È sostanzialmente veritiero affermare che una buona fetta delle storie più belle e memorabili che il fumetto supereroico abbia mai prodotto si svolgono in universi e linee temporali alternative dei grandi multiversi narrativi sui quali DC Comics e Marvel hanno fondato buona parte del loro successo. La premessa che la storia di alcune serie, miniserie, maxiserie e via dicendo, si svolgono in quello che non è l’universo principale della casa editrice, e quindi sono classificate come “fuori continuity”, ha permesso a grandi autori di dare libero sfogo al proprio estro e alla propria fantasia, non vincolati ai rigidi limiti che l’impianto narrativo dei fumetti di supereroi impone, come la regola d’oro non scritta che “obbliga” uno sceneggiatore (alla fine del suo ciclo) di lasciare il personaggio e il suo mondo sostanzialmente come lo aveva trovato prima di iniziare a lavorarci su. In un certo senso, tale soluzione appare quasi senza alternative, d...