Scott Snyder, attuale sceneggiatore di All-Star Batman, e Tim Sale, celebre disegnatore che ha prestato la sua arte ad alcune memorabili storie dell’Uomo Pipistrello – come Vittoria OscuraIl lungo Halloween – erano presenti alla scorsa edizione del Fan2Sea Comic Con Cruise. In un panel a loro dedicato, hanno parlato dei loro esordi su Batman.

Sale ha esordito citando Lame, prima storia del Cavaliere Oscuro da lui illustrata, scritta da James Robinson e pubblicata originariamente sulla testata Legends of the Dark Knight.

 

Batman #1, copertina variant di Tim SaleSale – All’epoca stavo lavorando sul mio stile, non ero ancora un artista mainstream. Quello fu il mio primo lavoro importante. Avevo anche già lavorato su Challengers of the Unknown con Jeph Loeb, cosa che non rendeva possibile la realizzazione di una nostra storia di Batman, perché su Legends of the Dark Knight non era permesso replicare una collaborazione tra artisti che avesse già avuto luogo in precedenza. Così mi misi a supplicare in ginocchio Archie Goodwin, e la storia dello Spaventapasseri divenne uno speciale di Halloween.

Il mantello è molto importante per me, ma non punto a una resa realistica, sarebbe sciocco. Resta però un elemento incredibile da valorizzare: cerco di disegnare sempre in modo virtuoso, creando degli effetti particolari e utilizzando uno stile cartoony non semplicemente per il gusto di farlo: Batman e Hulk sono personaggi con cui puoi osare moltissimo.

Snyder – Come autore, sento che se non cercassi di mettere a disagio i lettori sarei davvero noioso. Quando cominciai, il mio approccio era però di puro terrore: mi spaventava davvero l’idea di scrivere di lui. Venni catapultato sul progetto prima di sentirmi davvero pronto. Stavo scrivendo le storie in appendice a Detective Comics e non pensavo che le cose si sarebbero evolute così in fretta. Questo mi ha portato a raccontare come Batman mi abbia reso coraggioso riguardo a ciò che mi spaventa. Lo Specchio Nero parla proprio di come la città cambi e di come Dick Grayson, pur terrorizzato, debba diventare un eroe migliore.

La Corte dei Gufi è stato qualcosa di simile, perché all’epoca io e mia moglie ci eravamo appena trasferiti a Long Island, e il primo anno lì è stato davvero duro. Avevamo solo un’auto, che serviva a lei per recarsi alla scuola di medicina, e lì non si può girare a piedi. Ricordo che mi sentivo molto giù. L’editor di allora, Mike Marts, mi offrì di lavorare su Batman: la cosa mi terrorizzava perché non sapevo come scrivere di Bruce. Dick Grayson mi veniva più semplice, perché è un individuo che mostra le sue emozioni, cosa che ci ha fatto subito sincronizzare, mentre Bruce è tipo “basta piagnistei, andiamo.”

 

Sale ha poi parlato del personaggio di Robin, uno dei protagonisti di Batman: Vittoria Oscura.

 

Sale – Era già da un po’ di tempo che Jeph voleva realizzare una storia con Robin. Come saprete, lavoriamo sempre su storie fuori continuity, ambientate nel passato. Mi sono divertito molto, ma c’è voluto un po’ di tempo perché mi abituassi all’idea di Robin, perché ho sempre visto Batman come un personaggio solitario.

 

Infine Snyder ha parlato dei nemici di Batman, in particolare dell’Enigmista:

 

Snyder – Per come la vedo io, il modo migliore per rappresentare un cattivo è individuarne gli aspetti che mi spaventano. L’Enigmista, per esempio, non è mai stato molto spaventoso, ma uno dei tanti aspetti di Batman è essere il più grande detective del mondo, e le mie abilità di detective sono pari a zero, cosa che mi rende complesso scrivere di questo lato. Quindi quello che mi faceva paura era questa vocina che diceva “non sei abbastanza intelligente”. Nessuno ha le risposte a quelle domande che ti tengono sveglio la notte, e c’è qualcosa di decisamente terrificante in un cattivo che incarna tutto ciò.

 

 

Fonte: Newsarama