G. Willow Wilson è una delle voci più influenti alla Marvel, oggi come oggi, autrice di uno dei titoli di maggior successo della Casa delle Idee: Ms. Marvel. La creatrice di Kamala Khan non poteva non reagire in qualche modo alle dichiarazioni dei piani alti della casa editrice, di cui vi abbiamo dato conto, che puntano l’indice contro un’eccessiva diversificazione all’interno dei titoli e delle identità di genere ed etnia tra gli eroi, responsabili, secondo Axel Alonso e David Gabriel, di un calo delle vendite.

La Wilson ha affidato i proprio pensiero e le proprie considerazioni a un post sul suo blog che vi riassumiamo nei suoi punti salienti. Non tanto una vera e propria risposta alle frasi dei suoi attuali datori di lavoro, quanto un intervento personale sul suo impegno, sul frutto dei propri sforzi e sulla serie simbolo del successo, negli ultimi anni, della politica che la stessa Marvel pare stia mettendo in discussione.

 

Ms. Marvel vol. 1: Fuori dalla Norma, copertina di Sara PichelliLasciate che vi dica esattamente come mai Ms. Marvel funziona. Non è stato impostato per essere Ms. Marvel. All’inizio, volevamo proporre una miniserie di dieci numeri. Avevo un piano B che prevedeva tre soli numeri perché ero convinta che ci avrebbero cancellati. Non c’era nessuna “iniziativa di diversificazione”, all’epoca e far approvare la proposta fu un macello.

Era una cosa comune che un personaggio senza almeno vent’anni di storie durasse poco, e tutti, me inclusa, erano convinti che sarebbe andata così. Questo ci ha dato modo di essere liberi – noi del team creativo – e di raccontare esattamente quel che volevano. Non avevamo niente da perdere, nessuna aspettativa da incontrare. Quindi abbiamo potuto infrangere le regole.

Volete sapere una cosa difficile da ripetere e impossibile da pianificare? Incontrare un settore di pubblico inaspettato. Siamo in un momento storico in cui il ruolo delle religioni è terribilmente inflazionato. All’epoca non immaginavo che le ansie di una giovane musulmana fossero così risonanti con quelle di giovani mormoni, evangelici, ortodossi ed ebrei. Ms. Marvel funziona perché una parte importante delle sue storie affronta il ruolo della fede tradizionale nel contesto sociale odierno.

Evidentemente, esisteva una fascia di pubblico mai considerata, di fede variabile e variegata, che non aspettava altro che una storia sull’argomento. Nessuno poteva prevederlo e abbiamo solo avuto la fortuna di essere nel posto giusto al momento giusto con la storia giusta in tasca. Parecchie cose che ho scritto e che mi sono piaciute hanno fallito. È la norma. Le eccezioni sono grandiose quando si manifestano, ma sono difficili da pianificare.

G. Willow WilsonE volete sapere cos’è del tutto evitabile? Opinione mia, ma lanciare un personaggio che eredita un nome uccidendo o umiliando quello originale è un fallimento sicuro. Chi vuole ereditare un’eredità del cavolo?

La diversità come colpa e come capro espiatorio non funziona. Basta con la parola stessa, “diversità”, e iniziamo a parlare di autenticità e di realismo. Quello che raccontiamo, non è un mondo nuovo, ma semplicemente il mondo che abbiamo.

Cercare di essere il prossimo “qualcuno” non funziona. La gente sente l’odore delle cazzate a distanza.

Il mercato delle librerie e quello dell’editoria hanno preso due strade diverse. Non si incontreranno mai più, probabilmente. Dobbiamo accettarlo e fare marketing di conseguenza.

I titoli più importanti che sono stati messi sotto il cappello della diversità e che hanno funzionato, Luke Cage, Black Panther, Ms. Marvel e Batgirl, sono accomunati da un forte senso di appartenenza. Non è la diversità ad attrarre pubblico, ma la particolarità, l’identità. Questa è una distinzione fondamentale che nessuno pare cogliere. Autenticità e realismo. Finiamo sempre lì.

E infine: attenti che qui non è tanto importante la diversità, quanto la crescita dei fumetti per ragazzi, per giovani adulti. Se davvero osservate i dati di mercato, se osservate cosa vende e cosa no e in quali settori, vedrete che tutto ha un senso molto diverso.

 

 

Fonte: G. Willow Wilson