È una delle disegnatrici italiane più conosciute e apprezzate a livello internazionale, e con la sua arte ha contribuito alla creazione di Miles Morales, lo Spider-Man dell’Universo Ultimate da poco approdato su Terra Prime dopo gli scossoni cosmici di Secret Wars. Stiamo parlando di Sara Pichelli, artista che, in coppia con Brian Michael Bendis, ha firmato serie Marvel prestigiose quali Spider-Man e Guardiani della Galassia, ed è attualmente al lavoro sul sequel di Spider-Men.

L’abbiamo intervistata per voi in occasione dell’ultima edizione di ARF!, che ha ospitato un’esposizione delle sue tavole.

 

Ciao, Sara! Grazie per essere di nuovo tra noi, su BadComics.it.
Attualmente sei al lavoro sulla miniserie “Spider-Men II” nuovo team-up tra Peter Parker e Miles Morales: cosa puoi anticiparci di questo attesa reunion tra gli Arrampicamuri?

Grazie a voi! Come puoi immaginare posso anticipare ben poco su questa miniserie. Gli incontri tra Peter e Miles sono frequenti, ormai, e non rappresentano più una novità come ai tempi di “Spider-Men”. Questo seguito non sarà strettamente incentrato sul loro incontro, per quanto i personaggi collaboreranno spalla a spalla. Di sicuro avremo modo di conoscere un nuovo Miles Morales.

Il primo incontro verteva sul concetto di legacy: su cosa poggia, invece, questa nuova miniserie?

Per quanto non possa parlare troppo, verrà aggiunta una nuova sfumatura a questo concetto e, in generale, al rapporto tra Peter e Miles.

La tua carriera è legata a quella del sceneggiatore Brian Michael Bendis, con il quale hai realizzato importanti run su “Ultimate Spider-Man”, “Spider-Man” e “Guardiani della Galassia”: hai voglia di metterti alla prova con altri sceneggiatori o preferisci continuare la tua collaborazione con Bendis?

Sì, senza dubbio ho voglia di sperimentare qualcosa di nuovo, ma non posso dire ancora nulla in quanto non ho qualcosa di concreto in mano. Posso dirti, però, che si tratta di un progetto ambientato nell’Universo Marvel e se ne sta parlando proprio in questo periodo. Non posso e non voglio dire niente perché sono molto scaramantica, quindi…! [ride]

Negli Stati Uniti si parla con sempre maggiore frequenza del calo di vendite della Marvel come conseguenza diretta della diversificazione che ha caratterizzato gli ultimi cicli narrativi. Qual è la tua opinione al riguardo?

Io credo che ci siano dei picchi fisiologici di vendita per ogni casa editrice, in particolare delle major. Basta guardare il momento di calo della DC Comics prima di Rinascita. Per quanto riguarda la Marvel credo che stia semplicemente aggiustando il tiro dopo una fase in cui ha provato a dare uno scossone al suo parco testate.

La così tanto sbandierata diversity, in realtà, è diventata normality, in quanto la diversificazione razziale è la norma, non più l’eccezione. Io credo che questo filone abbia un po’ esaurito la sua spinta iniziale e quindi andremo incontro a una normalizzazione e i filoni narrativi torneranno su altri binari.

Come disegnatrice che ha lavorato prevalentemente negli Stati Uniti, come ti appare la scena del fumetto italiana?

È un momento sicuramente felice, ci sono tanti movimenti interni alla scena che la rendono viva ed estremamente interessante, soprattutto se paragonata a dieci anni fa. Senza voler parlare degli autori italiani approdati nelle principali case editrici americane, basta guardare a quanto sta succedendo in Sergio Bonelli Editore, ai recenti lavori che stanno segnando un rinnovamento interessante. Quando guardo alla scena italiana sono davvero fiduciosa, molto fiduciosa.

A questo punto ti chiedo se avremo mai modo di vederti all’opera su qualche prodotto nostrano.

Ho sempre trovato la mia dimensione ideale all’estero prevalentemente per un discorso stilistico, ma ultimamente ho potuto constatare che qualcosa lentamente sta cambiando, le direzioni iniziano a collimare. La diversificazione è per me un elemento di fascino, quindi… perché no?

Sara Pichelli e Pasquale Gennarelli

 

Le foto di questo articolo sono state scattate da Adele Matera.