Margaret Stohl, sceneggiatrice di videogiochi e romanziera di successo per giovani adulti, oggi è la scrittrice di Mighty Captain Marvel, che a marzo uscirà con il terzo numero. A seguito degli eventi di Civil War II, Carol Danvers è considerata dall’opinione pubblica la principale protettrice della Terra, la supereroina preferita da tutti. Ma questa popolarità significa davvero che sono tutte rose e fiori nella sua vita?

 

Mighty Capitan Marval #3, copertina di Elizabeth TorqueCarol è la mia eroina in un periodo storico in cui ben poche cose sanno di eroismo. Essere la sua sceneggiatrice mi dà un senso di soddisfazione personale. Ho appena spedito a Sana Amanat l’ultima sceneggiatura del primo arco narrativo e mi sento davvero realizzata. Ovviamente, Sana me la rimanderà indietro almeno un migliaio di volte, ma è per questo che la amo: tiene a Carol tanto quanto ci tengo io.

Scrivere fumetti è davvero diverso dalle mie precedenti esperienze. Lo faccio per amore e non ho mai la sensazione di farlo per lavoro, il che è curioso, perché credo sia una delle cose che richiede più tempo al mondo. Sembra un po’ di essere un chirurgo di pronto soccorso, che non stacca praticamente mai e lotta costantemente contro il tempo. Nel minuto preciso in cui prendi una pausa, ecco un altro paziente che ha bisogno di te. O due.

Si tratta di un processo entusiasmante, in qualche modo, e che dà l’adrenalina. Ho iniziato nel campo videoludico e, secondo me, il fumetto ha la stessa energia, la stessa frenesia produttiva. Inoltre, l’asticella delle aspettative è sempre molto alta. Se non sei all’altezza, i fan della Marvel te lo faranno sapere senza problemi. Ma è una cosa che mi piace, sentirmi costantemente esposta.

Prima di approdare sulla serie, ho scritto alcuni romanzi sulla Vedova Nera. Natasha è un’altra donna forte e all’apice della carriera, che preferisce prenderti a cazzotti invece che avere una discussione a cuore aperto con te. In qualche modo, mi ci immedesimo. Ho un profondo rispetto per questi due personaggi e celebrare i loro difetti più umani è il mio modo di volergli bene.

Carol Danvers, rispetto al passato, è più seria e più colpita. In modo evidente. Le manca l’amicizia di Tony e di Kamala. Le manca la vicinanza di Rhodey e si sente malissimo per Bruce. Carol sta affrontando un sacco di dolore, dopo aver seguito la propria coscienza e aver fatto quel che riteneva giusto, ma ora sa di dover portare la responsabilità delle sue scelte. E lo farà, perché così fa un soldato.

In questo primo arco narrativo, la vedremo alle prese con un misterioso cacciatore di taglie mutaforma. I suoi nemici aumenteranno con l’andare della storia. Prima della fine dei prossimi due archi narrativi, avrà dato un’occhiata importante alla sua eredità umana e a quella Kree, con conseguenze che ancora non è possibile immaginare.

 

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Fonte: Marvel