Tim Seeley, attuale sceneggiatore di Nightwing per la DC Comics – con cui ha recentemente firmato un contratto in esclusiva – e creatore di titoli Image Comics di successo quali Hack/Slash e Revival, ha recentemente parlato con Newsarama della sua carriera, partendo dal recente accordo con la major e come questo influirà sui suoi lavori per le altre case editrici:

 

Nightwing #5, copertina di Yanick PaquetteSono in esclusiva con la DC e lavorerò per loro per i prossimi due anni, ma mi hanno concesso di continuare a lavorare a RevivalHack/Slash e potenzialmente a qualche altro progetto Image Comics. Mi è proibito lavorare a progetti Marvel e di ogni altro tipo.

È un contratto molto buono. Quando ho iniziato alla DC, lavorando su Batman Eternal, ero sotto la supervisione di Scott Snyder e dell’editor Mike Marts. Oggi quel particolare gruppo editoriale è cambiato, con Mark Doyle come Group Editor e Rebecca Taylor, oggi il mio editor di riferimento. Poi ci sono James Tynion IV, Tom King, Scott…

Ho lavorato con questi ragazzi per così tanto tempo, che mi sembra naturale lavorare con i migliori, oggi. Scrivere di Dick Grayson poi, anche se abbiamo cambiato titolo e scenario, mi viene ancora più naturale. Non ho dovuto fare folli ricerche per capire cosa fare nell’ambito del rilancio Rebirth.

 

Il fumettista ha poi raccontato dell’esperienza su Grayson assieme a Tom King, oggi sceneggiatore di Batman:

 

Lui aveva un’idea molto specifica. Non era solo uno scrittore di prosa che non sapeva come scrivere fumetti. Si è presentato con una grande consapevolezza del medium fumetto, più grande di molti sceneggiatori che ho conosciuto.

Era interessato a sfidare i modi più formali con i quali si scrivono fumetti. Ricordo conversazioni in cui immaginavamo le storie più folli. Il nostro metodo di lavoro era quello di supportare l’uno le idee dell’altro ed essere uniti sulle cose che volevamo raccontare: per questo motivo la collaborazione su Grayson è andata così bene.

 

Seeley ha poi parlato dello strano successo di Hack/Slash, un fumetto che non ha mai venduto molto, ma che lo ha reso comunque famoso:

 

Hack/Slash, promoÈ strano perché le vendite mensili di Hack/Slash non sono mai andate al di sopra delle settemila copie. Con l’Omnibus e i volumi, invece, si è venduto qualcosa di più.

La cosa affascinante è che non puoi mai sapere per quali personaggi la gente ti riconoscerà, motivo per il quale è interessante assistere all’evoluzione di questo fenomeno.

Per me è sorprendente aver scritto molti fumetti di Batman e ritrovarmi al Boston Comic Con a firmare copie di Hack/Slash. Questa cosa mi è rimasta impressa, come il fatto che ci sono persone che fanno matrimoni a tema Hack/Slash.

È iniziato tutto con il mio amore per i film di Serie B, ho scritto una storia per “disintossicarmi” e oggi ci ritroviamo qui a parlarne, tredici anni dopo.

 

L’autore ha poi aggiornato sullo stato dei lavori di Revival:

 

Dunque, Revival si conclude con il numero #47 e sto lavorando al numero #45 proprio ora. È sempre stata intesa come una serie con una fine. Inizialmente, avevamo pianificato quarantotto uscite totali. È stato un impegno della durata di quattro anni consegnare questo fumetto ogni mese, ci sono stati tanti problemi, ma siamo riusciti sempre a trovare il modo di cavalcare l’onda e alla fine ce l’abbiamo fatta.

 

Il discorso si è poi spostato sul fronte Marvel, con il fumettista che ha svelato il destino della nuova serie Blade: The Hunt, precedentemente annunciata dalla Casa delle Idee con Seeley nelle vesti di sceneggiatore e mai realizzata.

 

Blade The Hunter, promoLa storia breve è che ho mollato. La storia lunga è che la Marvel mi ha ingaggiato dopo che avevo appena finito di scrivere un fumetto horror per dieci anni con un protagonista femminile: sembrava una buona combinazione. Quindi, abbiamo iniziato a lavorare all’idea della figlia di Blade, ma, quando l’hanno annunciata, la Marvel si è trovata in una strana posizione perché aveva appena annunciato anche le copertine variant hip-hop e molti lettori hanno pensato che si trattasse di un altro fumetto con protagonista un afro-americano scritto da un team di bianchi.

Dopo l’annuncio, c’è stata una brutta settimana. Io non ero più a mio agio perché non avrei mai immaginato una situazione del genere, ma tutti alla Marvel erano tranquilli e volevano trovare un modo per far funzionare questa idea.

Dopo un po’, mi sono sentito come se stessi rovinando tutto. Non potevo farci niente se credevo che una donna di colore avrebbe saputo scrivere quella roba meglio di me e in un certo senso salvarla. Dopo il lancio meraviglioso di Black Panther, forse Blade sarà la serie su cui verrà trovato qualche nuovo talento.

 

A seguito di queste dichiarazioni è giunta immediata (via Twitter) la reazione del disegnatore Afua Richardson, che avrebbe dovuto disegnare Blade: The Hunt, il quale ha espresso la sua solidarietà nei confronti di Seeley, che ha poi replicato. Vi riportiamo la traduzione delle loro battute, insieme al tweet originale:

 

Richardson – Posso solo immaginare l’ORRORE che si possa provare quando ti viene detto che non dovresti creare qualcosa a causa del colore della tua pelle. Sono con te, Tim.

Seeley – In un mondo perfetto, questo aspetto non conterebbe. Ma in questo, lasciamo che sia una forte donna di colore a farlo!

 

 

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Fonti: Newsarama | Afua Richardson