Dopo l’ultima intervista sull’argomento, Geoffrey Thorne e Khary Randolph tornano a parlare di Mosaic, la loro creatura Inumana in grado di passare di corpo in corpo, possedendo i suoi ospiti e potendo diventare, virtualmente, chiunque. Un tempo, era una stella della NBA, oggi è un essere senza un’identità fisica. Ha fatto la sua prima comparsa in un recente numero di Uncanny Inhumans e a ottobre è pronto a debuttare sulla serie che porta il suo nome.

 

Mosaic #1, copertina di Stewart ImmonenThorne – Morris è destinato a scoprire una serie di spiacevolezze nel corso del primo arco di storie, che farà pesanti danni alla sua visione del mondo. Non credo che quelli di Mosaic siano effettivamente dei poteri. Dopo la terrigenesi, Morris ha smesso di essere un umano per entrare a far parte di una razza che vede come normale un’esistenza come la sua. Gli Inumani non hanno poteri: sono quello che sono.

Mosaic è nato da una mia idea. Axel Alonso e Nick Lowe volevano un nuovo personaggio e io ho fatto loro delle proposte. Loro hanno approvato e abbiamo parlato a lungo delle abilità che avrebbe posseduto, dell’atmosfera che volevamo per il fumetto, della collocazione nell’Universo Marvel. Alla fine di questa discussione, abbiamo deciso di procedere. Eravamo tutti quanti soddisfatti.

Randolph – Da artista, trovo che questa storia sia un’opportunità notevole di mettersi alla prova. Morris salta di corpo in corpo e il mio lavoro è ritrarre ogni suo ospite come un individuo unico, pur mantenendo il lettore attento al destino del personaggio, anche se lo vediamo raramente con il suo aspetto. E poi c’è sempre la gioia di avere per le mani gli eroi Marvel, parte del motivo per cui mi affascinava questo incarico. La possibilità di vedere Mosaic contro chiunque di loro era irresistibile.

 

I due ci tengono a chiarire che il Mosaic che si è visto su Uncanny Inhumans è molto diverso da quello della serie. Nel primo caso lo abbiamo visto già a suo agio nella condizione di Inumano, mentre la serie mostrerà il percorso che ha svolto per arrivare a quel punto: dalla crisi immediatamente successiva alla terrigenesi alla capacità di godersi i suoi vantaggi.

 

Mosaic #1, variant cover di Khary RandolphThorne – Morris non ha un carattere semplice. Non voglio dirvi troppo, ma è un tizio cresciuto sotto una campana di vetro. La sua natura di base è probabilmente benevola e generalmente ottimista, ma nascosta sotto anni di pessimi esempi di gente che voleva sfruttare le sue doti atletiche. Il primo arco di storie è sostanzialmente lui che scopre la vita vera.

All’inizio di questo processo, è vanesio, egocentrico e destinato a subire uno shock importante che lo porterà a rimettersi in discussione. La sua relazione con la comunità degli Inumani sarà discontinua e in continuo cambiamento, in parte perché non sempre gli importa degli altri in generale e in parte perché le sue abilità gli danno una prospettiva sulle cose diversa da quella altrui.

Sicuramente, privo del suo corpo, gli mancano l’adorazione dei fan, i soldi e il successo. Gli manca guardarsi allo specchio e parlare con qualcuno seduto a un tavolo. La terrigenesi è un processo brutale e spietato per tutti coloro che la subiscono e Morris era una persona convinta di avere tutto, quando il suo mondo gli è stato strappato. Quindi, certo che gli manca.

Randolph – Il che, per me, è un classico tema Marvel. Ottiene questi spettacolari poteri, ma a un prezzo terrificante. Più poteri, più problemi. Ci sono momenti anche molto leggeri, nella storia, ma sotto la superficie si tratta sempre di una vicenda piuttosto dolorosa che contiene un pathos che non vedo l’ora di esplorare a fondo.

 

Oltre a prendere possesso dei corpi, Mosaic si impossessa dei ricordi delle persona. Non tutti gli giungono immediatamente a disposizione, ma deve cercarli nei meandri della mente. Con alcune eccezioni che ci restano ancora ignote.

 

Randolph – Mostrare Morris quando usa i suoi poteri, dentro il corpo dei suoi ospiti, è una sfida, ma una sfida che amo. Quando disegni Spider-Man sei preoccupato soprattutto di disegnarlo bene, ma su questo fumetto, ad ogni albo devo creare cinque o sei personaggi da zero. E tutti sono in qualche modo il protagonista. Cosa che richiede molte energie e soluzioni intelligenti per far capire dove si trovi Mosaic, senza che la cosa risulti ovvia.

 

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Fonti: Comic Book Resources | Comics Alliance