Alessandro Baronciani è un autore completo che negli anni ha saputo coniugare uno stile riconoscibile a una ricerca narrativa profonda e innovativa. Dopo il successo del suo precedente romanzo grafico, La distanza – scritto a quattro mani con Colapesce – l’artista torna con un progetto ambizioso e fortemente concettuale. Abbiamo avuto modo di parlarne con lui in occasione di Lucca Comics & Games 2016.

 

Cosa devono aspettarsi i lettori dal progetto Come svanire completamente?

Come svanire completamente, copertinaNon è un progetto, è un libro dalla forma strana, per il quale è stata fondamentale la raccolta fondi fatta in precedenza. Questo perché ho proposto ai lettori di comprare un libro che avevo in testa, di cui avevo un’idea precisa e forse decisamente poco pratica. È stato bellissimo che in molti abbiano deciso di comprare quest’idea.

Il titolo del libro è Come svanire completamente, e parla di una ragazza un po’ matta che decide di portare la sua vita su internet; sul sito ho pubblicato man mano che la raccolta fondi continuava le sue storie, i suoi video “a fumetti” perché, secondo lei, questo era l’unico modo che aveva di scomparire. E infatti, nel momento stesso in cui lei svanisce, il crowdfunding finisce, il libro non è più comprabile e ti arriva a casa. Dal mondo digitale, quello irreale, a quello vero. Tutto molto divertente da ideare, tranne quando ho cominciato a confezionare le scatole e le ho dovute trasportare fino qui a Lucca [ride].

L’aspetto che colpisce subito è quello estetico: da dove nasce l’idea di scomporre il medium fumetto?

Come svanire completamente, anteprima 02Ho sempre considerato il fumetto come il mezzo più rivoluzionario, sia sotto l’aspetto grafico che narrativo. Ho questa fissa per il “non sapere le storie” o meglio che le storie possono avere più sviluppi, e non parlo di sotto trame, parlo proprio di veri cambi di percorso. Come quando da bambino venivi a sapere le cose di famiglia incomplete: lo zio che scappa di casa, la zia che piange dalla mamma, due anni dopo lo zio che torna con un’altra donna. Tu eri piccolo, ti facevi delle domande, chiedevi delle risposte ma comunque non capivi anche se te lo spiegavano. Ma riuscivo a crearmi comunque una storia in testa.

Sono cresciuto leggendo le storie a puntate sulle riviste a fumetti, ad esempio la prima volta che ho letto Watchmen  è stato a puntate su Corto Maltese, spesso non trovavi il numero successivo in edicola. Quindi, tra una puntata e l’altra, dovevi sempre cercare di ricostruire quello che accadeva Ed era Watchmen! non lo zio che scappa di casa! Questa tagliare la storia, dividerla in puntate, è stato anche alla base delle mie prime autoproduzioni. Ero alle prime armi, le storie erano disgregate tra loro, ma la gente riusciva a collegarle o comunque a capire chi si lasciava, chi andava a letto con chi. Come in Capire il Fumetto di Scott McCloud se metto un’immagine accanto a un’altra, siamo portati a collegare la situazione, vale anche per i racconti, e per le storie a fumetti lasciate dentro una scatola.

In Come Svanire Completamente la storia non è tagliata come fosse un puzzle, è pensata come se fosse formata da momenti di vita di due persone. Come un hacker che si collega alla telecamera del tuo Pc e ruba la vita della protagonista. Come se fossero dei cocci di presocratici da rimettere insieme. È una cosa penso abbastanza sperimentale, e il metodo di vendita online Adesso o mai più, forse l’unico modo per promuoverla.

La scelta di sfruttare questa forma di vendita ha origine dalla voglia di comunicare una storia sperimentale, o dal fatto che nessuno abbia voluto supportare la tua idea?

Come svanire completamente, anteprima 03Nessuna delle due ipotesi. Quando ho raccontato il progetto a BAO Publishing, il mio editore, che ha sempre sostentuto questo libro avevano capito subito che non avrebbe funzionato in libreria, in quanto poco comprensibile da un lettore occasionale. Non potendo aprirlo, o sfogliarlo, magari l’avrebbe lasciata lì e un commesso non avrebbe potuto spiegargli meglio di cosa si trattava. Ed era vero. Tanto che la prima cosa ha partire non è stato la realizzazione del libro ma la comunicazione. Mi sono fermato a 50 pagine, ed ho disegnato le storie che ho pubblicato sul sito. Per l’editoria è un po’ come andare controcorrente. Ho raccolto i soldi facendo promozione e poi ho realizzato il libro. Normalmente si realizza il libro, si fa promozione e si vende il libro. Chi ha il libro oggi sa già cosa troverà dentro, anche se ancora non l’ha letto perché ha partecipato alla sua creazione. È diventato un lettore-sostenitore e anche un po’ editore.

