Fred Van Lente e Reilly Brown, ai microfoni della redazione di Comic Book Resources, parlano di Slapstick, la più bizzarra e dinamica delle serie nate dalle ceneri dei Mercenari per Soldi, il gruppo di assassini prezzolati, mediamente sociopatici, messo insieme a suo tempo da Deadpool e oggi sciolto. Ecco cos’hanno dichiarato i due co-autori.

 

 

Slapstick #1, copertina di David NakayamaBrown – Io e Fred abbiamo lavorato insieme su diversi progetti, in passato. Di solito, io sono alle matite, quindi è interessante, per una volta, avere responsabilità anche sui testi. Il processo creativo si presenta sostanzialmente come una visita a tutti i bar del nostro quartiere a Brooklyn per parlare delle storie finché non ci viene da ridere. Dite che la Marvel sarà disposta a pagarci i conti?

In termini di dinamica del lavoro, succede che io mi concentro spesso sulla struttura e sui piccoli particolari, o sulla continuity, mentre Fred mi ricorda che il mio compito è quello di occuparmi delle cose fighe. In qualche punto a metà tra queste due tendenze, siamo in grado di incontrarci e ottenere risultati.

Uno dei tratti principali della personalità di Slapstick è quella di essere assolutamente assorbito da se stesso, come molti grandi personaggi dei cartoni animati. Non fa grande attenzione agli altri ed essendo praticamente invulnerabile non si preoccupa quasi di nulla. Il risultato è una generica mancanza di empatia che lo conduce a imprese folli e situazioni comiche. In molti momenti della lettura, stenterete a credere a quel che vedrete.

Van Lente – Come risultato della sua natura di cartone animato vivente, frutto di un bizzarro incidente interdimensionale, Slapstick si ritrova virtualmente indistruttibile e, pertanto, condotto a molte terribili decisioni. In qualche modo, vorrebbe essere un eroe, ma più ancora vorrebbe lasciare casa di sua mamma e trovarsi una fidanzata. Peccato sia al verde e destinato a compiere un sacco di scelte disperate, da cui nascerà la comicità della serie.

Brown – Il tono generale del titolo sta a metà tra la commedia e un generico cinismo, dato che un finale felice per Slapstick potrebbe non esserlo altrettanto per tutti gli altri che gli stanno attorno.

Van Lente – Di base, utilizzeremo la classica violenza agli eccessi dei cartoni animati contro avversari più o meno umani dell’Universo Marvel, tutta gente che subisce le terribili conseguenze delle leggi della fisica, a differenza del nostro protagonista. Ultraviolenza mescolata a idiozia che, come ha detto Reilly, farà sollevare il sopracciglio persino a molti fan di Deadpool.

 

Slapstick sarà a caccia di altri esseri provenienti dalla dimensione a cartoni animati, con poteri simili ai suoi, ma più duraturi, il che vuol dire un parco nemici del tutto nuovo, progettato da Brown e Van Lente, che si aggiungerà a volti noti della Marvel. Anche tra i comprimari ci saranno nuovi personaggi, oltre a sorprese provenienti dalla serie originale del personaggio.

 

Brown – La storia avverrà per lo più nella splendida cornice del New Jersey. Meno grattacieli che a New York e più stadi di football e centri commerciali. Se farete i bravi, faremo anche un salto sulla Jersey Shore.

Van Lente – Di base, i cartoni terrorizzeranno lo stato, causando distruzione ovunque. So cosa state pensando: è il New Jersey, quindi non si vedrà la differenza. Ma questo vostro pensiero è offensivo. Ci sono persone vere che ci vivono. Persone che Slapstick dovrà salvare. E anche questo è offensivo.

 

Alle matite, non Reilly Brown, ma il disegnatore Diego Olortegui. Proprio Brown si prende la briga di fargli i complimenti, dicendo che lui e il collega hanno una sensibilità molto simile e che quindi è stato semplice introdurlo nel progetto, per quanto già avviato. Il suo stile è perfetto per una serie così particolare: realistico e illustrativo, ma in grado di adattarsi senza sforzo all’elemento cartoonesco inevitabile per Slapstick.

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Fonte: Marvel