Alla scorsa Lucca Comics & Games, Panini ha presentato l’ultimo lavoro dei Paguri, vale a dire Emiliano Pagani e Daniele Caluri. Ormai dovreste saperlo: si intitola Slobo & Golem, è il primo spin-off della serie Nirvana ed è dannatamente violento e divertente. Quindi ci è piaciuto tanto. Ne abbiamo parlato con i due autori, ed ecco a voi cos’è rimasto di pubblicabile in questa intervista, impreziosita da due chicche in esclusiva per le quali ringraziamo Daniele ed Emiliano: due tavole a matita prima dell’inchiostrazione, opera di Bruno Cannucciari, e dell’editing.

 

Emiliano, Daniele, ciao! Bentornati su BadComics.it. Slobo & Golem è stato un successo di pubblico e di critica. Ve lo aspettavate? Dimostrateci pure tutta la vostra comprensibile soddisfazione.

Sinceramente, no. Cioè, noi siamo sempre soddisfatti di quello che facciamo (siamo molto pignoli e non pubblicheremmo mai qualcosa che non ci entusiasma), ma non siamo mai sicuri di quella che potrà essere la risposta dei lettori. Questo perché facciamo principalmente cose che divertono noi (è questo il nostro motore) e siamo consapevoli di avere gusti spesso molto, ma molto, ma mooolto diversi da quelli del grande pubblico, almeno stando alle classifiche di gradimento, ai consigli dei siti specializzati e ai like su Facebook.

A chi è venuta l’idea – molto azzeccata, aggiungiamo noi – di un formato differente e più prestigioso per questo spin-off di Nirvana? Se è di qualcuno che lavora per Panini Comics potete anche mentire e prendervene il merito.

Purtroppo sì, l’idea – molto azzeccata anche secondo noi – è venuta ai nostri editor di Panini. Il formato diverso, rispetto alla serie regolare, e più prestigioso può risultare indigesto ai tanti autistici del collezionismo, ma ci sembra più adatto al nostro modo di raccontare e sicuramente in grado di valorizzare meglio i disegni e l’atmosfera delle nostre storie.
Anzi, a ben vedere, l’intero Nirvana avrebbe meritato un formato del genere, solo che purtroppo ce ne siamo resi conto a serie già inoltrata.

Con il numero 14 di Nirvana avevate messo la parola fine – con una certa risolutezza – alla vostra creazione. Com’è nata la voglia di tornare su quell’universo narrativo per creare uno spin-off?

La voglia ci è tornata Lucca Comics 2015 quando, ad alcuni mesi dalla conclusione di Nirvana, ci siamo trovati di fronte a numerosi lettori che avevano scoperto il fumetto a serie conclusa, grazie alle raccolte pubblicate da Panini e al passaparola, e ci chiedevano di continuare.

Naturalmente la cosa era fuori discussione, perché pensiamo sempre che ogni cosa debba avere un inizio e una fine e Nirvana era arrivato alla sua naturale conclusione. Però Nirvana era un fumetto corale, per realizzare il quale avevamo creato, caratterizzandoli, un’ampia serie di personaggi che si erano radicati nell’immaginario dei lettori (e anche nel nostro). E quindi ci siamo chiesti se non fosse il caso di mettere su carta le idee relative ai diversi personaggi che erano rimaste inespresse.

Perché, tra tanti comprimari della serie, la vostra scelta è caduta sui due sicari di Occhionero Ronson?

Perché, ricollegandoci alla risposta precedente, erano quelli che si erano maggiormente radicati nell’immaginario nostro e dei lettori. Le caratterizzazioni che avevamo dato loro ci hanno permesso di costruire dialoghi e situazioni che ci hanno fatto divertire un sacco, e allora ci siamo chiesti: perché non realizzare uno spin off su di loro?

Lo abbiamo proposto a Diego Malara, il nostro editor in Panini, che ha accettato fin da subito con entusiasmo. Poi c’è presa bene e abbiamo proposto di riprendere il discorso con altri spin-off dedicati almeno ai personaggi principali, realizzando storie che possano andare a riallacciarsi alla trama principale, ma che, al contempo, siano anche godibili da parte di chi Nirvana non lo ha mai letto.

Nella recensione di Slobo & Golem, parlando dei protagonisti, abbiamo fatto riferimento a Vincent Vega e Jules Winnfield di Pulp Fiction. Ci abbiamo preso? A chi altri vi siete ispirati per la loro genesi (scusate per “genesi”)?

In verità, no. Sì, ricordano i due killer di Pulp Fiction (film che amiamo, tra parentesi) ma solo come abbigliamento. Per la loro caratterizzazione non ci siamo ispirati a nessuno in particolare, abbiamo solo immaginato una coppia di freddi e spietati assassini, dei quali uno è un grande energumeno completamente pazzo con punte di sadismo e che si spaccia per ebreo per avere una Grande Causa da vendicare (come, appunto, il Golem), mentre l’altro è un raffinatissimo e freddo intellettuale bosniaco, che ha perso ogni briciola d’umanità durante la guerra nei balcani.

Ecco, da queste premesse abbiamo iniziato a costruire, anche graficamente, i personaggi. Ma tutto questo è avvenuto in fase di progettazione della serie di Nirvana. Sì, perché prima di iniziare a far vivere dei personaggi ci piace creare una loro storia che magari non apparirà mai nel fumetto, ma che serve a noi per poterli gestire al meglio. Con tutto questo lavoro alle spalle è stato poi relativamente semplice creare una storia per lo spin-off.

Il soggetto di questa storia è nato pian piano nel tempo o l’idea generale vi è venuta di getto?