BAO mi ha dato una mano fortissima, perché mi ha dato la spinta più forte alla realizzazione dandomi una mano nel raggiungimento del punto di pareggio, il famoso “break even”. A quel punto mi sono sentito un po’ più sicuro e come un regista del cinema: ho dovuto iniziare a girare e chiedere preventivi per le scatole, la carta… contratti alle poste per le spedizione, scrivere alle persone che compravano il libro, rispondere alle librerie che ne avevano ordinate delle copie, trovare un ufficio stampa che procurasse interviste dove potevo parlare del libro prima che uscisse cercando di coinvolgere più persone possibili.

Dal punto di vista narrativo, in quale ambito pensi di aver sperimentato di più con Come svanire completamente?

Un libro è un insieme di cose che comprende non solo la storia o i suoi disegni o la copertina, ma anche il suo formato. La sua forma, quella con cui lo prendi in mano. Ho sempre pensato che un bellissimo libro come Il Porto Proibito, di Radice e Turconi, sia stato il formato con cui è uscito, anche se penalizzava un po’ il disegno. Era funzionale al tipo di storia che stavi leggendo, alla esperienza che ti voleva dare la lettura del libro.

Se guardi Come svanire completamente, l’idea della scatola è centrale: tanti fumetti piccoli, formato A6, spillati, chiusi in quello che a tutti gli effetti può essere considerato uno scrigno in cui trovare, mappe, cartoline, immagini da collegare tra loro per cogliere il senso della storia.

Hai mai sentito la necessità o il desiderio di svanire completamente? E, diametralmente, quanto è importante esserci?

Non lo so, non penso. Siamo fumettisti non abbiamo troppi problemi di “esposizione” possiamo girare per le strade abbastanza tranquilli. “Esserci” è un problema secondario. Ho pensato che Come svanire completamente sia più legato al fatto che la maggior parte del tempo siamo sempre davanti ad un monitor sostituendoci alle esperienze reali. Mancano anche quei momenti collettivi in cui riunirsi, incontrarsi, stare insieme. Penso ai concerti e al fatto che spesso, prima di andarci, soprattutto le nuove generazioni controllano il meteo sullo smartphone per decidere se andarci o meno. L’idea di questa ragazza che svanisce, mettendo tutta la sua vita in rete, ha quella forza: lei è un’eterna sedicenne – quando leggerete il libro capirete perché – che vive questa rottura con la vita reale.

La musica ha una forte influenza sul tuo lavoro. La Distanza, ad esempio, conteneva tanti rimandi ai brani degli Smiths. Qual è la colonna sonora adatta a Come svanire completamente?

How to Disappear Completely è una delle mie canzoni dei Radiohead preferite. Un po’ di anni fa, un mese o due dopo che era uscito Kida A, una ragazza mi inviò un mail con il testo di questa canzone per dirmi “vorrei che non ci fossi più”. Non era legato a un concetto di popolarità, ma esistenziale. Quando soffri per amore, quello che vorresti è che l’altra persona sparisca dalla tua vita insieme al carico di ricordi ed emozioni che si porta dietro, così da non dover soffrire più.

La protagonista è una collezionista di questi ricordi. In parte rappresenta l’alter ego di un altro mio personaggio che collezionava libri apparso nella graphic novel Le Ragazze dello Studio di Munari. Le atmosfere e i contenuti di questa storia ricordano la Cornovaglia, quindi tutta quella wave che proviene dall’Inghilterra rappresenta una perfetta colonna sonora per il libro.

L’esperienza che ha visto te e Colapesce portare in giro per l’Italia il Concerto Disegnato troverà mai un formato fisico, come un DVD o un artbook?

Bisognerebbe rompere le scatole a Lorenzo! Io gliel’ho chiesto di registrare le canzoni che facciamo nel Concerto Disegnato, anche solo per me, mi faccio un cd masterizzato che mi ascolto in casa. Le versioni acustiche dei brani sono diverse dalla versione originale, gli arrangiamenti, i suoni sono belle come le versioni in studio. Credo che Lorenzo sia attualmente il miglior cantautore in circolazione. Non solo per i testi e tutto quello che ci butta dentro, ma anche per la ricerca dei suoni, la musica, per la capacità di creare melodie che ti entrano subito in testa sin dal primo ascolto. Sono molto contento del libro e del tour fatto insieme a Lorenzo. Non sarebbe stato così bello con qualcun altro.

Alessandro, grazie per l’intervista!

Grazie a voi!

 

Lucca Comics & Games: Pasquale Gennarelli e Alessandro Baronciani