Nel corso di Napoli Comicon 2017 abbiamo avuto la possibilità di intervistare Scott Koblish, artista californiano che da diversi anni ha legato indissolubilmente il suo nome a quello di Deadpool, personaggio che disegna su svariati titoli, in primis la serie regolare scritta da Gerry Duggan.

Ringraziamo sentitamente lo staff di Panini Comics per l’occasione concessaci.

 

Ciao, Scott, e benvenuto su BadComics.it!

Ciao, ragazzi, grazie per avermi ospitato sul vostro sito!

Partiamo ovviamente da Deadpool, personaggio con cui hai decisamente dei trascorsi. Cosa provi nei confronti del Mercenario Chiacchierone, e cosa sapevi di lui prima di disegnarlo?

Deadpool #45, anteprima 01

Il mio primo incontro con Deadpool credo sia avvenuto negli anni Novanta, quando mi sono trovato a inchiostrare alcune storie del personaggio, ma ai tempi di lui non sapevo praticamente nulla.

Quando ho iniziato a disegnare le sue storie, circa quattro anni fa, è stata un’esperienza entusiasmante oltre ogni possibile previsione, in particolare sotto l’aspetto artistico: ho realizzato alcune storie flashback che, tra le altre cose, mi hanno permesso di studiare nuovi design, anche legati al costume del personaggio [sulla serie targata Marvel  NOW! – NdR].

Tutto ciò si è rivelato un impegno abbastanza gravoso, perché in ogni sequenza era ambientata in un periodo storico diverso e ogni volta dovevo dar vita a disegni coerenti con il contesto narrativo in cui la storia si svolgeva, cercando sempre di trovare una quadra.

È stato tanto divertente quanto impegnativo, e di volta in volta ho adattato il mio stile perché sembrasse molto anni Novanta, poi Ottanta, poi Settanta e così via.

Il tuo lavoro è stato sempre molto valido, ricordo in particolare l’incredibile copertina dell’albo in cui era narrato il matrimonio di Deadpool…

Sì, forse quella copertina è stato il momento più bello di sempre del mio lavoro su Deadpool. Sono stato proprio io a idearne il soggetto e quando l’ho proposto ai miei collaboratori e alla Marvel, ne sono stati tutti entusiasti. Certo, ho impiegato nove giorni a disegnarla e non è stato certo uno scherzo, ma sono entrato anche nel Guinness World Record, per cui ne è valsa la pena.

Tutto ciò che ho fatto con questo personaggio, dall’inizio a oggi, è stato incredibilmente gratificante sotto ogni aspetto, e mi sento molto fortunato ad aver avuto questa possibilità e essermi saputo dimostrare all’altezza del compito, contribuendo anche a far crescere la mitologia del personaggio.

Nel prossimo futuro cambieranno diverse cose su Deadpool, e ci saranno delle sorprese significative: sto lavorando a un arco narrativo che ha un tono molto più oscuro e cattivo rispetto a quanto siete abituati a leggere.

Deadpool, matrimonio

Lavori a stretto contatto con lo sceneggiatore che ha portato Deadpool nella nuova era della Marvel, Gerry Duggan, autore che sta crescendo tantissimo, migliorandosi sempre di più e dimostrando di saper scrivere qualsiasi tipo di storia. Cosa puoi raccontarci di lui e del vostro rapporto lavorativo?

Gerry è fantastico e fuori di testa, nell’accezione migliore del termine. Sin dalla sua prima sceneggiatura su cui ho lavorato è stato facilissimo sincronizzarmi con lui, perché è stato in grado di farmi capire immediatamente ciò che voleva.

Vorrei soffermarmi su questo aspetto: molto spesso non è facile riuscire a collaborare in maniera così naturale, tra sceneggiatori e artisti, credimi, quindi l’imprinting avuto con Gerry è qualcosa di raro. Sono in tanti a sostenere che ci sia stata una crescita da parte sua, sotto il profilo narrativo, ma per me è sempre stato un grande autore. Forse prima aveva avuto meno occasioni rispetto a quante ne ha adesso.

