Nel terzo episodio della serie TV Marvel/Netflix Iron Fist – Tuono roboante, pugno cannone – diretto da Tom Shankland, Danny Rand, evaso dall’ospedale psichiatrico nel quale era stato internato con l’inganno, chiede aiuto all’unica amica che sembra essergli rimasta, Colleen Wing. Più tardi, il protagonista decide di ricorrere a vie legali per dimostrare di essere davvero chi dice di essere e avere così ciò che gli spetta; l’avvocato da lui scelto è Jeri Hogarth, personaggio già apparso nei serial Jessica Jones e Daredevil, che in passato ha lavorato per il padre di Danny, Wendell Rand.

Nel frattempo continuano le macchinazioni della famiglia Meachum, con i due fratelli Ward e Joy impegnati nella misteriosa acquisizione di un molo newyorkese che sembra avere grande importanza, disposti a sporcarsi le mani pur di avere successo; Colleen decide invece di combattere in pericolosi incontri clandestini al fine di poter guadagnare abbastanza denaro da far restare a galla il suo dojo.

Harold riceve una visita inaspettata presso il suo rifugio segreto: senza vedere di chi si tratti, sentiamo la voce di una donna con accento orientale. Grazie ai credits dell’episodio, possiamo confermare che si tratti di Madame Gao, misteriosa villain di origine cinese che abbiamo già conosciuto in Daredevil e che aveva uno stretto legame con Wilson Fisk. Probabile che dietro l’acquisizione del molo ci siano proprio lei e la Mano, che hanno messo sotto scacco la famiglia Meachum. È inoltre lecito chiedersi se non sia proprio lei Crane Mother (Madre Gru), a capo dell’ordine omonimo menzionato nello scorso episodio.

A questo proposito, di recente abbiamo sottolineato quanto Harold Meachum dimostri effettivamente meno anni di quanti dovrebbe; il suo aspetto è rimasto infatti sostanzialmente invariato negli ultimi quindici anni, e in questo episodio scopriamo che l’uomo dorme in una teca di vetro e assume misteriose sostanze. Harold sembra aver fatto il classico patto col diavolo, dove il “diavolo” sono Madame Gao e la Mano: in cambio di un’innaturale longevità, l’uomo potrebbe aver accettato di sottomettersi al volere dell’organizzazione criminale inscenando la sua morte e – tra le altre cose – accettando di non lasciare mai il suo “santuario”.

Mediante un flashback scopriamo una fase dell’addestramento di Danny in Oriente, quando era solo un bambino, con dei monaci impegnati a prenderlo a bastonate per insegnargli la sopportazione del dolore. Il protagonista menziona poi delle tecniche di combattimento che abbiamo incontrato sulle pagine dei fumetti di Iron Fist, come lo Stile della Tigre – che permette di convogliare la propria forza interiore – e il Pugno del Leopardo.

Infine, due curiosità: il nome da battaglia scelto da Colleen è Daughter of the Dragon (“Figlia del Drago”), chiaro riferimento al nome del duo che compone insieme Misty Knight nei fumetti: Le Figlie del Drago; inoltre, sempre grazie ai credits, apprendiamo che il presentatore dei combattimenti clandestini ai quali partecipa la Wing è Ringmaster, che nei fumetti è un supercriminale apparso per la prima volta sulle pagine di Incredibile Hulk #3, di Stan Lee e Jack Kirby.

Ringmaster

 

BEHIND IRON FIST: