Grant Morrison, intervistato da Vulture, parla del suo titolo più bizzarro, al momento. Su Heavy Metal, la storica rivista di cui è divenuto caporedattore, sta per proporre, dal mese prosimo, The Savage Sword of Jesus Christ.

Mescolare i romanzi pulp di Conan con il messaggio evangelico? Chi, se non Morrison poteva pensarci. Se aggiungiamo all’equazione il fatto che questa storia pare trarre ispirazione da una visione nazista della figura del Redentore, che l’avrebbe voluto di razza ariana e non ebraica. Ovviamente, Morrison non è affatto un neonazista, pertanto sarà utile cedere il passo alle sue considerazioni in merito a questo progetto destinato a far sollevare più di un sopracciglio.

 

The Savage Sword of Jesus Christ, anteprima 01Questo fumetto è nato come un sequel di The New Adventures of Hitler, che realizzai negli anni Novanta con Steve Yoewell. Ovviamente, all’epoca avevo fatto un sacco di lavoro di ricerca ed ero incappato in questa interessante revisione nazista della figura di Cristo: trasformarlo dal gentile e compassionevole messia ebraico in un violento e brutale ariano. Già allora avevo capito il potenziale narrativo, ma ci sono voluti venti e passa anni. Oggi, quella storia vede la luce in un contesto decisamente più pertinente.

Viviamo in un’epoca in cui è evidente che persino le storie più pacifiste possano essere pervertite e rese catalizzatrici di violenza e caos. In un mondo in cui il concetto stesso di bugia è tragicamente sottovalutato, in cui la cultura della celebrità è chiaramente più forte della verità, in cui ogni narrazione può essere piegata alla veicolazione di messaggi anche contraddittori, siamo di fronte alla concretizzazione di quel che i nazisti volevano fare col Vangelo.

Ovviamente potremmo parlare di qualcosa di importante e specifico appena accaduto negli U.S.A. che dimostra tutto questo, di un particolare barbaro biondo/arancione, ma voglio mantenere uno sguardo più ampio. La verità è vittima del modo in cui funziona internet e funzionano i media, e il modo in cui certi personaggi hanno saputo calpestare i fatti per renderli adatti a sé ne è la dimostrazione.

Goebbels usava la radio e il cinema per veicolare ogni genere di messaggio, il primo a capire che la risposta emotiva a un’immagine o a un suono può cambiare le persone e il modo in cui pensano, in cui si destreggia tra i fatti. Il tutto, per convogliare messaggi semplificati. Qual che oggi stiamo vivendo nasce da lì, con tecnologia terribilmente più avanzata, sofisticata, massiccia. E con il contributo di specialisti della comunicazione e psicologi.

The Savage Sword of Jesus Christ, anteprima 02Io non ho un telefono. Sono uno scrittore freelance che lavora da casa e tendo a non averne bisogno. Mia moglie si occupa dei miei affari. Lei ha il telefono, quindi ho la fortuna di essere quasi estraneo a queste dinamiche. Non ho nemmeno un indirizzo e-mail, eppure sopravvivo senza troppi problemi. Diciamo che, quindi, ho una prospettiva esterna sull’argomento.

Non uso granché internet, se non quando sono qui negli Stati Uniti, quindi quattro mesi all’anno. Quando ho accesso, ci vado per ricerca. A casa, in Scozia, non riesco nemmeno ad avere una connessione nella stanza in cui lavoro, che sta in un vecchissimo edificio storico. Medito, guardo gli alberi, oppure le papere nel laghetto vicino.

Tornando alla storia nazista su Gesù, comunque, non era frutto né di Goebbels né di Hitler, ma entrambi avevano ben presente il valore politico del controllo sulla religione, così come i Romani, che si appropriavano degli dei dei popoli che conquistavano e li facevano diventare propri. Per controllare le persone, bisogna manipolarne sogni, miti, storie.

Non si erano spinti fino a un messia barbarico con la spada in mano, questa è una mia innovazione. Suggerivano semplicemente che fosse ariano, non originario del Medio Oriente, proveniente del nord dell’Europa, biondo, con gli occhi blu. Prendevano alla lettera la frase del Vangelo di Matteo, in cui Gesù diceva di non essere venuto a portare la pace, ma la spada. Qui la base per il loro revisionismo.

 

Morrison parla di molti altri testi estranei alla Bibbia che fecero da supporto, storie secondo cui Gesù fosse sopravvissuto alla crocifissione e teorie del complotto per cui sarebbe finito in sud America, dando vita alle leggende Maya su un uomo bianco. Una storia simile a una raccontata proprio in Conan il Barbaro, che ha spinto l’autore a combinare i due personaggi, da grande fan dei romanzi di Robert E. Howard e dei fumetti sul personaggio.

 

 

Fonte: Vulture