Comicbook.com intervista Joe Sinnott. Il che significa una firma leggendaria per i comics, l’inchiostratore di alcune delle storie più importanti della Marvel delle origini, tra cui Fantastic Four #5, disegnato ovviamente da Jack Kirby, in cui comparve per la prima volta il Dottor Destino, Victor Von Doom. John Romita, George Perez, John Buscema, Bill Sienkiewicz, John Byrne sono alcuni dei nomi più luminosi che hanno goduto delle sue chine.

Oggi, Joe Sinnott è un signore di novant’anni, ancora ben in grado di tenere un pennino o una matita in mano, come hanno potuto apprezzare l’anno scorso coloro che hanno dato un’occhiata al disegno di Superman realizzato da Jim Lee per gli Inkwell Awards.

Jim Lee per gli Inkwell Awards

Stimolato sui Fantastici Quattro, di cui diventò l’inchiostratore regolare nel 1965, Sinnott ha chiarito, se ce ne fosse bisogno, che quello è il lavoro con cui si sente maggiormente identificato, al fianco di Stan Lee e Jack Kirby, ovviamente. Ai tempi, non aveva alcuna idea di quel che sarebbero diventate quelle storie, della leggenda che stavano costruendo. Era un incarico come ogni altro, ha detto, e nessuno aveva il sospetto di star costruendo un classico.

Silver Surfer, Jack Kirby e Joe SinnottCosì come lavorare assieme ad artisti che oggi guardiamo, noi appassionati di fumetto, con reverenza, era per lui la vita di tutti i giorni, un impegno quotidiano e normale. Stan Lee era colui che per primo ha apprezzato il suo lavoro, stimandolo più degli altri inchiostratori e diventando un grande fan del modo in cui le sue chine valorizzavano gli sforzi dei disegnatori. Il più facile e divertente da rifinire a china? Jack Kirby ha l’onore di detenere la palma, con John Buscema a tallonarlo, in seconda posizione.

Sinnott ha dichiarato di aver sempre dovuto lavorare, per dedizione, nel tentativo di migliorare se stesso, sempre estremamente coscienzioso nel suo lavoro, a prescindere dall’artista che inchiostrava e mai tentato dal rifiutare un incarico minore. Un esempio di professionalità costante, premiato dal fatto di essere annoverato tra coloro che hanno contribuito a creare Galactus, Silver Surfer, gli Inumani, Pantera Nera, l’Uomo Talpa e il già citato Destino e aver aggiunto alla grandezza del Re, Jack Kirby, quel tanto che bastava per rendere leggendari i suoi personaggi.

Guardando al passato, Sinnott conferma: l’eredità più grande che Lee e Kirby hanno lasciato al medium americano è il processo di elevazione dei mezzi e della profondità del linguaggio del fumetto a cui diedero vita, portandolo ad affrontare storie sempre più complesse che in passato, a mettere in scena personaggi più sfaccettati e più realistici.

Una speranza per il futuro? Che finalmente un cineasta riesca a produrre un buon film sui suoi Fantastici Quattro, che faccia giustizia ai personaggi a cui è più legato in assoluto.

 

 

Fonte: Comicbook.com