Brian Michael Bendis parla della sua creatura forse più famosa, soprattutto dopo che la serie TV Netflix ha portato Jessica Jones a essere un personaggio a buon diritto parte dell’immaginario collettivo internazionale, ben oltre la sua notorietà a fumetti.

Nella nuova serie Marvel NOW! a lei dedicata, Jessica è tornata al proprio mestiere di investigatrice privata, nonostante sia diventata madre da non molto. Ecco cos’ha dichiarato lo sceneggiatore in merito.

 

Jessica Jones #8, copertina di David MackIl modo in cui guarda alle situazioni, la sua esperienza e il suo carattere sono ciò che la rende una grande investigatrice, capace di una perfetta comprensione della natura umana, che è poi il vero fine dell’investigazione. Devi vedere ciò che gli altri non vedono, allenare il tuo cervello a smascherare una bugia. Inoltre, Jessica sa sempre da chi andare per ottenere favori, dove sta la gente che conta, quali sono le domande giuste.

Sto scrivendo una storia in cui Jessica è sulle tracce di chi sta tentando di uccidere Maria Hill, un incarico fuori dalla sua consuetudine. Ma in breve tempo è riuscita a trovare la gente giusta che potrebbe essere informata sui fatti. Jessica è fin troppo dura con se stessa. Da Vendicatore, moglie di Luke Cage e ora membro dei Difensori, ha sviluppato una prospettiva unica sulla comunità dei supereroi. In situazioni come questa, non solo è capace di risolvere ogni caso, ma anche di capire se davvero ne esista uno.

Una delle grandi influenze sulla sua natura di personaggio noir è Jake Gittes, protagonista di Chinatown, così come anche una serie di altri detective della narrativa in generale. La Scena del Crimine, di Ed Brubaker, è uno dei miei grandi riferimenti a fumetti. Ma in Chinatown ci sono talmente tante caratteristiche tipiche delle storie di detective, dalle relazioni umane che si creano al ruolo della polizia, fino alla definizione delle necessità di un cliente di un investigatore! Quando scrivo Jessica, cerco sempre di essere all’altezza di quel film.

Jessica Jones #5, copertina David Mack

Jessica è una donna. Non ci sono molti detective al femminile nella letteratura e nel cinema. Ovviamente, dipende dal fatto che le cose possono farsi complicate dal punto di vista fisico. Ma Jessica decisamente non ha bisogno di preoccuparsi di non essere abbastanza forte. Oggi ci sono parecchie investigatrici private, nel mondo reale, con una prospettiva molto diversa rispetto a quella dei loro colleghi maschi.

Quello che rende Jessica un personaggio così amato dai lettori è che ha tentato la vita della supereroina in costume e la faceva stare uno schifo. Il che va benissimo. Un po’ come un lettore di fumetti che sceglie il suo genere e a cui non ne piacciono altri. Ci sono persone che pensano che essere supereroi sia il modo migliore per impiegare i propri poteri e contribuire, altri che hanno idee diverse. E il fatto che Jessica faccia le cose a suo modo è una parte importante della sua personalità.

Avere girato per i palazzi in costume e aver capito che la cosa non fa per lei, appartiene al modo in cui Jessica è capace di separare le stronzate dalla realtà durante un caso e arrivare dritta al punto di una storia, quando ci sono coinvolti dei superumani. Mentre altri investigatori, privati o meno, si farebbero distrarre da uniformi ed effetti speciali, lei ha già visto tutto quel che c’è da vedere. Non si fa intimorire o emozionare dal primo Tony Stark che si presenta sulla scena.

Jessica Jones #8, variant cover di Marco ChecchettoLa nuova serie parla del suo rapporto con l’etica non proprio cristallina che a volte esige il suo mestiere e con le conseguenze che questo ha sulla sua famiglia. Ho detto tante volte che, tramite Jessica, ho spesso parlato di cose che riguardano me. Sono un padre con quattro figli e li vedo costantemente cercare risposte in me. Quando ti trovi in questa posizione, ti fai domande su chi sei veramente, e anche Jessica lo sta facendo, a suo modo.

Vuole essere un’investigatrice, vuole risolvere i suoi casi e, a volte, rendere il mondo migliore in questo modo, anche per sua figlia, come ha detto a Luke. Entrambi sono nervosi, perché sono genitori, ma non si sentono del tutto realizzati come persone. Ma, del resto, non ho mai incontrato nessuno che decidesse di diventare padre o madre perché convinto di essere perfetto, del tutto risolto. Tutti invece impazziscono e si rendono improvvisamente conto dei loro limiti e delle loro responsabilità.

 

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Fonte: Marvel