Giant Generator è la nuova creatura di Rick Remender, lanciata recentemente sul sito internet Giantgeneretor.com. Si tratta di un nuovo studio che l’autore ha intenzione di utilizzare come una sorta di etichetta, di collettore di energie sue e dei suoi collaboratori, che dovrà occuparsi non solo dei titoli a fumetti, ma anche dei vari adattamenti che ne saranno tratti per cinema e TV, nonché del merchandise.

Di questa iniziativa così interessante, che va in direzione di un branding individuale degli autori indipendenti, segno di un mercato della creatività narrativa che cambia e che si evolve, ha voluto parlare con Remender la redazione di Comic Book Resources. Ecco cosa è scaturito dalla conversazione.

 

Deadly Class #28, copertina di Jordan BoydIn questo momento, molti dei miei progetti vengono adattati e sviluppati per la TV e altri stanno diventando prodotti per il cinema. Insomma, la mia attività aveva bisogno di un cappello, di un’etichetta. Qualcuno, scherzando, ha parlato di un Remenderverse, ma mi ha fatto capire che avevo bisogno di inventare un nome che non facesse altrettanto schifo, per evitare che la gente iniziasse a usarlo per davvero. A parte la battuta, quell’espressione curiosa è in effetti la molla che ha fatto scattare questa decisione.

Giant Generetor è quel che Skybound è per Robert Kirkman, senonché, sebbene noi abbiamo un accordo in esclusiva con Image Comics e non veda ragioni per cambiarlo, Robert è socio di Image, mentre io non lo sono. Giant Generator non è parte ufficiale di nessuna casa editrice, ma solo il nome del mio studio creativo.

Con la crescita del mercato del fumetto indipendente e con l’attenzione crescente da parte degli studios, ci sono sempre più soldi in ballo, il che rende la gestione degli affari sempre più complessa. Negli ultimi vent’anni di fumetto creator-owned ho sempre condiviso a metà i diritti con i miei disegnatori. Ovviamente, a volte avrei voluto evitare, poter decidere da solo.

Con Giant Generator, ho modo di creare un’ufficializzazione della divisione dei diritti di proprietà: perlopiù rimarrà al cinquanta percento, ma in alcuni casi potrebbe variare. Ho intenzione di mantenere i miei artisti del tutto coinvolti nei processi decisionali, ma dentro un nuovo modello di gestione.

 

Per ora, per questioni di affezione, Remender non ha intenzione di far diventare l’etichetta il modo per passare serie da lui create a nuovi sceneggiatori e artisti, ma la possibilità rimane aperta. Ci ha pensato per Tokyo Ghost, per poi rinunciare. Allo stato attuale dei fatti, si tratta di una tutela, di un segno di riconoscimento e appartenenza a lui delle sue storie. Qualcosa che invece sembra più probabile è la condivisione dell’universo narrativo delle singole serie. Pare che qualcosa ruoti attorno a Black Science, in questo senso.

 

Io e Matteo Scalera abbiamo rallentato un po’ a causa di un’operazione ai legamenti della mano che ha dovuto affrontare. Sta lavorando di nuovo, ma non a pieno regime. Il ritmo della storia era calato anche perché ci siamo presi del tempo per sviluppare uno per uno i personaggi. Ma i prossimi dodici numeri somiglieranno molto ai primi: pieni d’azione e decisamente frenetici.

 

Remender ha quindi parlato di eventi che per noi sono del tutto spoiler e riguardanti lo stato delle trame delle singole serie che sta scrivendo, da Deadly Class e Low, passando per il ritorno di Seven to Eternity, che approda al suo secondo arco narrativo in aprile.

 

Ho mantenuto il ritmo volutamente basso nel primo ciclo di storie, con lo sguardo fisso sul protagonista. Volevo raccontare una storia che non tralasciasse nessun particolare e che desse ai lettori il tempo di affezionarsi.

 

Le novità più interessanti sono invece giunte dai progetti di adattamento in corso. The Last Days of American Crime, dichiara Remender, è in avanzata fase di adattamento. Il regista F. Gary Gray doveva dirigere il film e Sam Worthington esserne la star. Gli accordi erano già in fase avanzata, ma tutto è crollato.

Deadly Class ha ora una sceneggiatura al vaglio dei fratelli Russo, certo non nuovi agli appassionati di cinema e fumetto. L’adattamento è per la TV ed è, anche in questo caso, in fase molto avanzata. Si parla di Adam Targum come showrunner. Remender è stupito dalla mole di lavoro necessaria ed è incredibilmente grato al suo team, grazie al quale il materiale prodotto per il pilota è di molto migliore rispetto agli inizi.

 

Il lavoro è entusiasmante, ma anche terrificante, perché prende una quantità di tempo ed energie da farti desiderare di mollare in continuazione, per poi correre nei boschi e nasconderti in una caverna per tre anni. Ma sarebbe anche peggio, perché poi mi troverei con tre anni di lavoro arretrato che va fatto, e abbiamo talmente tante cose grandiose in pentola per Low, Fear Agent e Black Science che sarebbe un delitto non portarle a termine.

 

 

Fonte: Comic Book Resources