Ms. Marvel si guadagna la copertina del The Village Voice, uno dei settimanali più seguiti di New York. All’interno della rivista, fa bella mostra di sé un pezzo dal titolo The Super Hero For Our Time, in cui si traccia un profilo di Kamala Khan e di G. Willow Wilson, la sceneggiatrice che l’ha creata per la Casa delle Idee, con particolare attenzione all’appartenenza del personaggio a una minoranza etnica e culturale come quella islamica, basata sull’esperienza di crescita dell’autrice stessa e dell’editor Sana Amanat.

L’articolo contiene diverse dichiarazioni interessanti delle due donne dietro al successo della giovane Ms. Marvel, che vi riportiamo qui, in traduzione.

 

Wilson – Non avevamo un’agenda politica, all’epoca della creazione del personaggio, né la volontà di dimostrare al mondo che i musulmani sono fatti o non fatti in un certo modo. I lettori fanno la conoscenza di Kamala attraverso la sua voglia pazzesca di mangiarsi un panino al bacon e dare finalmente il suo primo bacio. Dopodiché, sì, scoprono anche che è musulmana e che va in moschea.

 

Sana Amanat ha citato Joe Quesada, che ha definito quella di Kamala una storia “alla Spider-Man“.

 

Ms. Marvel, Village VoiceAmanat – Alle origini, il personaggio di Spider-Man era un adolescente che faticava a inserirsi, la serie parlava delle difficoltà legate alla ricerca di un’identità di adulto e di una personalità, mantenendo il rispetto per la propria famiglia e i doveri nei suoi confronti.

Questo era Peter Parker. I suoi sforzi tra una vita da supereroe e quella di orfano e nipote, il senso di colpa per la morte di Zio Ben. E Kamala si trova in una situazione non molto diversa: anche lei è alla ricerca di se stessa, ma la storia è raccontata da una diversa prospettiva. Tuttavia, le somiglianze rimangono.

Wilson – Avremmo potuto pubblicare questa serie dieci anni fa, uguale in ogni parola e ogni vignetta, e avrebbe chiuso dopo pochi numeri. Tutti quanti facciamo battute sui millennial, diciamo che saranno la generazione che ci porterà all’apocalisse. Ma sono proprio loro che si sono dimostrati in grado di abbracciare un personaggio come Kamala. E io che pensavo che avremmo dovuto lottare su Twitter e contro i commenti arrabbiati della rete!

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Fonti: Bleeding Cool – Newsarama