La prima conferenza Panini con protagonista John Cassaday a Lucca Comics & Games 2016 ha visto il disegnatore di Planetary e Astonishing X-Men ripercorrere la sua carriera regalando al pubblico diversi interessanti “dietro alle quinte”. Il primo argomento di discussione, però, è stato Star Wars, uno degli ultimi progetti a cui l’artista ha lavorato per la Marvel.

 

LuccaCG16 - John Cassaday e Nicola PeruzziLa Marvel mi ha contattato quando stavano per riottenere la licenza. Sapevano che ero un grande fan di Star Wars e ci siamo messi a parlare di quali personaggi sarebbe stato interessante sviluppare. Ero talmente entusiasta della cosa che ci siamo accordati velocemente. È stato chiaro da subito che le vecchie storie sarebbero diventate parte del catalogo Legends, mentre quelle su cui avrei lavorato sarebbero state il nuovo canone.

È stata un’esperienza esaltante. Inizialmente c’è stato un lavoro di archivio, di studio… che poi è il lavoro dei sogni! [ride] Mi hanno portato allo Skywalker Ranch e ho visto cose tipo Han Solo nella carbonite e vari pupazzi di Yoda. È come essere in un negozio di dolciumi, ma non puoi toccare nulla. Anche se, quando si voltavano… [ride] Nel corso di quel weekend, la sera mi trovavo al pub con Jason [Aaron] a parlare dei nostri giocattoli di Star Wars. Le ragazze nel locale avranno sicuramente pensato che eravamo dei fighi. [ride]

La differenza tra lavorare con la Lucasfilm o con Marvel e DC Comics è che nel primo caso puoi prendere in considerazione solo la loro versione dei personaggi. Se ad esempio sto disegnando Capitan America, posso proporre la mia personale visione, mentre con i personaggi di Star Wars ci sono dei paletti ben precisi e non c’è margine di sperimentazione.

Con Jason, l’idea era quella di realizzare una sorta di “film” ambientato tra Una Nuova Speranza e L’Impero Colpisce Ancora. Per lui il lavoro è stato ancora più difficile dovendo restare in tutti i parametri imposti dall’alto. Quando toccava a me era praticamente tutto definito e dovevo semplicemente attenermi a ciò che volevano, alle loro esigenze, anche a livello di inquadrature. La cosa più difficile era disegnare le astronavi e i droidi: mi portavano via un’ora di ricerca e un’altra ora per il disegno. Al termine del lavoro vedevo finalmente i frutti e l’effetto era tipo: “Oh! Ecco il Millennium Falcon!”

Disegnare Star Wars è stato estremamente gratificante per tre motivi in particolare: è il lavoro dei sogni, ti pagano per farlo ed è un fumetto che leggono tutti. Certo, quando vengono presentate le tavole alla Lucas, loro trovano spesso dettagli che non vanno o hanno qualcosa da ridire. In certi casi riuscivo a girare le cose a mio favore, in altri no. Una volta, ad esempio, mi hanno criticato il componente di un droide, ma io ho fatto notare che – trovandosi in una fabbrica – poteva trattasi di una versione preliminare! [ride]

Il lavoro mio e di Jason riflette quello dei film originali e la risposta da parte del pubblico è stata entusiastica. La differenza tra disegnare una serie come Astonishing X-Men e Star Wars? In realtà l’unica vera variante è che quando lavori per Marvel o DC Comics devi rendere conto a tre o quattro editor, mentre quando collabori con la Lucas si parla di trenta – quaranta persone.

I miei fumetti preferiti di Star Wars sono quelli classici, perché quando ero piccolo mi hanno aiutato a sopportare l’attesa tra un film e l’altro!

 

Abbiamo poi chiesto a John Cassaday cosa ne pensa del rilancio messo in cantiere dalla DC Comics per l’etichetta Wildstorm affidato a Warren Ellis, con cui l’artista ha collaborato ai tempi di Planetary, pietra miliare dei comics ambientata proprio in quell’universo narrativo:

 

Posso dirti che Warren è grandioso e – davvero – non vedo l’ora che escano i primi albi per poterli leggere. Ma non non sono assolutamente coinvolto in questo progetto.

 

Con la nostra seconda domanda abbiamo invece chiesto all’artista come mai – visto che ha più volte definito disegnare Star Wars “il lavoro dei sogni” – non sia ancora tornato a illustrare le avventure di Luke e compagnia.

 

A un certo punto stavo per tornare per disegnare un one-shot, poi la cosa non è andata in porto. Comunque mi piacerebbe. Chissà.

 

Si è poi passati a parlare di Capitan America, l’eroe preferito di Cassaday, che l’ha disegnato ai tempi del rilancio Marvel Knights su testi di Brian Rieber e che recentemente ha firmato una storia breve – scritta da Joss Whedon – presentata da Panini a Lucca Comics & Games 2016 in uno speciale per i 75 anni della Sentinella della Libertà.

 

Firmai per disegnare la serie sei mesi prima dell’11 settembre 2001. Quando ci fu l’attacco terroristico eravamo in pieno brainstorming e tutti – dallo scrittore, agli editor – erano d’accordo sul fatto che non potevamo ignorare la cosa. In quel contesto non puoi pensare di realizzare un fumetto convenzionale, con Capitan America che lotta contro il Teschio Rosso mese dopo mese. Io vivo a New York, la Marvel è di New York, Capitan America è nato a New York: sentivamo la responsabilità di parlare di quanto accaduto.

Quando sei piccolo vedi il lato figo dei personaggi dei fumetti, mentre crescendo devi trovare nuovi modi per continuare a interessarti a loro, sei costretto a ripensare il tuo rapporto con loro. Proprio per questo motivo, capisco quanto sia facile amare personaggi come Wolverine e Batman: sono davvero forti. Ma Capitan America è il mio personaggio preferito da sempre, per me è come la coperta di Linus e quando mi è stato proposto di disegnare una storia in occasione dei suoi 75 anni ho contattato Joss Whedon – con cui avevo già lavorato su Astonishing X-Men – per chiedere se gli sarebbe piaciuto scriverla. Lui ha risposto di sì e abbiamo cominciato a parlarne.

Ci siamo trovati d’accordo praticamente su tutto. Non appena uno dei due faceva una proposta – ad esempio io dissi che sarebbe stato figo ambientare la storia durante la Seconda Guerra Mondiale – l’altro rispondeva “Certo! Assolutamente!”, quindi è stato molto piacevole lavorare su questo racconto. Non voglio rovinarvi la lettura, ma parla del perché Cap utilizzi uno scudo in battaglia e, secondo me, dice davvero molto di questo personaggio.

LuccaCG16 - Capitan America di John Cassaday