Una delle serie più attese di questa fase dell’iniziativa Marvel NOW! è certamente Occupy Avengers. All’indomani dell’uscita del primo numero, lo sceneggiatore David Walker è stato intervistato da Comic Book Resources. Ovviamente, nel riportarvi le sue dichiarazioni più interessanti, cercheremo di evitare di entrare troppo nel dettaglio, ma non potremo evitare qualche importante SPOILER. Siete avvisati.

 

Occupy Avengers #1, copertina di Agustin Alessio

Credo che Occhio di Falco, dopo tutto quel che gli è successo ultimamente, sia anche più impulsivo che in passato. Una delle cose che abbiamo cercato di stabilire, dietro le quinte, prima di iniziare la serie, era la presenza o meno dei suoi dialoghi interiori, diventati tipici nell’ultimo anno. Inizialmente, per amore del suo personaggio, ho pensato di continuare, ma mi sono accorto che, in questo nuovo contesto, sarebbe diventato noioso molto in fretta. Ecco perché ogni numero di Occupy sarà narrato da un personaggio diverso.

Red Wolf ha questo compito nel numero #2, il che ci permetterà di scoprire molto di lui. Alla fine, tutti i membri del gruppo avranno narrato almeno un albo, dandoci un punto di vista privilegiato sulla loro interiorità. Avremo un’idea di chi sono e del perché stiano assieme, di quanto le loro maglie siano decisamente più larghe rispetto al classico team di Avengers. Ad ogni modo, avrei preferito non avere Clint come narratore prima del numero #6, ma la storia del terzo albo lo ha quasi imposto.

Fino al sesto numero, vedremo Red Wolf e Occhio di Falco ancora impegnati a capire che razza di relazione ci sia fra di loro. Sto scrivendo il pellerossa con uno stile molto complesso, in modo che la sua personalità risulti difficile da afferrare. Dopotutto non è la persona più comunicativa del mondo e lasciare che sia lui a presentare la sua missione, i suoi obbiettivi e i suoi pensieri lo rende ancora più criptico.

Pian piano, il gruppo si arricchirà di membri e una delle cose interessanti sarà capire come mai tutti loro scelgano di avere Clint Barton come leader naturale, non ufficiale. Sfortunatamente, non posso ancora dirvi chi siano questi nuovi compagni di squadra, dato che ancora non sono stati svelati, ma le dinamiche saranno curiose. Procediamo lentamente nel costruirle. Ci saranno nuovi incontri nel numero #3 e poi ancora nel #5, dove avremo ormai il gruppo al completo.

 

Ci saranno anche parecchi chiarimenti su Nighthawk, che sarà una sorta di satellite, non un membro stabile del gruppo, anche per la sua rivalità con Occhio di Falco. Verrà spiegato come i due si siano incrociati, ci saranno chiarimenti sul personaggio e sulla sua transizione tra la fine della serie in solitaria e gli eventi di Occupy Avengers. Inoltre, David Walker ha suggerito che Tilda Johnson, ex villain nota come Nightshade, nonché comprimario di Nighthawk, ha buone possibilità di comparire nella serie.

 

Il contrasto caratteriale tra Nighthawk e Clint è palese e fortissimo. Il primo, per me, è un po’ come Batman nel contesto della Justice League. Non ho mai capito perché il Pipistrello facesse parte di ogni singola missione di quel gruppo, dato che per sua natura è misantropo e solitario. Da ragazzino mi chiedevo sempre che senso avesse. E così Nighthawk non ha bisogno di essere presente in ogni singolo numero di Occupy Avengers, ma c’è una storia che lo riguarda, da raccontare.

Il fatto è che, per quanto Clint, ad esempio, sia chiaramente essenziale in questo fumetto, il team non ha realmente una guida. Si tratta di un gruppo di potenziali leader che non hanno alcuna voglia di essere il capo di nulla. Ci saranno momenti in cui questo ruolo sarà assunto, per necessità da uno di loro, in maniera consapevole della presenza e dell’importanza degli altri, in modo quasi naturale. E questa sarà un po’ la dinamica ricorrente nella storia.

 

I primi quattro numeri saranno disegnati da Carlos Pacheco, mentre dal numero #5 sarà Gabriel Hernandez Walta a occuparsi delle matite. Quest’ultimo avrebbe dovuto firmare la serie sin dall’inizio, ma ha chiesto una proroga per finire le tavole di Visione. Un cambiamento stilistico importante tra due artisti molti diversi a cui Waker confessa di chiedere molto, forse troppo, a volte, con sceneggiature davvero ricchissime di storytelling.

 

Sarei felicissimo se potessimo vedere gli Occupy Avengers e i Champions fianco a fianco, prima o poi. Credo che i due gruppi abbiano delle somiglianze in termini ideologici, ma siano divisi sotto l’aspetto generazionale e mi piacerebbe mostrare che hanno in realtà meno in comune di quanto la gente possa pensare, proprio perché i primi sono tutti adulti, mentre i secondi sono per lo più adolescenti.

Sarebbe una strana dinamica quella fra i due team, che dovrebbe ricordare quando un tizio sui quaranta dice a uno sui diciotto: “Quando io avevo la tua età…”. Ed ecco il più giovane che butta gli occhi all’indietro ed esclude l’adulto in maniera completa. C’è questa convinzione degli adolescenti di essere i primi nell’universo a passare attraverso certe esperienze e contemporaneamente il paternalismo degli adulti che sarebbe interessante da raccontare.

 

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Fonte: Comic Book Resources