Da una decina di giorni, nelle librerie statunitensi fa bella mostra di sé Seven to Eternity, la nuova serie Image Comics scritta da Rick Remender per i disegni di Jerome Opena, con i colori di Matt Hollingsworth. Lo sceneggiatore di questo fantasy, che lui stesso definisce “con le palle”, è stato intervistato al riguardo da Newsarama qualche giorno prima dell’uscita. Ecco cos’ha avuto da dire sulla storie e sui suoi colleghi, gli stessi con cui aveva lavorato alla Marvel sulla serie Uncanny X-Force.

 

Seven to Eternity #01, copertina di Jerome OpenaNiente fantascienza, solo fantasy. Si tratta di un vero e proprio tentativo di creazione di un mondo tipo quelli di Moebius. Io e Jerome ci troviamo a parlare al telefono, a rimbalzarci idee e immagini per creare questo luogo fantastico. E, dopo averlo fatto, di solito l’obiettivo è quello di acquisire il punto di vista di un personaggio interessante dal punto di vista emotivo ed esplorare. Si tratta di una delle cose più belle da fare nella vita e ci stiamo divertendo un mondo.

Adam Osidis, il personaggio principale, è membro di una famiglia che ha il rarissimo privilegio di poter trarre potere dagli spiriti in un mondo che sostanzialmente dipende da questa fonte di energia. Questa sorta di ordine si chiama Mosak e la famiglia di Adam ha cercato, tempo fa, di avvertire la gente normale di certi maneggi che stavano avvenendo tra le sue fila. Ma il Dio dei Sussurri aveva già messo in atto le sue manipolazioni e preso possesso del mondo, costringendo Adam e i suoi all’esilio e alla clandestinità.

Ed è in questa situazione che lo troviamo, nel primo numero. Suo padre è stato costretto a inginocchiarsi di fronte alla malvagità crescente. Il Dio dei Sussurri ha conquistato il mondo tramite machiavelliche menzogne e inganni, che sono la sua vera forza, lo strumento tramite cui controlla i popoli. Chiunque si leghi a lui, è legato alla sua persona e diventa i suoi occhi e le sue orecchie.

Seven to Eternity #01, anteprima 07La magia funziona in maniera molto semplice. Volevamo che avesse delle regole precise per fare in modo che non fosse virtualmente onnipotente. Nel mondo di Zahl, la vita è il seme germogliato dell’energia spirituale, l’esistenza è un’esperienza rozza che ha il solo scopo di fare da tramite per la crescita di questa energia. Tra il mondo materiale e quello degli spiriti c’è una sottile separazione e alcuni hanno il potere di trarre energia dal secondo, comunicandovi. I Mosak, appunto.

Alcuni possono evocare gli spiriti, altri controllarli per creare illusioni o effetti elementali. Ci sono davvero pochissimi Mosak e ognuno con abilità diverse. Quella di Adam è di poter parlare con i morti e chiedere dei doni ai propri avi, ma funziona soltanto se lui è in possesso di un po’ del loro sangue. Ecco perché si porta sempre dietro dei campioni. Nel primo numero, li perde tutti, tranne cinque, cosa che lo metterà in una situazione piuttosto complessa.

 

Al nucleo della storia, sta il fatto che Adam è stato cresciuto con la convinzione che i Mosak siano compromessi, inaffidabili, traditori. Eppure, dovrà scendere a patti con questa ideologia ereditata da suo padre, per tirare avanti, pensare a sua moglie e suo figlio. I suoi dilemmi etici e le scelte che farà sono al centro di Seven to Eternity.

 

Al di là di tutto, sarà una vicenda fortemente concentrata sul protagonista. Ci saranno grandi paesaggi, viaggi, intrighi, ma niente mappe complicate o interminabili elenchi di personaggi. Questo non è Il Trono di Spade, non ci sono diciotto diverse civiltà che si affrontano. Man mano che Adam incontrerà nuovi personaggi scopriremo nuovi aspetti del mondo, ma tutto quel che davvero conta sarà incentrato su di lui.

 

Remender ha parlato della gioia di lavorare a un mondo visivamente così affascinante con Jerome Opena e definisce questo fumetto una creatura di entrambi, pensato per essere disegnato da lui e da nessun altro, immaginato per essere sviluppato dal suo stile di disegnatore. Opena, dice Remender, ha lavorato sui personaggi basandosi su descrizioni abbozzate e generali e mettendoci moltissimo del suo. Un modo di lavorare tipico dello sceneggiatore, come ha avuto modo di raccontarci anche Matteo Scalera.

 

Ci sono molte cose, in questo fumetto, che volevo raccontare da tempo, ma non ne avevo mai l’occasione. Nei fumetti di fantascienza quasi tutto può accadere, ma ci sono situazioni che proprio non funzionano. Un drago che si nutre di cristalli e che apre la realtà come se fosse un sipario per mostrarti cosa ci sia dietro, non puoi metterlo in una storia di fantascienza.

Comunque, come ogni volta che racconto una storia, spero che questa proponga ai lettori soprattutto un eroe per cui fare il tifo e un cattivo da detestare. So che avranno da Jerome e da Matt alcune delle pagine più belle da guardare della storia del fumetto. So che è un luogo comune che uno scrittore esageri la qualità dei suoi artisti, ma questa volta credo che chiunque con un paio di occhi sia destinato a vedere la magia che hanno creato.

 

 

Fonte: Newsarama