Proprio lo sceneggiatore ha spiegato che il motivo non è altro che il dato sconfortante delle vendite troppo basse, chiarendo anche che tutti i misteri posti in essere dai primi due albi, già usciti negli Stati Uniti e co-sceneggiati da Yona Harvey, troveranno comunque giustificazione e soluzione entro il sesto. Le vicende prendono le mosse dalla morte di un attivista nero mentre è sotto custodia della polizia.
Abbiamo scritto una storia che era nell’aria. Non abbiamo semplicemente deciso di scrivere un fumetto su Black Lives Matter, c’è molto di più sul fuoco, ovviamente. Ma con il tema ci confrontiamo ogni giorno, quindi abbiamo pensato a una storia con quattro protagonisti di colore, che è cresciuta pian piano, mentre la scrivevamo. Sin dal primo numero, è chiaro che l’attivista in questione non è soltanto un attivista. Entro la fine della serie, saprete cosa davvero bolliva in pentola.
La serie originale del 2003, scritta da Christopher Priest e intitolata The Crew è stata la prima vera ispirazione, come ha spiegato lo stesso Coates.
La adoro. Pantera Nera non era coinvolto, ma in qualche strano modo era comunque presente, perché uno dei comprimari della sua serie era parte della storia e del gruppo. Si trattava di un fumetto unico, diverso, perché la maggioranza dei personaggi era di colore. Quindi, quando ho iniziato a scrivere Black Panther, mi sono riletto un sacco di storie di Priest e ho voluto riportarla in vita. Avrei voluto il cast originale, ma era chiaro che non tutti erano a disposizione. Quindi ho pensato a qualcosa di nuovo.
Qualcosa che non ha funzionato granché e che, ora appare evidente, rientra nel novero dei fallimenti di cui hanno parlato David Gabriel e Axel Alonso qualche settimana fa, nella loro apparente e rumorosa marcia indietro sull’impegno Marvel riguardo la diversità.
Black Panther & The Crew, del resto, non è certo l’unico titolo dalle vendite molto basse. C’è da sperare che non ci siano altre vittime illustri molto presto.
Fonte: Comic Book Resources
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