebbe stata così longeva e importante, volevamo solo scrivere un fumetto nella speranza che piacesse e vendesse bene. Quindi fummo terribilmente sorpresi dal suo successo e la DC fu incredula della sua durata. Ma è interessante che una storia ambientata negli anni Ottanta parli ancora così tanto al presente.

La premessa di Watchmen era che, se il mondo fosse stato minacciato da un nemico esterno, questo avrebbe potuto portare all’unità del genere umano. Quello era lo schema dietro le quinte. Storie del genere sono tipiche della narrativa classica, greca e latina. Curioso è che Reagan, quando si incontrò in Islanda con Gorbachev, abbia detto che un’invasione da parte del pianeta Marte avrebbe portato Russia e America ad allearsi. L’eco di questo concetto è ancora valida, anche se il clima politico è completamente diverso. Ma credo faccia sempre riferimento alle nozioni di base di conflitto e di umanità condivisa.

 

 

Fonte: Entertainment Weekly