La giornata conclusiva di Napoli Comicon 2017 ha visto, tra gli eventi, anche il panel dedicato al Magister Roberto Recchioni, moderato da Alessandro Di Nocera e con la presenza di Emanuele Soffitto, che ha curato il volume dedicato all’autore romano.

La proposta di averlo come Magister, racconta lo stesso Recchioni, nasce proprio dal tema del festival, che verte sul rapporto tra fumetto e web:

 

Il problema dei festival di fumetto è che sono incredibilmente ricchi all’interno, ma è difficile portare all’esterno questa ricchezza. Il primo argomento discusso, quindi, è stato quello di portare l’interazione anche fuori dal festival, come con l’operazione #seimejote, facendolo diventare un festival vitale pur non discostandosi dalla tradizione.

 

Di Nocera mette l’accento su come Recchioni, quarantenne, abbia saputo cogliere l’importanza del web e abbia saputo usarlo, mentre tanti suoi coetanei non hanno questa dimestichezza con la tecnologia.

 

Non sono io quello strano! Gli strani sono quelli che scrivono “BUONGIORNSSIMO KAFFÈ” con il caps lock inserito. Io con la tecnologia ho iniziato da ragazzino, come tanti. Mi sento un nativo digitale, non ho mai avuto una barriera. L’anomalia sono gli altri: c’è un problema culturale, di interesse e di mancata alfabetizzazione.

 

Sui social network:

 

I social e Internet premiano la spontaneità e la comunicazione diretta. Il mio principio è che se mi dai educazione te la do pure io. Io sono generalmente molto disponibile, anche se è difficile con trentamila follower. Ciò che ha spiazzato molti è che non c’è nessuna barriera. Se imponi una barriera, trasformi un mezzo democratico in una sorta di televisione, annullando l’interazione.

Il XX Secolo, in cui parlava l’opera e non l’autore, senza interazione, è passato. Siamo nel XXI Secolo, ed è tutto di un autore a dover parlare: l’opera sono io! Non è Dylan Dog o Orfani. Io lavoro sulla narrazione di me stesso, l’opera è “Roberto Recchioni che parla di qualcosa”.

Chi mi segue sui social, torna per non perdere l’ultima puntata della narrazione, dell’opera complessiva del personaggio Roberto Recchioni, che non è la persona Roberto Recchioni. La scelta di cosa condividere, e cosa non condividere, è già questa un’operazione di editing.

 

E circa l’annuncio del ritiro dalla scrittura per due o tre anni:

 

È una decisione maturata qui, anche se ci pensavo da un po’. Devo riprendere fiato, ed è un buon momento. Questa manifestazione ha fatto un po’ il punto: ho scritto molto, troppo, sono stanco. E, finalmente, ho trovato una nuova generazioni di autori che saranno il fumetto del futuro: Federico Rossi Edrighi, Giulio Gualtieri, Michele Monteleone…

Non si sentirà molto la mia mancanza, perché il fumetto si lavora su tempi molto lunghi. E, in fondo, mi ritiro come autore, ma rimango al lavoro come curatore e produttore.