Lucca Comics & Games 2016 si è svolta una speciale conferenza stampa con protagonista Frank Miller, che ha risposto alle più svariate domande che gli sono state rivolte dai giornalisti presenti. Di seguito, ve ne presentiamo un resoconto dettagliato. Si è partiti da due opere create dall’autore americano: 300 e Sin City.

 

Il progetto più entusiasmante al quale sto lavorando adesso è una sorta di prequel di 300 che si intitolerà Xerses: svelerà l’origine di questo personaggio. Sarà una storia di natura più mistica rispetto a 300.

Sin City è un progetto perennemente in corso, una serie continuativa: non finirà mai, almeno finché vivo.

 

Al fumettista è stato poi chiesto cosa pensa del genere noir:

 

Mi sono innamorato del noir per la prima volta leggendo The Spirit di Will Eisner, che mi affascinò totalmente. Poi ho scoperto che le storie crime e noir degli anni Quaranta erano quelle che mi interessavano di più: lì è iniziato tutto. È un amore che mi ha ispirato lungo tutta la mia carriera.

 

In seguito è stato chiesto a Miller di parlare della sua visione dell’America, la cui deriva sociale odierna ha raccontato nelle sue opere con parecchi anni di anticipo.

 

Non so se il mio lavoro sia stato profetico relativamente a quello che sta accadendo in America ora, in fondo sono solo un fumettista. Però, diciamolo, abbiamo un uomo con i capelli arancioni che vuole diventare Presidente: è una cosa assolutamente patetica.

 

All’autore è stato poi chiesto di ricordare uno dei suoi lavori più discussi e meno apprezzati, Sacro Terrore:

 

Credo che i fumetti possano essere di qualsiasi natura. Sacro Terrore è stata una mia reazione molto diretta a un attacco alla città che amo. Il tono era molto emotivo, impulsivo, violento, ma era tutto ciò che si avvertiva a New York ai tempi.

 

Ecco invece il parere di Miller sui cinecomics in generale, e su come questi possano cambiare le storie e i personaggi dei fumetti, in fase di adattamento:

 

Qualsiasi trasposizione da fumetto a film comporta delle modifiche: è naturale. A volte i risultati finali sono brutti, altre volte buoni o persino migliori delle opere originali. Volete degli esempi? Rispettivamente, 300 di Zack Snyder e il primo film di Superman.

 

Tornando a Sin City, è stato chiesto a Miller di parlare del personaggio di Ava Lord.

 

Ava Lord è stata concepita puramente come una femme fatale, il male incarnato. È un personaggio disposto a fare di tutto pur di avere quello che vuole, come apparire come una donna innocente, agli occhi di un uomo.

 

Subito dopo, il discorso si è spostato sulla collaborazione con Brian Azzarello per Cavaliere Oscuro III – Razza Suprema, e nello specifico sulla diversa visione dei due autori di Batman.

 

Io credo che il mio Batman sia più emotivo di quello di Brian, che a sua volta credo sia più intelligente del mio. Lavorare con lui è facile e divertente. Brian è uno degli uomini più intelligenti che abbia mai conosciuto.

 

Ecco invece il pensiero di Miller su Dio:

 

Io e Dio non ci siamo mai conosciuti.

 

Nell’ambito del fumetto supereroistico, Miller è stato uno degli autori che ha maggiormente ispirato il cambiamento verso toni più adulti:

 

Ho fatto parte di un periodo di cambiamento dell’industria dei fumetti. Non possiamo non riconoscere grande merito anche ad Alan Moore, in questo senso. Abbiamo fatto fumetti più adulti, ma anche divertenti: abbiamo fatto cose buone, ma anche cattive, ispirando materiale talvolta davvero pretenzioso.

Non è compito mio dire a qualcuno come pensare, cosa fare, per chi votare, anche se è particolarmente ovvio per chi voterò. Il mio lavoro è quello di raccontare una buona storia e, se posso, prendere in giro tutto ciò che mi capita a tiro di stupido.

 

All’autore, che in passato ha scritto storie molto violente, è stato chiesto cosa ne pensa, della violenza:

 

Se la violenza fosse la soluzione per tutti i problemi, non ci sarebbe bisogno della polizia e dei militari. Le mie storie contengono violenza perché sono fumetti d’avventura e perché io sono capace nel raccontare graficamente lo scontro fisico tra personaggi.

 

A Miller è stato poi chiesto quali fossero il suo film preferito in assoluto e il suo cinecomics preferito:

 

Il mio film preferito è Mezzogiorno di fuoco, con Gary Cooper; come cinecomics il primo Superman.

 

All’autore è stato poi chiesto qual è la sua idea sul personaggio di Batman:

 

Quando ho iniziato a lavorare sul Cavaliere Oscuro, ho cercato di capire l’essenza di questo personaggio. Il pantheon della DC Comics può dividersi in due gruppi: dèi e eroi. Tra i primi ci sono Superman, Wonder Woman e Batman.

In Batman si denota una rabbia totale dovuta alla sua tragedia personale, una fede totale nella giustizia e un’intelligenza straordinaria: grazie a queste qualità riesce a essere l’incubo di ogni criminale.

 

Questo spunto ha portato un giornalista a fare un parallelismo politico tra il Cavaliere Oscuro e Donald Trump:

 

Non la smettiamo proprio di parlare di Trump, eh? Sono americano e volete proprio umiliarmi, ormai l’ho capito. Non mi ricordo la domanda. Quando si parla di Trump non capisco più niente. Mi fa male il cervello.

Batman è un personaggio di fantasia: è lì fuori a combattere gente che ha commesso dei crimini. Trump è invece un pagliaccio molto reale.

 

L’autore ha poi rivelato di avere in mente un eventuale sequel di Ronin:

 

Ho un’altra storia di Ronin in mente. La protagonista sarebbe Casey e si muoverebbe in questo futuro assolutamente devastato. Combatterebbe in questa stranissima realtà, dove tecnologia e natura si fondono.

 

A Miller è stato poi chiesto se, data la presunta antipatia che prova per Superman (a parere del giornalista che ha posto la domanda), scriverebbe mai un fumetto anti-supereroistico in stile Patt Mills.

 

Io adoro Superman. Se dovessi fare una serie di Superman, sarebbe il fumetto più bello del mondo. Semplicemente il Cavaliere Oscuro è una storia con protagonista Batman e ho voluto mettere al centro questo personaggio.

 

Infine, al fumettista è stato chiesto se tornerebbe mai a raccontare una storia con protagonista Daredevil, e Miller ne ha anche approfittato per ribadire il suo pensiero sul personaggio di Elektra, da lui creato:

 

Con Daredevil ho assolutamente finito. Magari con Elektra…

Elektra è morta. L’eredità di questo personaggio è il fatto che ha ottenuto qualcosa di impossibile: morire e restare morta. La sua morte era prevista sin dal momento della sua nascita.