L’idea principale è nata durante uno dei nostri brainstorming che solitamente avvengono al mare, durante un grigliata a base di pesce o nel corso di un viaggio in auto per andare in qualche fiera, o a fare quale serata. Abbiamo pensato che sarebbe stato divertente raccontare come si sono conosciuti e che, visto il passato di Slobo, l’occasione giusta sarebbe stata proprio la guerra nei Balcani. Ecco, individuato lo scenario principale, tutto il resto è venuto nell’arco di una mezz’oretta, aggiungendo un ingrediente alla volta: cosa ci facesse laggiù Golem; chi fosse Slobo; quale fosse il motivo del loro incontro e quale l’obiettivo da perseguire, etc… etc…

L’impressione è che in Slobo & Golem vi sia stata data ancora più libertà creativa rispetto alla serie regolare. Ci è parso un fumetto più in linea con il vostro modo di intendere la satira e l’umorismo. Come spiegate questa differenza?

Mah… in verità la libertà creativa non ci è mai stata negata da nessuno degli editori con i quali abbiamo lavorato (vera e propria conditio sine qua non) , tantomeno da Panini che, anzi, ci ha sempre spinto a fare quello che volevamo, quindi sinceramente non sappiamo cosa dire. Se c’è veramente l’impressione che Slobo & Golem sia più “nostro” rispetto a Nirvana, forse è dovuto a una maggior consapevolezza dei nostri mezzi riferiti a determinati linguaggi, in un ambito diverso da quello nostro usuale e con altri personaggi.

Gli albi di Don Zauker, che tanto successo hanno avuto, sono venuti dopo anni e anni di episodi brevi nei quali avevamo imparato a sfruttare appieno il personaggio. Nirvana è nato dal niente e mano a mano che andavamo avanti abbiamo corretto alcune cose e imparato a gestirne meglio altre. Ci siamo sentiti sempre più a nostro agio, e Slobo & Golem è solo l’ultima tappa (in senso strettamente cronologico) di questo percorso.

E poi, sinceramente, c’era la voglia di creare qualcosa di profondamente e radicalmente diverso da tutto un modello di fumetto che va di moda o che si sta affermando in questi anni. Ecco perché teniamo così tanto a questo albo: a prescindere da cosa e come viene raccontata la storia che contiene, per noi rappresenta la nostra voce in risposta a diverse cose che sono di moda, ma che spesso troviamo banali, compiacenti, quando non addirittura dilettantesche e puerili. È un po’ una nostra valvola di sfogo, via.

Avete già anticipato che Slobo & Golem non resterà un progetto isolato: ci potete dire a quali storie state già pensando? State già lavorando alla prossima, vero? A noi potete dirlo.

Ovviamente. L’idea è di fare uno spin-off di ogni personaggio principale, con toni, atmosfere e, volendo, anche stili diversi, a seconda del personaggio scelto (per dire: pensavamo di farne uno anche dell’Ippopotamo Stefano, completamente muto e con disegni da colorare). In questo preciso momento stiamo lavorando all’episodio dell’Ispettore Buddha che, insieme a Slobo e Golem, è sicuramente il personaggio più amato, forse anche perché ha le fattezze e la delicatezza di Bud Spencer.

Ci sono altri progetti extra-Nirvana in cui siete coinvolti e di cui volete parlare ai lettori di BadComics.it? (Non vale rispondere “No.”)

Bah… in verità di progetti ce ne sono tantissimi, ma non possiamo dire niente, al momento.
E non è per tirarcela, ma piuttosto perché si tratta di cose ancora da definire e finché non siamo sicuri che una cosa la faremo davvero non ci piace parlarne.

Diciamo che in questo momento Emiliano sta lavorando a un volume per Tunué, con i disegni strepitosi di Bruno Cannucciari. Si tratterà della prima storia dai toni non umoristico/satirico/grotteschi, quindi una bella novità.

Daniele è al lavoro su un Dylan Dog, con la sceneggiatura di Gabriella Contu, ma è in uscita – non sappiamo ancora quando – un Dylan tutto nostro, consegnato lo scorso giugno e facente parte della serie regolare. Il futuro ci vedrà ancora impegnati – insieme – su un albo dell’Indagatore dell’Incubo e poi, se tutto va bene, in un nuovo progetto completamente folle, con un altro editore, ma del quale è troppo presto per parlare.

E poi sicuramente in un altro albo di Don Zauker, visto che cominciamo a sentirne la mancanza.

Vorremmo concludere questa intervista con una riflessione sulla satira e sulla comicità. Spesso le due cose vengono confuse, a volte persino dagli addetti ai lavori: ci aiutare a spiegare ancora una volta la differenza tra le due, rimarcando la libertà che deve avere la prima?

Ti preghiamo: no. Non un’altra volta. In questi ultimi tempi, complici anche eventi drammatici che hanno scosso tutto l’Occidente, siamo tornati a parlare di queste cose in interviste e sui social, spesso attirandoci gli strali di chi rifiuta di accettare l’idea di cosa possa fare la satira e quale sia il suo fine ultimo. Naturalmente degli strali non ce ne frega alcunché, ma è la ripetitività che ci ammazza.

Mettiamola così: se sollevi un ragionamento critico che ti sedimenta nella testa per giorni o anni, anche facendo leva sulla volgarità più bieca, sulla mancanza di rispetto, sui tabù, sul buon costume, fai satira. Se sollevi risatine, magari anticipandole in prima persona per avvisare il pubblico o per far ridere e compiacere quelli che invece dovresti attaccare, fai Crozza.

Se punti alla velocità, al cinismo, alla voglia di sorprendere e di esserci, commentando ogni singolo fatto di cronaca, in cerca di like, sei solo uno dei tanti battutisti da Facebook ed hai la stessa funzione della pagina delle barzellette della Settimana Enigmistica.

Nirvana: Slobo & Golem, copertina di Daniele Caluri