I due hanno discusso con Comic Book della loro più recente collaborazione – in attesa dell’annunciato progetto Mister Miracle – partendo proprio dal titolo, The Brave and the Mold – con “mold” che significa “muffa”, in riferimento a Swamp Thing – un richiamo alla storica testata DC Comics The Brave and the Bold,
King – [Dietro a questo titolo] c’è una storia in qualche modo controversa. The Brave and the Mold è nata come una battuta che ho diffuso su Twitter, che però ha avuto grande seguito.
Allorché ho pensato: bene, direi che abbiamo trovato un titolo. Subito dopo, mi sono chiesto se la muffa fosse davvero una pianta, ma guardando su Wikipedia, mi sono accorto che così non è, dannazione.
Ho quindi chiamato Scott [Snyder], che ha scritto Swamp Thing, chiedendogli se il personaggio potesse controllare la muffa, e lui mi ha risposto che in effetti aveva usato questa metafora mettendo in relazione Swamp Thing e la morte, e mi ha fatto un incredibile e lunghissimo discorso riguardo il significato profondo della parola. Ma a me serviva saperlo solo per uno stupido gioco di parole, quindi ho ignorato tutto e sono andato avanti con questa idea.
Gli autori hanno poi rivelato di aver pensato per la prima volta a questo team-up molto tempo fa.
King – Lo avevamo deciso prima ancora del numero con Catwoman. Il modo in cui Batman funziona è questo: [David] Finch e Mikel [Janin] realizzano, alternandosi, archi narrativi di cinque numeri, e tra questi facciamo storie autoconclusive disegnate dai miei artisti preferiti.
La DC ci aveva proposto di dar vita a questo team-up perché ha dei piani specifici per il personaggio. Ai tempi, io e Mitch avevamo appena concluso la prima stagione di Sheriff of Babylon e non avevamo ancora iniziato Mister Miracle.
Gerads – È stato molto divertente. Avevamo realizzato dodici numeri di Sheriff e altri due di Batman, tutti molto realistici e urbani, e ora avevo la possibilità di disegnare un mostro che nella terza pagina della storia nasce letteralmente dalla muffa. La cosa grandiosa è che per questo numero ho fatto sia le matite, che le chine, che i colori, quindi ho potuto controllare ogni aspetto di Swamp Thing.
Inevitabilmente, il ricordo è andato a Bernie Wrightson, leggendario artista co-creatore di Swamp Thing, recentemente venuto a mancare.
Gerads – A dire il vero, ho iniziato a illustrare questa storia una manciata di giorni prima che morisse, e una volta che la notizia è stata diffusa, ricordo di aver avvertito strane sensazioni mentre disegnavo Swamp Thing e l’annuncio della sua morte si diffondeva ovunque, in rete. È stato un momento particolare e mi sono fatto trasportare da quelle sensazioni: questa storia rappresenta sicuramente il mio tributo a Bernie, al meglio delle mie possibilità.
King – Ho scritto questo numero prima che morisse e ho incontrato Bernie una sola volta, a una convention. Questa storia ha come tema proprio la morte: racconta di come Batman e Swamp Thing vi si relazionino in modi differenti. La cosa pazzesca di questo personaggio è quanto il mostro sia capace di esplorare l’animo umano. Quello che Len [Wein] e Bernie hanno creato è un portale attraverso cui gli sceneggiatori di fumetti possano scrivere di tutti quei temi che pensano di non poter affrontare quando si approcciano per la prima volta a questo medium. C’è qualcosa in questo personaggio che fa sì che tu possa scrivere in maniera più profonda.
Gerads – Una delle cose grandiose di Swamp Thing è che, nonostante sia un personaggio affascinante e filosofico, non è uno stregone con poteri magici: è solo un gigantesco mostro della palude, in grado però di parlare di massimi sistemi. C’è qualcosa di magico, in lui.
Infine, King ha parlato di quello che attende Batman nei prossimi mesi con l’inizio della saga The War of Jokes and Riddles, che vedrà scoppiare una guerra tra Joker e l’Enigmista.
King – Ho il vantaggio di sapere in che direzione andrà la nostra serie e di poter mettere tutti i pezzi al loro posto. Guardo a questo numero come a una sorta di epilogo per The Button. Finisce tutto qui, poi sul numero #24 avremo un racconto intitolato Every Epilogue is a Prelude [“Ogni epilogo è un preludio”] e trascorreremo la restante parte dell’anno scoprendo cosa accadrà in The War of Jokes and Riddles.
Guardo a tutto questo come a una corrente che scorre, perché si tratta di mettere Batman nello stato emotivo ideale affinché The War of Jokes and Riddles possa fare a pezzi il suo mondo.
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Fonte: ComicBook
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