Lo si poteva intuire dalle anticipazioni di Sergio Bonelli Editore per il 2017 di Dylan Dog, ma ora è ufficiale: Andrea Accardi è il nuovo copertinista della collana Old Boy, dedicata alla continuity pre-rilancio (quella in cui Bloch è ancora in servizio a Scotland Yard, per capirci). L’artista di origini siciliane va a sostituire stabilmente Gigi Cavenago, passato a curare le copertine della testata regolare dell’Indagatore dell’Incubo dal numero 363, Cose perdute.

Torna dunque a rinsaldarsi il sodalizio con Roberto Recchioni, curatore delle serie di Dylan Dog, con il quale Accardi ha realizzato due episodi di Le Storie, La redenzione del samurai e I fiori del massacro, dedicati al genere chambara (il cappa e spada del Sol Levante) che presto daranno luogo a una serie. Ultimamente abbiamo visto questo tandem creativo anche sui prologhi e gli epiloghi della quarta stagione di Orfani, Juric, la miniserie di tre albi sceneggiata da Paola Barbato.

Attualmente i due sono impegnati sulla terza storia dei Samurai e sull’ultima stagione di OrfaniSam.

Di seguito vi proponiamo uno stralcio dell’intervista che Accardi ha rilasciato a Franco Busatta, riguardo al suo nuovo incarico, oltre a un’interessante carrellata di sketch: si tratta di bozze con soggetti alternativi a quello utilizzato per la copertina di Maxi Dylan Dog – Old Boy 29 (albo in uscita il 24 febbraio), le due fasi di lavorazione e il risultato finale.

 

Roberto Recchioni, oltre ai necessari ragguagli sulla scena da rappresentare, mi ha suggerito alcune indicazioni sullo stile e quindi il tono generale da dare alla copertina… Ne ho dedotto l’intenzione di proseguire il lavoro svolto dall’illustrissimo Angelo Stano sulle copertine della serie regolare di Dylan a partire dal n. 325, Una nuova vita. […]

Una delle indicazioni di Roberto concernenti lo stile riguardava proprio l’ultimo Mike Allred. Conosco e stimo il suo lavoro e non mi sembra neanche così lontano dal mio approccio al disegno e alla cromia in generale. Poi però, per questa copertina, il risultato credo sia ben lungi dal poter essere paragonato.

 

 

Fonte: Sergio Bonelli Editore