Trent’anni anni fa, il 12 febbraio 1987, ci lasciava Angela Giussani. Nata a Milano il 10 giugno 1922, a ventotto anni – dopo una breve carriera come modella – inizia a collaborare con la CEA (Casa Editrice Astoria) del marito Gino Sansoni.

Nel 1961, insieme alla sorella Luciana, più giovane di 6 anni, fonda la casa editrice Astorina iniziando a pubblicare Big Ben Bolt di John Cullen Murphy ed Elliot Caplin. Insieme, dodici mesi dopo, danno vita a Diabolik, la prima serie italiana rivolta a un pubblico adulto.

Di seguito trovare il comunicato con cui viene ricordata dalla casa editrice meneghina che lei e la sorella hanno reso una realtà imprescindibile del fumetto nostrano e internazionale.

Come potete vedere dalle immagini in coda all’articolo, Angela Giussani è stata immortalata da Tito Faraci, Mario GomboliPatricia Martinelli, Sergio e Paolo Zaniboni sulle pagine di Scritto nel Sangue (Diabolik 1, del gennaio 2015).

 

ANGELA GIUSSANI

Milanese DOC, affascinante, fotomodella in alcune pubblicità, sportiva, pilota d’aerei e donna intraprendente,
Angela Giussani, con la sorella Luciana, ha creato uno dei personaggi più longevi del fumetto italiano DIABOLIK

Angela GiussaniTrent’anni fa, il 12 febbraio 1987, moriva a Milano Angela Giussani. Sino all’ultimo aveva collaborato con la sorella Luciana alla stesura delle sceneggiature del suo personaggio, quel Re del Terrore nato quasi per caso, nel 1962, dalla sua passione per i romanzi feuilleton di inizio novecento. Già, perché la sua idea era stata di trasferire ai giorni nostri quelle storie “noir” e raccontarle a fumetti, rivolgendosi a un pubblico adulto.

Non ci aveva mai pensato nessuno, prima, e Diabolik segnò l’inizio di una vera rivoluzione nel mondo delle nuvole parlanti. Ci voleva grinta, per imbarcarsi in una simile avventura, diventare imprenditrice di se stessa, affrontare critiche e ostracismi. Ma a Angela la grinta non mancava. Bellissima, aveva fatto la modella di diverse campagne pubblicitarie, aveva preso il brevetto di pilota d’aerei da turismo, praticava diversi sport, amava viaggiare.

Nonostante l’appoggio di Luciana, che presto divenne la sua alter ego creativa, il successo di Diabolik la costrinse a ridimensionare molte delle sue attività (“Mi ha rubato un pezzo di vita”, amava ripetere sorridendo) ma insieme continuarono a girare il mondo con la scusa di cercare ispirazione per le loro storie.

Forse Angela non immaginava che, insieme alla sorella, sarebbe entrata nella storia della “letteratura disegnata”. Forse non si è mai resa conto sino in fondo di quanto si fosse dimostrata rivoluzionaria la sua idea di un cattivo vincente. Forse ci ha lasciati senza prevedere che la sua creatura, a trent’anni dalla sua scomparsa e più di cinquanta dalla prima apparizione, sarebbe stata ancora un mito, un’icona del fumetto italiano. Ma così è stato.