Tito Faraci, grandissimo sceneggiatore Disney, era tra i tanti autori presenti a Lucca Comics & Games 2016. Grazie a Panini Comics e Topolino, abbiamo avuto modo di incontrarlo e di porgli alcune domande sui suoi lavori più recenti e su quello che ci aspetta nel futuro più immediato.

 

Ciao, Tito, benvenuto su BadComics.it! Il numero di Topolino di questa settimana presenta ben due parodie fumettistiche, un genere che hai inaugurato tu con Topolinix e Dylan Top, ora portato avanti da altri autori con La Spada di Ghiacciolo e Ciccio NeverPossiamo aspettarci altre parodie scritte da te?

Sì, è sempre stata una mia passione esplorare lo stesso mondo Disney e farne una parodia. Sono molto legato, infatti, a Ridi Topolino, periodico che usciva negli anni ’90 e che ha influenzato un’intera generazione. Sio dice di essere nato, come autore, da quelle influenze. Con Ridi Topolino prendevo in giro tutti quei luoghi comuni che può capitare di trovare nelle storie disneyane.

La cosa più importante, in una parodia fumettistica, è che funzioni su due livelli: deve essere autosufficiente e divertire chi non sa nulla del mondo di riferimento. Al contempo chi conosce l’opera parodiata deve poter cogliere i riferimenti. Sempre senza snaturare i personaggi nell’assegnare loro un ruolo da interpretare. È una sorta di riflessione sul fumetto.

Da cosa nasce, invece, l’idea di fare un remake di una storia Disney, operazione nata con la recente Topolino e la banda dei cablatori?

Da un’idea di Valentina De Poli, direttore di Topolino, che mi ha subito affascinato e di cui ho deciso di essere una sorta di promotore. Altri autori si cimenteranno, presto, con dei remake. In tanti si sono autocandidati per poter scrivere o disegnare un rifacimento e sono già uscite idee molto divertenti. L’operazione, in fondo, è analoga a quella che viene fatta nel cinema con i remake.

Chi è il fruitore ideale di un remake Disney?

Come dicevo per le parodie, anche in questo caso la storia deve poter funzionare autonomamente, così come può capitare di vedere il remake di un film, e di apprezzarlo, senza sapere che esiste l’originale. Ma sono felicissimo che quell’ampia fetta di pubblico che conosce la storia di origine si possa divertire a trovare analogie e divergenze.

Perché hai scelto di partire proprio con Topolino e la banda dei piombatori?

Perché è una storia ambientata in un momento di crisi economica e personale di Topolino. E avevo voglia di cimentarmi con queste tematiche che mi hanno sempre affascinato. In Topolino e la banda dei piombatori, il protagonista è disposto ad accettare qualsiasi lavoro. Percepisce che c’è un inganno, ma ha simpatia per Tubi ed è dilaniato da questo. Da Gottfredsoniano di ferro, quale mi considero, è uno dei cicli più belli delle strisce di Topolino.

Quali altre storie possiamo aspettarci in futuro? Sempre Gottfredson? Scarpa? Magari Barks?

Ho detto ai colleghi che potevano rifare anche una storia di Pezzin. O una degli anni ’80. O addirittura degli anni ’90. Nel cinema, d’altronde, i tempi per mettere in scena un reboot possono essere anche inferiori ai dieci anni, e ammetto che mi piacerebbe fare un remake di una mia storia. Da vecchio potrei farlo davvero! Un solo soggetto, due storie. Altamente economico!

Lucca vede anche la forte presenza di PK, con l’annuncio della nuova storia.
Nella prima serie alcune delle più belle erano tue: c’è speranza di rivederti a scrivere per il papero mascherato?

È complicato. Dovrei allinearmi alla continuity che stanno impostando Francesco Artibani e Alessandro Sisti. È un lavoro di equipe che richiede un grande impegno e io, in questo momento, sono parecchio impegnato su molti fronti. Mi richiederebbe del tempo che, ora, non ho.

Ci sono eventuali piani per il futuro di Mickey Mouse Mystery Magazine, dopo la pubblicazione dell’Omnibus?

Piacerebbe moltissimo sia a me che al direttore. Tutti ricordano MMMM con tanto affetto, ma questa serie non ha avuto il fenomeno dei pkers, degli appassionati che ha avuto PK. MMMM è “solamente” un fumetto giudicato molto bello. Ma che appartiene al passato. Mi spiace dirlo, ma è così: il fermento attorno a PK non è mai morto, MMMM è stato consegnato alla storia.

Le ristampe sono andate molto bene e questo mi fa enormemente piacere. Ma, a naso, non sento il desiderio da parte dei lettori, di leggere nuove storie. Anche se non mancano le richieste, non esiste una comunità come quella dei pkers.