In occasione dell’edizione 2017 di Napoli Comicon, abbiamo avuto modo di porre alcune domande a Blasco Pisapia, autore Disney famoso per gli itinerari paperopolesi apparsi alcuni anni fa sulle pagine di Topolino e recentemente in edicola con la storia Paperino e la Leggenda delle Pietre Rotolanti.

Si ringrazia lo staff di Panini Comics per la collaborazione, in particolare Jacopo Iovannitti.

 

Ciao, Blasco, benvenuto su BadComics.it!
Come sceneggiatore, dopo alcune storie per la testata Paperinik, esordisci su Topolino con un breve racconto su Pluto e poi con il ciclo dedicato a Zia Nena e alla piccola Clarabella. Dopo quattro storie, sono ormai due anni che è assente dalle pagine di Topolino. Il progetto è definitivamente chiuso o tornerà?

Potrebbe continuare. Per ora ci sono solo idee che non ho ancora presentato in redazione, ma prima o poi tornerà.

La storia Paperino, Paperina e l’escalation virtuale riesce a essere al contempo moderna e classica, e inserisce la tecnologia senza che risulti forzata. Come sei riuscito ad equilibrare questi due aspetti?

Sono partito da come utilizzo io Internet: poco e male. Non ne so molto e quindi non avrei potuto rendere adeguatamente dei dettagli troppo realistici che non sarei stato in grado di gestire. Vedo, tramite amici su Facebook, le storture che si producono con un uso sbagliato dei social network e ho sfruttato questa esperienza per giocare con Paperino e Paperina attuando un lavoro sulle loro personalità e indagandole in un ambito nuovo.

L’idea per la storia non partiva dalla conoscenza tecnica o dalla volontà di esplorare la tecnologia, che non mi interessa più di tanto a differenza dei personaggi!

Qualche anno fa sei stato impegnato in un lavoro, per così dire, “filologico”, ovvero la creazione della mappa e degli itinerari paperopolesi. Alcune di queste location – pensiamo al Teatro dell’Opera – le hai poi riutilizzate in storie che hai scritto, e hai anche ripescato, seppur solo per un cammeo, un personaggio piuttosto raro: Gedeone de Paperoni. Hai quindi una visione coesa e coerente del mondo Disney, a differenza di tanti autori che, ove necessario, non si preoccupano di contraddirsi tra una storia e l’altra?

No, contraddirsi è necessario e salutare. Spero che i miei colleghi non ritengano questa guida un qualcosa di cui dover tenere conto per forza. Può servire se è uno stimolo per creare qualcosa di nuovo, e in quel caso ne sono contento. Altrimenti potrei essere il primo a contraddirmi nella prossima storia, perché non mi interessa una coerenza fine a sé stessa se non produce idee nuove e non è uno stimolo, ma, al contrario è fonte di pigrizia o chiusura.

Tra l’altro, la mappa è stata pensata sia per il lettore esperto, che ha le conoscenze per scovare i riferimenti al passato, sia per il ragazzino che non ha le possibilità di individuarli. Non volevamo mettere riferimenti troppo precisi, come date o titoli delle storie.

Il ciclo degli itinerari, ad ogni modo, sarà ripreso in un futuro prossimo. Non so ancora in che forma uscirà, ma mi auguro che, come hanno fatto in Francia – in cui hanno raccolto tutti gli itinerari della guida di Paperopoli in un unico volume – si possa fare lo stesso anche in Italia. Ad ogni modo, quando ho ripreso dei landmark degli itinerari nelle mie storie, non l’ho fatto perché lo ritenevo obbligatorio, ma utile per l’avventura in questione.

Riguardo alla tua ultima storia, Paperino e la leggenda delle pietre rotolanti, Vito Stabile su Facebook ha affermato: “Alla domanda ‘che cos’è lo spirito Disney’ ognuno sembra avere una propria personale risposta. Oggi io dico: ‘è quella cosa che c’è in questa ottima storia di Blasco Pisapia’”. È molto barksiana ed è probabilmente una delle tue migliori. Vedendo questo percorso in ascesa, cosa ci possiamo aspettare in futuro?

Il fatto che sia “barksiana” è un commento che viene fatto a posteriori, non l’ho scritta con queste pretese. L’idea, avuta nel 1996, la sottoposi a Massimo Marconi, all’epoca caporedattore di Topolino, che, nel frattempo, aveva però lasciato il settimanale per lavorare presso un’agenzia “satellite”. Per cui questa lettera (cartacea) con il mio soggetto non la ricevette mai. E la ritirai fuori a distanza di vent’anni.

È chiaro che i riferimenti sono quelli: vengono ripresi i viaggi di Cimino, la clessidra magica di Barks, ma sono tutti omaggi spontanei, assolutamente non “premeditati”. Quando ho letto di questa leggenda delle pietre rotolanti, che esiste davvero, ho costruito la storia in base alla poetica che mi era nota dalla lettura delle opere di questi Maestri a cui sono affezionato. Ma non è stato qualcosa di studiato a tavolino. Certo, sono contento se questi riferimenti vengono notati, ma è un di più. Mi piace pensare che un ragazzino di dieci anni di adesso possa apprezzarla per quello che è, senza le chiavi di lettura multiple che sono strizzate d’occhi per pochi.

Qualche anticipazione per il futuro?

Ho due storie già finite e consegnate, anche se non so ancora quando usciranno. Una è su Paperinik e l’altra su Zio Paperone. E ho varie idee in corso d’opera, ma non so quando prenderanno forma nel modo adatto.

Blasco Pisapia