Si è tenuto ieri all’Auditorium San Girolamo di Lucca l’incontro Frank Cho e le donne, in cui l’autore di Liberty Meadows e Il Fichissimo Hulk ha parlato con il pubblico della sua visione dell’universo femminile nei fumetti.

 

Come hai sviluppato il tuo modo di disegnare i personaggi femminili e come hai ideato questa interazione nei fumetti tra affascinanti donne e funny animals?

Non lo so. [risate] Oddio, pensavo fosse divertente avere un mix di stili, facendo interagire donne realistiche e animali cartooneschi. Non c’era dietro un pensiero profondo, o qualcosa di simile.

In molti tuoi lavori traspare l’amore per l’arte classica; visto che ora ti trovi in una delle nazioni con il più ampio repertorio di opere d’arte, quali sono le cose che guardi per riportarle nel tuo lavoro?

Sono un grande fan della Storia dell’Arte, mi piace incorporare grandi artisti del passato; sono un ammiratore di Rubens, Antoon Van Dyck, ma anche fumettisti come Alex Raymond, Frank Frazetta, Neal Adams…

Sappiamo che hai una profonda stima anche di Manara, qual è il tuo rapporto con la sua arte?

Manara è fantastico, è meglio di Playboy. Io l’ho scoperto da ragazzino sulla rivista americana Heavy Metal, al cui interno venivano stampate opere di artisti europei. Ha questo stile pulito – anche se i soggetti forse non sono del tutto puliti! – e per me è stato di grande ispirazione, come per molti altri disegnatori.

Trovi che ci siano delle somiglianze nel modo di disegnare la figura femminile che hai tu e quello di Milo Manara?

Oh, le donne di Manara sono supermodelle con un aspetto classico, elegante ed etereo, mentre le mie donne hanno più carne sulle ossa, sono più materiali e terrestri. Alcuni aspetti possono essere simili, ma se dovessi fare un paragone, lui è una Lamborghini mentre io sono un mini-van.

Frank ChoCi puoi parlare di cos’è successo nel 2014 con la famosa copertina di Spider-Woman disegnata da Manara?

In una parola, è stato tutto molto stupido. La copertina di Manara di Spider-Woman era grandiosa, ma una parte del pubblico lo ha attaccato, a metà tra il divertito e il disgustato. Ho deciso di difenderlo, riproducendo l’immagine per mostrare al pubblico quanto l’indignazione fosse eccessiva, volevo dire la mia su questa critica.

La strada che hai scelto è stata la più intelligente: prenderti gioco di una cosa che tutti cercavano di rendere seria, pesante, mettendola al centro di un dibattito più grande. Qual è stata poi la reazione dei destinatari di questo messaggio? Queste persone sono state al gioco, o si sono sentite ancor più offese?

Quando ho realizzato una serie di copertine imitando quella di Manara, ci sono state reazioni contrastanti: chi ha criticato la copertina di Manara ha criticato anche le mie, mentre altre persone hanno riso. La cosa è arrivata a un nuovo livello con Spider-Gwen, quando sono stato accusato di aver sessualizzato una teenager, ma in realtà Gwen è un’universitaria; si era arrivati a una situazione assurda, io mi divertivo a prendermi gioco di questa indignazione. E il tutto è stato molto remunerativo, dato che tutti quei disegni con lo strillo “Outrage!” li ho venduti per un sacco di soldi.

Anche i giornali generalisti che solitamente non si occupano di fumetti si sono occupati di questa questione. Molto spesso è più facile parlare di questo che parlare di fumetto. L’attenzione si sposta sul marketing invece di parlare dei prodotti pubblicati dalle case editrici. Non è la prima volta che accade qualcosa di simile, cosa pensi di questo fenomeno? 

Fa parte dell’industria. Le persone prestano attenzione alle indignazioni e agli scandali invece che alle notizie reali, perciò non mi sorprende che i giornali abbiano riportato questa vicenda. Così facendo, però, non si dà il giusto risalto agli aspetti positivi dell’industria del fumetto.

Questo ha portato a una censura delle case editrici con cui lavori? Cosa significa la censura per un autore di fumetti?

La censura fa schifo. Sono stato censurato per tutta la mia vita, da quando disegnavo per il giornale scolastico, dagli insegnanti e dagli altri studenti che lavoravano alla rivista; Shanna è stato censurato, e lo stesso è successo anche a Liberty Meadows per cinque anni. Ma ormai, a questo punto della mia carriera, so di avere un sacco di fan, là fuori, e continuo a fare quello che faccio senza preoccuparmi della censura.

In questo periodo stiamo assistendo a una critica della rappresentazione della figura femminile supereroistica, ritenuta poco realistica. Le tue donne invece sono abbondanti, più solide, se confrontate agli esili modelli di Marvel e DC Comics. Quale feedback hai da parte delle donne? Pensi che la rappresentazione femminile stia cambiando nel corso degli anni?

L’evoluzione di come sono rappresentate le donne è un bene, perché rispecchia i tempi. Io però non voglio seguire le mode e le tendenze, cerco di disegnare soprattutto per intrattenere me stesso, non punto a un target definito. Vedo i cambiamenti attorno a me, ma mi concentro su ciò che faccio e ignoro tutto il resto. Mi limito a intrattenere i lettori e me stesso.

Passando ai tuoi progetti personali, cosa significa lavorare detenendo il controllo di quello che si fa?

Be’, essere un fumettista e lavorare per te stesso, avendo il completo controllo, è fantastico. Ogni lavoro in cui non devi portare le mutande è stupendo. Disegnare i tuoi stessi personaggi, essere il tuo stesso boss… non capisco quali possano essere i lati negativi di questo lavoro.

È vero che tua mamma voleva che facessi il prete?

Sì. Quello che sto per raccontare potrebbe offendere un po’ di persone. Sono nato in una famiglia molto cattolica e mia madre ha sempre voluto che diventassi un prete. Da quando ero bambino mi ripeteva: “Sai parlare alle persone, hai senso dell’umorismo e piaci alla gente. Diventerai un grande prete”. Mentre iniziavo a disegnare donne nude e supereroi, mia madre non ne sapeva nulla e continuava a dirmi queste cose.

Al liceo mi fece l’ennesimo discorso sul diventare un prete, e ne ebbi abbastanza, le dissi “Non posso fare il prete”.
“Come mai?”
“Perché non sono omosessuale.”

Lei ha cominciato a urlarmi contro, non l’ho mai vista così arrabbiata in tutta la sua vita. Mio padre arrivò chiedendo cosa stesse succedendo, perciò mia madre gli rispose che avrebbe dovuto parlare con me.
“A proposito di cosa?”
“Gli ho detto che sarebbe un ottimo prete.”
“Ma è un ragazzo in forma, non c’è nulla che non vada nel suo pene.”

Mio padre ha dovuto dormire sul divano per un mese.

 

A questo punto è arrivato in sala Milo Manara, che ha ringraziato Cho per il sostegno ricevuto durante la bufera mediatica attorno alla copertina di Spider-Woman, commentando:

 

Comunque è stata l’ultima copertina che ho fatto con la Marvel.

 

Il Maestro ha donato al suo collega un’illustrazione che mostra Spider-Woman “dall’altro lato” della famigerata copertina, per dimostrare che la posa dell’eroina sia anatomicamente realistica, e che se avesse mandato alla Marvel quel disegno avrebbe scatenato lamentele ancor peggiori. Cho, onorato e divertito, ha ringraziato affermando che non appena l’illustrazione sarebbe stata postata online, Internet sarebbe esploso.

Frank Cho Spider-woman