Civil War II ha già cambiato molto del panorama dell’Universo Marvel. Brian Michael Bendis, intervistato da Comicbook.com ha parlato in maniera approfondita del suo finale e delle conseguenze ancora da venire.

Dovrebbe esservi già chiaro, a questo punto, che l’articolo è colmo di SPOILER. Siete avvisati.

 

07. Civil War II #4, di Brian M. Bendis e David Marquez, copertina di Marko Djurdjevic - MarvelPassare da sette numeri a otto della miniserie principale non ha cambiato gli eventi, ma solo il modo in cui li abbiamo raccontati. Abbiamo pensato soprattutto alla dinamica visiva dei poteri di Ulysses e, soprattutto, al suo destino. Sin dalla progettazione iniziale di Civil War II, abbiamo discusso moltissimo al riguardo. Ucciderlo? Farlo diventare un Vendicatore o un membro attivo del gruppo degli Inumani? Farlo impazzire? Le opzioni erano moltissime.

La tragedia lo insegue costantemente e lui sa perfettamente che alcune delle sue visioni di catastrofe sono destinate ad accadere. Alcune, colpiranno proprio lui. Tuttavia, essendo un giovane idealista il cui cervello, improvvisamente, è invaso da immagini di morte e distruzione, non può che ritrovarsi cambiato dall’esperienza traumatica che sta passando. La domanda è: si troverà cambiato in peggio tanto da diventare uno dei cattivi?

La soluzione che mi ha sempre intrigato di più è quella di una evoluzione che lo porti molto al di là sei suoi poteri di sostanziale profilazione, al di là di ogni potere che gli Inumani abbiano mai sperimentato, e lo porti verso altri luoghi dell’Universo Marvel, dove possa essere, magari in futuro, il motivo di nuove storie interessanti. Come catturare sulla pagina questa evoluzione è stato però un problema non da poco e che ci ha richiesto più pagine rispetto a quelle previste. Una storia in cui sono Eternità, gli Anziani del Cosmo e personaggi del genere, non può risolversi in poco spazio. Chiama a sé doppie splash-page.

 

Bendis parla del finale della serie e dell’evento che trasforma Ulysses in ciò che deve diventare come un momento risolutivo di tutta quanta la storia, che raccoglie indizi, svolte, istanti importanti e meno importanti della saga e dà loro un senso, illustrando anche i poteri dell’Inumano in maniera estesa e finalmente dando loro una spiegazione.

 

5. Civil War II #2, di Brian M. Bendis e David Marquez, copertina di Marko Djurdjevic - MarvelNelle ultime pagine ci sono contributi di Andrea Sorrentino, Alan Davis e Mark Bagley: ognuno di loro ha trattato un personaggio, un gruppo o un momento che lo riguarda come disegnatore. Si tratta di un finale di cui andiamo molto orgogliosi, visivamente molto particolare nell’interpretazione e che rende Civil War II una saga in qualche modo sorella di Age of Ultron così come di Avengers, e riconnette molte delle fila del nostro lavoro alla Marvel degli ultimi mesi.

Alcune delle visioni che vi poniamo di fronte riguardano eventi già raccontati, futuri possibili come quelli di Giorni di un Futuro Passato o Age of Ultron, mentre altre sono chiare anticipazioni di Mosters Unleashed e Inhumans vs. X-Men. Flash di un futuro prossimo sono inframmezzati da altri, avvertimenti di quel che potrebbe accadere.

Ulysses è chiaramente destinato a tornare a giocare un ruolo nell’Universo Marvel. Ho già un paio di idee per lui che lo porrebbero sullo stesso piano di esseri come il Collezionista, ma non sto lavorando, al momento, su serie di genere cosmico che mi permetterebbero di sperimentarle. Penso che ci siano un paio di sceneggiatori che potrebbero appropriarsene e che vi sorprenderanno quando meno ve l’aspettate.

 

Bendis ha dunque parlato del dibattito sul finale della contesa tra Iron Man e Capitan Marvel, raccontando un aneddoto sulla conclusione della prima Civil War.

 

Civil War II #1, copertina di Marko DjurdjevicA quegli incontri in cui dibattevamo su chi avrebbe vinto, come e quale fine avrebbe fatto lo sconfitto, capitò che a Joe Quesada arrivasse un messaggio di Joss Whedon che chiedeva se poteva fare un salto. Joss entrò in una stanza divisa in due sulla questione e divenne un po’ l’ago della bilancia. Gli gettammo tutto quanto addosso. Fu un momento divertentissimo.

In questo caso, invece, ho tentato di evitare dibattiti troppo accesi e lunghi scrivendo il finale dello scontro nel documento iniziale di progettazione dell’evento. Doveva rimanere quello, a meno che non fosse accaduto qualcosa che ci avrebbe convinto di doverlo cambiare per renderlo migliore, più potente e più risolutivo.

Abbiamo ascoltato il dibattito tra i fan, abbiamo letto le loro opinioni, abbiamo stimolato la discussione e apprezzato la passione. Ognuno ha detto la sua su cosa fosse sensato accadesse, su chi sia il proprio preferito, su quale finale avrebbe voluto vedere. Quel che posso dirvi è che ciò che c’è nelle pagine dell’ultimo numero corrisponde al novanta percento a quanto c’è scritto in quel famoso documento iniziale. Il che, per me, è un risultato non da poco, dato che non sarebbe stato strano essere sorpresi da questa storia enorme e così complessa.

 

 

Fonte: Comicbook.com