La situazione in Siria è terribile, tanto che credo impedisca ai bambini di sognare. Ma sono i loro sogni che un giorno renderanno la Siria di nuovo un paese vivibile. Vorrei davvero riuscire a dar loro un briciolo di speranza, a convincerli che, sì, possono ancora sognare.

 

Queste frasi appartengono a Obada Kassoumah, uno studente siriano che vive a Tokyo e che grazie a un po’ di fortuna e determinazione è diventato traduttore di manga, dalla lingua originale alla sua, l’arabo.

Il titolo su cui è stato chiamato a lavorare part-time è Captain Tsubasa, di Yoichi Takahashi, edito da Shueisha in Giappone e da Star Comics in Italia, noto a chiunque grazie all’anime Holly & Benji.

Per un’altra combinazione di eventi fortunati, diverse edizioni della saga calcistica più famosa del Fumetto sono state regalate alle associazioni umanitarie e distribuite ai bambini siriani rifugiati in Europa, Turchia e Medio Oriente.

 

Anch’io da piccolo guardavo Holly & Benji alla TV e lo adoravo. È la storia di un ragazzino che ha un sogno, diventare un calciatore professionista, e che si impegna duramente per fare in modo che ciò accada. È qualcosa di meraviglioso, qualcosa che desidero possano vedere questi bimbi.

 

La traduzione del manga in arabo è iniziata per meri motivi di mercato, ma il professor Masanori Naito, esperto di Medio Oriente alla Doshisha University di Kyoto che ha vissuto e fatto ricerche per parecchi anni a Damasco, ha proposto a Shueisha di donare fumetti ai figli dei profughi siriani, e la major dell’editoria giapponese ha aderito subito all’iniziativa appoggiandosi alle organizzazioni non governative (NGO) e alla FAO.

 

Naito – La tragedia siriana è una preoccupazione molto seria per me. I villaggi dove ho lavorato un tempo sono ora in mano alle forze ribelli. [Il manga] È molto distante dalla realtà che conoscono questi bambini, ma per loro è davvero importante potervi sfuggire almeno per un po’. Questi fumetti possono offrire loro un po’ di fiducia nel futuro.

 

Vogliamo tuttavia concludere con le parole di Kassoumah, che ci paiono le più appropriate e valide per ogni genere di guerra civile:

 

Ho amici che combattono insieme al governo e altri che lo fanno con i ribelli. Siamo una sola famiglia, eppure ora vogliono gli uni la morte degli altri, vogliono eliminarsi a vicenda.

 

 

Fonte: BBC