Seguiamo The Sparker, soprannome di un giovanotto che all’anagrafe conoscono come Stefano Conte, da un sacco di tempo. Chi vi scrive lo ha recensito la prima volta in una pillola radiofonica di una vita fa che si occupava di webstrip e cercava di infilarle tra i preferiti del vostro computer. Ha continuato, da quell’epoca che pare lontanissima, a disegnare e scrivere storie divertenti. Noi Robot, Uomo Pigro, Myth Cloth erano fumetti da ridere sulle storie della sua infanzia e della nostra, di trentenni o giù di lì nutriti ad anime e marmellata.

Tra qualche mese, Conte, sarà invece in edicola e in fumetteria con Volt – Che vita di Mecha, una storia non troppo difforme stilisticamente da quanto ci ha proposto in tanti anni di comics in rete, ma con una prospettiva leggermente diversa. In questo caso, non tanto una parodia diretta di questo o quel personaggio dell’immaginario collettivo nerd, ma una storia metafumettistica.

Volt, il protagonista, è infatti un robot...