L’esordio di Marcello Quintanilha nel mercato fumettistico italiano è rappresentato dal suo ultimo romanzo grafico intitolato Tungsteno, edito da Edizioni BD: un fumetto dal forte taglio realistico imperniato sulla vita di un nutrito gruppo di personaggi che, per pura casualità, incrociano il proprio destino sulle coste brasiliane.

In occasione della tappa a Lucca Comics & Games 2016 della tournée che lo porterà a presentare Tungsteno in giro per l’Europa, abbiamo avuto modo di parlare con Marcello, che si è dimostrato una persona cortese e disponibile, piena di interessi. Ringraziamo lo staff di Edizioni BD per l’opportunità.

 

Ciao, Marcello. Benvenuto su BadComics.it!

Ciao a tutti.

Tungsteno è una delle tue prime opere ad approdare in Italia: ti va di presentarti a quei lettori che magari non conoscono ancora il tuo lavoro?

Sono nato negli anni ’70, in Brasile, in una cittadina di nome Niterói. Ho iniziato a pubblicare i miei primi lavori negli anni ’80, si trattava prevalentemente di storie a carattere horror realizzate per una piccola casa editrice che oggi non esiste più. Successivamente sono passato all’animazione, per poi, sul finire degli anni ’90, tornare a realizzare storie come autore completo. Alcuni di questi lavori sono stati pubblicati solo in Brasile, mentre altri sono stati acquisiti da un editore belga, Le Lombard, con il quale ho iniziato a collaborare. A quel punto ho preso la decisione di trasferirmi in Europa, a Barcellona per la precisione, dove ancora oggi risiedo e lavoro.

E arriviamo così a Tungsteno, uno dei tuoi ultimi lavori, che Edizioni BD ha deciso di importare nel nostro Paese. Di cosa parla?

Tungsteno, copertina di Marcelo QuintanilhaTungsteno è un poliziesco con una forte componente sociale. Ho preso ispirazione da una notizia che ho ascoltato alla radio mentre lavoravo a Salvador de Bahia: c’erano due pescatori che utilizzano delle bombe per catturare i pesci, una cosa assolutamente vietata lungo le coste brasiliane, poi arrestati da un poliziotto che passava da quelle parti. Alla radio non aggiungevano altro, solo questo scarno comunicato.

Non è passato molto tempo prima che realizzassi di aver trovato il mio soggetto. Così ho deciso di focalizzare l’attenzione sulla relazione tra il poliziotto – che nel fumetto si chiama Richard – e sua moglie Keira. I due vivono una relazione molto complicata, ed è su questo rapporto e sul modo in cui riescono a portare avanti la loro vita che mi sono concentrato.

Ci sono anche altri personaggi, come Caju, un piccolo spacciatore di droga, e un ex sergente dell’esercito, il Signor Ney, e ognuno di loro cerca di vivere la propria vita al meglio, adattandosi a ciò che gli accade.

Come mai la scelta di questa parola per il titolo del tuo romanzo grafico, Tungsteno?

La scelta è ricaduta su questa parola perché il tungsteno è il metallo con il più alto punto di fusione. Per me è una metafora su come le persone si relazionano con la vita di tutti i giorni: i problemi, quindi, sono come questo metallo, e volevo mostrare la capacità dei miei personaggi di approcciare queste difficoltà e di superarle, per scoprire se sono capaci o meno di superare le difficoltà che la vita gli pone davanti.

Il tuo storytelling conferisce un taglio alla narrazione decisamente cinematografico, unendo realismo, azione e tanti colpi di scena allo sviluppo della trama–

Aspetta, ti fermo per dire che Tungsteno diventerà proprio un film.

Giusto! Parlaci di questo imprevedibile sviluppo.

Inizieremo a girare il prossimo mese, in Brasile, con un regista brasiliano. Sarà una produzione tutta nostrana, e il cast è stato già scelto e ultimato. Le riprese cominceranno a Salvador de Bahia. Ho realizzato la sceneggiatura insieme ad altre due persone, dei miei amici con i quali ho già collaborato in passato nel campo dell’animazione. Che dire, è fantastico, qualcosa che non mi sarei mai immaginato e che mi ha reso davvero felice.

In fase di sceneggiatura hai dovuto apportare qualche modifica alla tua storia o troveremo sul grande schermo la stessa trama del fumetto?

Non ci sarà alcuna differenza sostanziale, sebbene il cinema sia sempre imprevedibile e non si sa mai cosa possa succedere. Ripeto, la sceneggiatura non si distacca poi molto da libro, però a volte può capitare che, mentre stai girando, un attore ti offra la possibilità di sviluppare i dialoghi in un modo diverso. Considerando il punto in cui siamo e il materiale sul quale abbiamo lavorato ad oggi, posso dirti che sceneggiatura e graphic novel sono molto vicine.

Tornando al fumetto, appare centrale per lo sviluppo della trama la relazione burrascosa tra Richard e Keira.

Non era mia intenzione parlare di un tema come la violenza sulle donne. Ho raccontato una storia che vuole portare in scena un problema che non è solo femminile, ma di tutti coloro che si sono trovati almeno una volta nella stessa posizione di Keira. Una posizione che è dettata non dalla violenza, ma dall’amore. Non puoi scegliere l’uomo, o la donna, ideale da amare. Semplicemente accade che ti innamori di qualcuno e, una volta che ti sei legato a questa persona, è difficile staccarsene. Tutto qua.

Quali sono state le tue principali influenze nella realizzazione di Tungsteno, sia sotto l’aspetto della scrittura che del disegno?

La principale fonte d’ispirazione è il cinema. Non sono un fan di un genere in particolare, mi piace tutto il cinema, e guardo spesso film noir. Non perché sia legato a questo genere, ma perché il più delle volte comprende bei film. Come disegnatore ho tanti punti di riferimento, da John Buscema a Neal Adams, ma te ne potrei citare tanti altri. Quando parlo di influenze, però, non mi riferisco semplicemente alle scelte stilistiche del tratto, ma di qualcosa di molto più profondo, legato all’approccio al disegno.

Per questo motivo preferisci lavorare da solo?

No, non proprio. Agli inizi della mia carriera ho lavorato con altri scrittori o disegnatori, ma mi piace parecchio anche lavorare da solo, avere tutto sotto controllo e muovermi in libertà. Non ho una preferenza, diciamo che sono mancate le occasioni per collaborare.

In chiusura, parlaci dei tuoi prossimi progetti: hai già qualcosa di nuovo in cantiere?

Credo che inizierò a lavorare su qualcosa di nuovo l’anno prossimo. Tra la sceneggiatura del film e le presentazioni in giro per l’Europa del mio libro sarò davvero impegnato almeno fino alla fine di gennaio 2017, quando sarò ad Angoulême. È difficile per me concentrarmi su qualcos’altro quando sono impegnato a chiudere un progetto precedente. Quindi, almeno per questi mesi, nulla di nuovo.

Grazie per essere stato con noi, Marcello. E in bocca al lupo per il film!

Grazie, un saluto a tutti voi!

 

Lucca Comics & Games 2016: Pasquale Gennarelli e Marcelo Quintanilha