In occasione di Cartoomics 2017 abbiamo avuto modo di fare qualche domanda a Lorenzo Pastrovicchio, coautore del rilancio di PK con Francesco Artibani e, insieme a Casty, di Darkenblot, di cui è in edicola in queste settimane – su Topolino – il prologo alla terza serie.

Si ringrazia lo staff di Panini Comics per la collaborazione, in particolare Jacopo Iovannitti.

 

Ciao, Lorenzo, benvenuto su BadComics.it! Darkenblot 3.0 è alle porte. Quali innovazioni grafiche possiamo aspettarci per l’armatura di Macchia Nera?

È sempre difficile innovare Darkenblot. Ogni volta cerco di migliorare l’armatura rendendola più tecnologica e più “cattiva”, aggiungendoci sempre qualcosa. Questa volta è stata particolarmente dura e, inizialmente, non sapevo come muovermi, fino a quando non è arrivata l’idea giusta. Non posso dire troppo, ma sarà un’evoluzione abbastanza inquietante che è stato divertente realizzare. E non sarà l’unico grosso robot: ce ne saranno altri, anche più terrificanti.

L’esperienza di Darkenblot si chiuderà davvero con il terzo capitolo?

DarkenblotQuesta settimana su Topolino è uscito, di fatto, un piccolo capitolo aggiuntivo. Quel Darkenblot 2.1 che funge da raccordo tra Darkenblot 2.0 e 3.0, e introduce un nuovo, misterioso nemico, oltre a Macchia Nera.

La prossima settimana, poi, ci sarà una piccola, simpatica parentesi che io e Casty ci siamo già divertiti a fare: il film di Darkenblot 2.0, come nel secondo ciclo c’era il film del primo: quindici pagine con Topolino che va al cinema a vedere un film in cui succede di tutto, cose che generalmente non vediamo in una storia di Topolino.

Fra tre settimane, invece, comincia ufficialmente Darkenbot 3.0, ambientato in Giappone, oltre che a Robopolis. Questo terzo ciclo, a mio parere, è il più bello dei tre e all’inizio l’idea era, effettivamente, di chiudere con questo. Ogni volta è difficile realizzare un upgrade per l’armatura. E una sua motivazione.

Macchia Nera non nasce come “uomo delle armature”, non è Iron Man, quindi bisogna creare un contesto giusto. Questa volta lo abbiamo fatto aggiungendo un nuovo nemico. Avremmo un’idea per uno spin-off ma, in Disney, non sarebbe un’operazione facile da mettere in atto, sarebbe una cosa inusuale. Di possibilità ce ne sono tante; se chiudiamo con il 3.0 saremo soddisfatti, ma la porta rimane aperta.

Come ti approcci al design dei personaggi? Da cosa viene questa tua predilezione per i cattivi muscolosi? Pensiamo, oltre a Darkenblot, a Trauma e a Moldrock…

È colpa mia, lo ammetto. Ho una passione per questo genere di personaggi. Ma se dovessi disegnare per la Marvel, non avrei il piacere che, anni fa, pensavo che avrei avuto. Abbiamo visto questi personaggi così tanto, ormai, (anche al cinema) che sarebbe difficile raccontare qualcosa di nuovo.

Lavorare in Disney, invece, mi consente di mettere in atto una contaminazione, di portare elementi elementi del mondo supereroistico in quello dei Paperi e dei Topi. E il fatto che mi venga concesso lo trovo molto divertente: posso inventarmi i “robottoni” e questi “cattivoni grossi” pur rimanendo nel contesto disneyano. E posso divertirmi a farli scontrare.

È un modo per mettere una mia firma, sono l’unico a farlo in modo così marcato. Anche in PK, altri autori hanno sempre avuto approcci differenti, il mio è più da comic-book americano. Mentre, ad esempio, Claudio Sciarrone ha un gusto di regia più legato ai manga e ad altri linguaggi.

Noi due siamo gli autori in cui si notano maggiormente le contaminazioni esterne. Ma, ovviamente, adoro anche il Disney classico: come già annunciato, realizzerò anche una miniserie su Pluto, insieme a Francesco Artibani.

Dopo Darkenblot 3.0 tornerà PK, con Il Marchio di Moldrock. La pagina Facebook ufficiale ha rilasciato alcuni tuoi studi relativi al nuovo capitolo. Puoi darci qualche anticipazione?

Alcuni design sono relativi ai monaci di Dhasam-bul e questo ci fa capire che la trama si sta riavvicinando a Everett Ducklair. Gli altri sono i generali di Moldrock, che sono stati risvegliati, e mi sono divertito moltissimo a realizzarli: sono dei generali, sono dei barbari, non si potevano fare… magri!

Ne Il marchio di Moldrock, ad ogni modo, ci sarà molta azione e, al contempo, molta storia. Francesco Artibani, questa volta, ha dovuto occuparsi delle trame che erano state aperte, come la storia di Everett o di Moldrock stesso. E dopo questa storia ne abbiamo ancora una per chiudere vecchi discorsi lasciati aperti.

Come al solito ci saranno delle novità ma andremo a ripescare quegli elementi che non eravamo riusciti a raccontare in PKNA. E in PK2: Francesco Artibani ci tiene parecchio a PK2, anche più di me, e alcuni elementi della seconda serie saranno ripresi.