Un terzo fumetto Marvel dedicato a Pantera Nera che vede coinvolto Ta-Nehisi Coates, ormai sempre più padre putativo del personaggio. Si intitola Black Panther & The Crew e vede nuovamente Yona Harvey, poetessa di colore già coinvolta in World of Wakanda, come co-autrice, e ai disegni Jackson Guice.

T’Challa vivrà avventure assieme a Tempesta, Luke Cage, Misty Knight e Manifold ad Harlem, in una serie decisamente connotata etnicamente. I due autori ne hanno parlato sulle pagine del Time.

 

Black Panther & The Crew #1, copertina di Butch GuiceCoates – Si tratta di un revival di The Crew, fumetto di Christopher Priest che ancora oggi è considerato il prodotto culturalmente più black della storia Marvel. Pantera Nera non c’era, allora, ma era in qualche modo coinvolto per la presenza di personaggi a lui legati.

Era un fumetto unico nel suo genere, con tutti protagonisti di colore e che ho riletto quando mi hanno contattato alla Marvel, per riassorbire un po’ del suo spirito. Avrei volentieri riproposto la vecchia formula e i vecchi personaggi, ma alcuni, per varie ragioni, non erano disponibili. Quindi si è deciso di procedere a una rielaborazione e di pensare a qualcosa di originale.

La vecchia versione era una grande storia poliziesca, elemento che in parte rimane nella nostra, ma con un’ambientazione molto legata alla Guerra Fredda. Sono un novellino, ancora oggi, nel mondo del fumetto e delle sue anticipazioni, quindi sto cercando di darvi un’idea senza rivelare troppo della storia.

L’idea di base è che tutti questi personaggi, per ragioni differenti, hanno dei problemi nel quartiere di Harlem. Nei fumetti esiste la categoria degli eroi metropolitani, che vivono storie per lo più a livello strada. Daredevil, Luke Cage e altri, si occupano del crimine più comune. Poi ci sono i grandi gruppi che affrontano minacce su vasta scala. Nel nostro team, ci si occuperà un po’ di entrambe le cose. Cosa significa dover salvare il mondo e il quartiere? Come sono connesse le due cose?

 

La storia prende le mosse dalla morte di un attivista politico nero, sotto custodia della polizia. Un tema caldissimo negli Stati Uniti odierni, ispirato a Coates dal movimento Black Lives Matter e direttamente connesso alla realtà contemporanea. L’autore, al pubblico generalista di Time, ha spiegato che non è la sua doppia carriera di giornalista e fumettista a spingerlo a toccare temi sociali e politici, ma che si tratta di una componente da sempre esistente nei comics.

 

Coates – Anche in Pantera Nera questa componente è presente. Abbiamo ad esempio affrontato la condizione della donna, parlando della guardia personale di T’Challa, re di Wakanda, del sessismo implicito nel concetto di avere solo protettrici donne. Pensate che in alcune versioni precedenti c’erano Dora Milaje di sedici anni. E parliamo di soli quindici anni fa. Oggigiorno, fortunatamente, la narrativa ha una sensibilità diversa nei confronti di vari argomenti, come le relazioni omosessuali.

Si tratta di un tema, quello del femminismo e dei rapporti tra i generi sessuali, a cui ho intenzione di continuare a prestare attenzione. Non c’erano donne, ad esempio, nell’originale Crew di Priest. Una volta che era chiaro che non avrei avuto a disposizione il cast di allora, mi è sembrato sbagliato mettere assieme un gruppo di cinque maschi. Quindi anche questa nuova serie vi pone attenzione sin dalla sua concezione.

La storia sarà ambientata ad Harlem perché è stata casa mia per sette anni e perché amo il quartiere. Mi pare che il padre di Tempesta fosse di Harlem, Misty e Luke hanno forti connessioni con la zona. Non volevo riproporre il quartiere immaginario delle storie di Priest, ma restare aderente alla realtà, ai condomini che conosco, a Lenox Avenue, anche perché questo mi ha consentito di raccontare eventi e scrivere battute che hanno un senso proprio ad Harlem e non altrove.

Harvey – Nel maneggiare queste forti figure femminili che scriviamo nel fumetto, mi chiedevo se stavamo parlando dei problemi delle donne della nostra cultura, se stavamo ritraendo o meno la loro paura di uscire di casa ed essere in pericolo, e cercavo di dare profondità a questi temi. Credo che gli uomini che scrivono storie di donne pensano che il massimo dell’ansia sia il terrore di un’aggressione, ma non è così. Non camminiamo per strada convinte di dover essere salvate da qualcuno.

Parlare di problemi razziali e di genere sessuale a fumetti è una sfida interessante. Credo possa dare ai lettori un’idea diretta della contemporaneità, ma in uno spazio che lascia grande libertà alla creatività e dà modo alla storia di svilupparsi. C’è una tensione positiva tra il reale e il fantastico, in queste storie.

Ora che sono più a mio agio con il mezzo del fumetto, ho smesso di fare resistenza nei confronti della mia natura di poetessa. All’inizio pensavo che potesse influenzarmi negativamente, ma poi ho capito che potevo abbracciare il mio metodo poetico: l’analisi dei piccoli dettagli al centro delle grandi storie. Inoltre, mi ha aiutata a dare una voce personale ai personaggi, immaginando la loro personalità e sensibilità poetica più interiore. Un piccolo trucco che ho sviluppato.

Black Panther & The Crew #1, studi di Butch Guice

 

 

Fonte: Time