Lo sceneggiatore P. Craig Russell torna così a lavorare su un testo di Gaiman, dopo aver già curato le versioni a fumetti di Coraline e Il figlio del cimitero, e questa volta verrà affiancato dal disegnatore Scott Hampton (Doc Savage, Batman: Legends of the Dark Knight) per i 27 numeri che compongono il progetto targato Dark Horse.
Le copertine saranno di Glenn Fabry (Preacher, Hellblazer) e Adam Brown (Deadpool vs. Carnage, Predator vs. Judge Dredd vs. Aliens) ma il primo numero potrà vantare anche due variant cover realizzate da David Mack (Alias, Daredevil) e Dave McKean (Sandman, Hellblazer).
Nel corso della serie, gli albi ospiteranno inoltre delle illustrazioni realizzate da Walter Simonson (Thor, Star Wars), Mark Buckingham (Fables, Peter Parker: Spider-Man), Colleen Doran (The Vampire Diaries, The Sandman) e altri ancora.
In American Gods: Shadows #1, non appena Shadow esce di prigione scopre che sua moglie è morta. Distrutto dal dolore e incerto sul futuro, incontra Wednesday, che lo assume come guardia del corpo; questo nuovo impiego porterà Shadow a conoscere mondo sovrannaturale dove i fantasmi del passato tornano in vita, mentre una guerra tra antiche e moderne divinità raggiunge un punto di svolta.
Russell – Adattare l’osannato best seller di Neil Gaiman è un’impresa enorme. È un romanzo di oltre 500 pagine che Dark Horse pubblicherà come fumetto da 27 numeri. Ammiro la freschezza della visione di Neil, il piacere con cui ha esplorato i vicoli e le strade secondarie dell’America, descritte con gli occhi di un autore cresciuto in Inghilterra. American Gods è stato il primo romanzo che Neil ha scritto dopo essersi trasferito in America e parla di strani personaggi e divinità giunte negli Stati Uniti. Li ha immaginati come solo un nuovo arrivato avrebbe potuto fare.
Disegno fumetti da 44 anni e anche se c’è una grande soddisfazione nell’ultimare le tavole, la mia più grande soddisfazione è pianificare l’adattamento attraverso bozzetti e studi dei personaggi, sviluppare l’aspetto che poi avrà l’opera. Perciò è stata una gioia avere l’esperienza di un artista come Scott Hampton applicarsi sui disegni finali; avevamo già lavorato assieme e lui è stato la mia prima scelta per produrre quest’opera in coppia.
Fonte: Huffington Post
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