È tutta una questione di equilibrio per Marc Guggenheim, almeno quando si tratta di X-Men: Gold. Nell’affrontare l’impegnativo compito di traghettare Tempesta, Kitty e compagni nell’era di ResurrXion, l’autore si è sforzato di conciliare molti concetti e aspetti contrapposti: non solo per trovare il giusto mix tradizione e innovazione, ma anche tra la dimensione eroica degli X-Men e la loro ineludibile natura di perseguitati e reietti.

 

 

Dopo il lancio del numero #1 di X-Men: Gold, Guggenheim rivela alcune delle scelte di stile e di sceneggiatura che ha adottato per la conduzione della serie.

 

X-Men Gold #1, copertina di Ardian SyafEssere un supereroe è nobile, ma essere un supereroe quando la gente ti odia a morte è molto più nobile. La vita è relativamente facile per Superman, a Superman le cose vanno bene. La gente festeggia il giorno di Superman e gli dedica dei musei, il che sarà anche una bella cosa, ma è una situazione relativamente facile in confronto a quella degli X-Men.

Gli X-Men devono affrontare le stesse minacce, ma le persone che salvano li teme, li odia, o crede che i mutanti debbano essere rastrellati e messi nei campi di concentramento. Sono sempre stato attratto dalla nobiltà del reietto che è comunque disposto a rischiare la vita per proteggere gente che forse non merita nemmeno di essere protetta.

Mi sto sforzando di affrontare questa serie con uno stile di scrittura molto pulito, privo di fronzoli. Ho la tendenza a scrivere scambi di battute molto lunghi, ma in questa serie ho cercato di tenermi al minimo e di suggerire una struttura molto pulita e iconica, minimizzando il numero di vignette in ogni pagina per dare più respiro alle illustrazioni. Cerco di adottare un stile minimalista, il mio obiettivo è di scrivere una serie sugli X-Men dal sapore epico e cinematografico.

X-Men: Gold #1, anteprima 01Un altro obiettivo che mi pongo è mantenere il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. Alcuni lettori sono affamati di nuove idee, ed è giusto così, perché una serie dovrebbe evolversi in continuazione, ma abbiamo anche molti lettori che non vogliono che le cose cambino troppo, e che provano nostalgia per i  personaggi che ricordano. Fintanto che l’evoluzione è sostenuta da una struttura narrativa adeguata, mantenere un equilibrio appropriato tra questi due aspetti è possibile.

Sono un grande fan di Forge e cerco in tutti i modi di inserirlo nella serie. Lo avevo incluso in varie stesure preliminari, ma continua a uscirne per le ragioni più disparate. Ma è un personaggio che amo, e voglio inserirlo. Prima o poi ci riuscirò.

Ho vissuto con il personaggio di Kitty per così tanto tempo che per me è come una persona reale. Spesso non sembra che io stia scrivendo le sue battute, bensì che lei faccia le sue cose e io mi limiti a prendere degli appunti. Una delle cose che mi ha sorpreso è la sua efficacia come comandante sul campo: possiede delle doti tattiche straordinarie, ed è qualcosa che non mi aspettavo. È molto diversa da Ciclope e Tempesta, che spesso agivano da leader dopo i combattimenti o tra uno scontro e l’altro.

 

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Fonte: Xavier Files