Hai disegnato alcuni numeri della recente serie Spider-Man/Deadpool, e dunque hai avuto modo di lavorare su due personaggi così diversi ma anche con alcune similitudini, anche ricordando che Deadpool è nato proprio come “parodia” dell’Uomo Ragno.

Deadpool #250, copertina di Scott KoblishSono di certo personaggi differenti, ma è anche vero che, andando oltre la superficie, si possono riscontrare delle similitudini. La cosa divertente è che Deadpool è un personaggio la cui natura è imprevedibile e indefinibile, quindi un giorno può essere un vero eroe allo stesso modo di Spider-Man, mentre altri giorni tutto il contrario.

Del resto, è apparso la prima volta come cattivo in una storia nella quale si è trovato ad affrontare Cable: credo che quando Fabian [Nicieza] ha deciso introdurre Deadpool abbia cercato di imitare degli aspetti di Spider-Man perché credeva che un personaggio con queste caratteristiche – agile, atletico, rapido – potesse opporsi meglio a Cable, che ha una stazza fisica imponente ed è pesantemente armato.

Inoltre, questi due personaggi amano tantissimo parlare, sono dei veri chiacchieroni, come dimostrano i tantissimi balloon contenuti nelle vignette delle storie che condividono. Di certo, però, non hanno gli stessi principi e obiettivi: tutta la carriera di Spider-Man si regge sul suo bisogno di espiazione, mentre per Deadpool questo non vale, perché sostanzialmente non ha una coscienza.

Vederli interagire è uno spasso, con Spider-Man che deve vigilare continuamente su Deadpool, preoccupato com’è da quello che potrebbe fare: sono un po’ come una coppia sposata da tanto tempo che bisticcia continuamente, ma che in qualche modo riesce a restare unita.

Come giudichi il momento attuale della Marvel? Di recente ci sono state diverse polemiche legate alla gestione editoriale della continuity, con forse troppi grossi eventi e continui rilanci. 

Deadpool #6, copertina di Scott Koblish

Be’, onestamente, credo che la Marvel abbia saputo mantenere la sua continuity abbastanza stabile, sin dalla sua nascita. Certo, con Secret Wars si è effettuato una specie di reset, ma tutto senza cancellare nulla di quanto avvenuto prima.

È piuttosto la DC Comics ad aver fatto diversi reboot della sua continuity nel corso degli anni. Credo che i lettori talvolta facciano un po’ di confusione, perché la DC tende a fare queste operazioni per migliorare le vendite dei suoi fumetti quando per loro le cose cominciano ad andare male, mentre la Marvel segue una logica meno aziendalista e più da casa editrice, giustificando ogni cambiamento in funzione del tipo di storia che si vuole raccontare, anche a costo di perdere dei fan e vendere conseguentemente meno.

Poi ci sono sempre quelli che non leggono fumetti da tanto tempo, magari nostalgici in modo ingiustificato, che, senza conoscere i contenuti, alla notizia di un rilancio credono si tratti dell’ennesima “rinascita” di determinati personaggi: basterebbe leggere prima di parlare.

In ultima battuta, un commento veloce sulla versione cinematografica di Deadpool. Hai apprezzato il primo film del Mercenario Chiacchierone? Attendi con entusiasmo il sequel?

Ho amato il film di Deadpool, al di là del mio essere ovviamente di parte. Si tratta di una pellicola davvero innovativa e coraggiosa, in un genere che ormai tende a essere inflazionato e talvolta ripetitivo, che ha mostrato a tutti che si possono realizzare sempre cose diverse nell’ambito dei cinecomics, anche guardando a un pubblico più adulto.

È un film anche semplice e lineare, sotto certi aspetti, ma di grande impatto. E soprattutto fedele al nostro amato Mercenario Chiacchierone. Aspetto con ansia Deadpool 2, e ammetto di essere molto curioso di conoscere il Cable di Josh Brolin!

Scott Koblish