SPOILER. Così ci leviamo subito il pensiero e siete avvertiti, dato che questo articolo, che vi propone le dichiarazioni di Derek Landy, sceneggiatore di Secret Empire: Uprising, si addentrano profondamente nelle vicende che saranno raccontate nell’evento più atteso e temuto dai lettori Marvel, in particolare dai fan di Capitan America.

Stiamo parlando di un albo autoconclusivo – disegnato da J. Cassara – legato alla saga più ampia. I protagonisti? Molti degli eroi Marvel della giovane generazione, convocati da Vedova Nera per una missione molto particolare.

Intervistato assieme allo sceneggiatore anche l’editor Alanna Smith.

 

Secret Empire: Uprising, copertina di J. CassaraLandy – Questi personaggi sono la nuova generazione Marvel. Per alcuni di loro, questo è il primissimo grande evento a cui prendono parte e quasi tutti sono ancora acerbi, come supereroi. Quindi, essere improvvisamente fianco a fianco con coloro che hanno osservato da ragazzini e faccia a faccia contro colui che, in teoria, è il più grande eroe di sempre è un battesimo del fuoco niente male.

Inoltre, la situazione è davvero tosta e la missione è l’opposto di quel che si sarebbero aspettati da un’operazione di spionaggio, perché ad addestrarli e guidarli è la maestra indiscussa di questo genere di cose. Quindi, essenzialmente, devono applicare i suoi insegnamenti nella più inusuale delle situazioni, in cui non hanno l’occasione di fare bella figura come i James Bond di turno.

La storia ha delle implicazioni filosofiche e ideologiche. La cosa bella del progetto Secret Empire è quanto faccia paura. Propone una prospettiva semplicemente terrificante. Il pericolo di perdere di vista quanto questi personaggi siano divertenti, quanto ci si possa immedesimare con loro è dietro l’angolo, proprio perché lo scenario è da incubo. Tuttavia, la sfida di lasciare le loro debolezze emergere, così come il loro senso dell’umorismo, si fa ancora più interessante. Sono adolescenti o poco più che fronteggiano l’abisso.

Smith – Il modo in cui queste storie autoconclusive, satelliti di Secret Empire, sono costruite, le rende parte integrante della trama principale. Quindi, leggendo il terzo numero della miniserie centrale, troverete esattamente il punto di partenza e il presupposto di Uprising, il quale a sua volta si connetterà a quel che segue.

 

Nel cast, Miles Morales, il nuovo Falcon (Joaquin Torres), il Fichissimo Hulk, Ironheart, la nuova Wasp e Viv Visione. Personaggi nuovi in mano a un quasi esordiente nella Marvel, dato che Landy ha all’attivo solo una breve storia di sei pagine per la Casa delle Idee. La trama propone un conflitto fondamentale per giovani protagonisti: come si fa a lavorare contro Capitan America? Come convincersi che proprio lui sia un traditore?

 

Smith – Questo sarà il primo incontro fra Nastasha Romanoff e Nadia Pym. La giovane Wasp ha brutti ricordi e un passato complesso in cui è coinvolta la Stanza Rossa, la terribile agenzia spionistica da cui è stata addestrata Vedova Nera. La storia non ignorerà questo punto. Il tipo di addestramento che Natasha deve impartire ai ragazzi è lo stesso da cui Wasp è fuggita a suo tempo.

Landy – Se questi ragazzi si fossero incontrati in qualunque altro momento, i rapporti fra loro sarebbero stati completamente diversi. In Uprising, Natasha non ha tempo per sorridere, perché il lavoro va fatto e fatto in fretta. Nadia, che è una ragazza luminosa e sempre positiva, divertente, accogliente e ottimista, è il suo opposto speculare e il loro rapporto, per fare un esempio, non può che risultarne alterato.

 

Tanta azione, ovviamente, in una storia che vede il gruppo di protagonisti direttamente contro gli agenti dell’Hydra. Tra gli antagonisti, anche i Freelancers, apparsi da poco in Champions. Landy trova che siano molto divertenti e questa un’occasione incredibile per mettersi alla prova come nuovo scrittore alla Marvel.

 

Landy – Sono un fan di tutto quello che scrivo, quindi non ho problemi a citare le mie influenze, e i miei fumetti sono un misto di tutte le mie esperienze di lettura passate, di tutti i generi che amo e ho frequentato. In pratica, ho imparato a leggere con Spider-Man, da piccolissimo. Leggere fumetti mi ha consentito di essere molto più avanti, alle scuole elementari, degli altri bambini.

Gli eroi della Marvel, inoltre, ti insegnano a coltivare dubbi, a confrontarti con le insicurezze, hanno ogni possibile debolezza umana immaginabile. Sono stati loro, è stata la lettura delle loro avventure sin da piccolo a influenzare il modo in cui ancora oggi costruisco i miei personaggi: li creo alla maniera della Marvel, di Spider-Man, di Indiana Jones, se volete. Persone che sanno fare cose incredibili, ma hanno problemi e guai comunissimi.

 

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Fonte: Comic Book Resources