Dovreste già sapere del ritorno di Warren Ellis ai personaggi Wildstorm, ormai avvenuto negli Stati Uniti. Comic Book Resources ha intervistato Jon Davis-Hunt, artista apprezzato da diversi grandi firme del mondo dei comics per le sue qualità e disegnatore della serie The Wild Storm, collega dello scrittore britannico. Ecco cos’ha dichiarato riguardo la propria carriera e, probabilmente, il più importante incarico a fumetti della sua vita, ad oggi.

 

The Wild Storm #3, copertina di Jon Davis-Hunt

Certo che ero un fan di Jim Lee e di WildC.A.T.s Enorme. Uncanny X-Men è il primo fumetto che abbia collezionato ed è lì che l’ho conosciuto, per poi seguirlo anche alla nascita della Image. Il modo in cui progetta i suoi personaggi è spettacolare e ha una maniera tutta sua di renderli sempre grandiosi. Per quanto riguarda l’architettura dei suoi mondi, ha creato un sacco di universi narrativi in espansione e molto coesi. C’è sempre una mitologia molto profonda in quel che realizza, sin dall’inizio.

Warren Ellis è stato subito chiaro nel dire che questa nuova versione dell’Universo Wildstorm si separa dall’originale e deve avere un’identità visiva specifica, in maniera che i temi della storia siano evidenti, ma non appaiano come un seguito della precedente. Non ho dovuto quindi replicare il lavoro di Jim, che pure mi ha aiutato molto, perché, onestamente, è un artista molto migliore di me. Invece, ho tentato di ricreare i personaggi da zero, con il mio stile personale per poi immergermi in certi topos che omaggiano gli originali.

A proposito di Warren, ero anche un suo grande fan prima di lavorarci assieme. Ho iniziato a seguirlo dal finale di Stormwatch, quando il massacro di quasi tutto il team originale mi sconvolse la mente, mettendomi una voglia pazzesca di leggere The Authority. Ero all’università, all’epoca, ed era fondamentale visitare spessissimo la fumetteria locale per restare aggiornato.

Quel che ho detto prima sul rapporto tra il mio lavoro e quello di Jim vale anche per i disegni di Frank Quitley e Bryan Hitch, che hanno anch’essi lavorato con l’Universo Wildstorm. Ho riletto le storie di Authority firmate da Hitch per prepararmi e anche alcune cose di Quitely. Specialmente il primo mi intimidisce un po’, come paragone, per quella sua prima spettacolare run di quattro numeri. Non so dove trovasse il tempo di disegnare così tanti personaggi in ogni vignetta.

 

Scontato, ma significativo, l’apprezzamento di Davis-Hunt per Warren Ellis, che descrive come uno sceneggiatore incredibilmente specifico nelle sue richieste, spesso anche sulla struttura della pagina e sulla regia delle scene. Sua l’idea di utilizzare una gabbia classica di sei o nove vignette, che contribuisce in maniera importante all’atmosfera della storia che i due stanno raccontando, secondo il disegnatore.

 

The Wild Storm #1, studi di Jon Davis-Hunt

Il mio stile è abbastanza europeo. Il mio disegnatore di riferimento è Katsuhiro Otomo, ma adoro anche Frank Quitely, Alan Davis, Arthur Adams e, ovviamente, Moebius. Sono un malato di dettagli e ho una formazione che comprende anche i videogame, prima di diventare un designer, lavoro che non ti consente di disegnare molto, ma ti insegna a guidare un team creativo.

Mi piace che le cose appaiano contemporanee dal punto di vista estetico e adoro aggiungere alle tavole dettagli o elementi dell’ambientazione che tendenzialmente non appaiono in una storia a fumetti. Lavoro a stretto contatto con mia moglie, che fa un lavoro preziosissimo di ricerca per me. Ha il talento di capire gli elementi estetici e propormi sempre cambiamenti intelligenti.

Il primo personaggio che ho disegnato è Engineer. Warren ha voluto che apparisse come il prototipo per la versione che abbiamo conosciuto in Authority. Mi sono concentrato sulla sua armatura meccanica, quella con tutti i bulloni. All’inizio avevo in mente un aspetto steampunk, ma ben presto ho virato verso il contemporaneo, un esoscheletro ispirato ai più moderni e tecnologici veicoli militari.

Ovviamente ci ho dovuto lavorare su un sacco per essere ceto di saperla realizzare da ogni angolazione. Fuori dalla sua armatura, Angie è un personaggio che colpisce per il suo linguaggio del corpo. Cerco sempre di renderla molto espressiva. Cambia spesso posa e comunica molto con le sue mani. Rompe spesso il contatto visivo, come devo ricordare a me stesso ogni volta che la disegno.

Warren voleva un Grifter più snello. Ho cercato di dagli l’aspetto di un tizio che è appena stato in un negozio per militari per assemblare il proprio costume. Ecco quindi il parka – che ho pensato sarebbe stato un riferimento funzionale e divertente al suo trench originale – un cappotto bello pesante e un cappuccio per restare nell’ombra. Ho suggerito che possa avere parka di diversi colori da usare a seconda delle situazioni. Senza la maschera, è un tipo calmo e rilassato, con i capelli lunghi, sempre sciolto. Un grandissimo personaggio da disegnare.

 

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Fonte: Comic Book Resources