R.L. Stine, autore giunto al successo con l’horror per ragazzi di Piccoli Brividi, diventa lo sceneggiatore di Man-Thing per la Marvel. Il suo Uomo Cosa è ormai nelle fumetterie americane, nel tentativo di rivitalizzare un personaggio storico e, tutto sommato, anche piuttosto amato dai fan della Casa delle Idee, ma da tempo privo di fascino per il mercato.

Lo sceneggiatore è stato intervistato sull’argomento da Comicbook.com.

 

Man-Thing #1, copertina di Tyler Crook

Non saprei dirvi quali siano i temi della storia. Io ragiono per trame e tutti i miei libri ruotano attorno agli eventi. La premessa è che il caos incombe sulla Terra, e Man-Thing è l’unico che possa impedirlo, se riuscirà a salvare il Vecchio Padre, il padrone e signore della palude e dell’ordine planetario, rapito e trascinato al nesso tra tutte le realtà. Ovviamente, Man-Thing non è entusiasta di questa responsabilità, poiché il nesso è un luogo estremamente pericoloso, da cui si rischia di trascinare sulla Terra chissà quali creature.

La storia è decisamente costruita attorno al personaggio, albo dopo albo, procedendo un passo alla volta. Non avevo un grande piano in mente fin dall’inizio, ma una volta prodotta l’idea del nesso e del Vecchio Padre a rischio della vita, ecco che l’avevo, pur senza sapere dove sarei andato a parare. Ho preso le mosse dalla scena d’apertura, in cui lo vediamo fallire come star del cinema, spaventare i ragazzi, venire mollato e non avere nemmeno un passaggio per la sua palude.

Da scrittore, ho sempre avuto la tendenza a cercare di visualizzare le scene che racconto e nel linguaggio del fumetto non ho trovato molta differenza da questo punto di vista, con il particolare che, ovviamente, qui mi tocca scrivere le descrizioni che di solito mi limito a immaginare. Ovviamente, la cosa davvero interessante è stato vedere come German Peralta interpretava le mie visioni sulla pagina.

 

C’è un secondo Man-Thing nella serie, che vorrebbe trascinare quello originale, ormai emancipato dalla vita nella palude e con il coraggio di tornare a parlare con gli umani, alla sua vita precedente. Il protagonista cerca di essere nuovamente un uomo, per quanto possibile, ma il suo stesso passato lo riporterà alla condizione precedente, dove dovrà mettere una pezza ai danni subiti dalla palude.

 

La Marvel, quando decise di collaborare con me, mi mandò un elenco di personaggi. Ho scelto Man-Thing perché era il più brutto di tutti e ho pensato che sarebbe stato interessante dargli una vita più completa. Inoltre, ho sempre irrazionalmente amato i mostri delle lagune e simili. Probabilmente perché ti trascinano alle basi dell’horror, in un ambiente inospitale e inquietante pieno di ogni forma di vita possibile.

In tutto quel che faccio, oltre a questa componente, cerco anche di includere un elemento divertente e umoristico. Credo che terrore e comicità siano molto vicini, che facciano appello alle stesse sensazioni viscerali del genere umano e amo cercare un equilibrio tra le due cose. Lo troverete soprattutto nelle storie secondarie, scritte per divertimento e per complicarmi da solo la vita. Piccole storie dell’orrore accompagnano quella principale.

 

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Fonte: Comicbook.com