In occasione del San Diego Comic-Con 2016, Comic Book Resources ha intervistato uno degli sceneggiatori più discussi del fumetto americano mainstream, quel Nick Spencer che da circa un anno fa parlare di sé per le scelte considerate da molti controverse riguardo Capitan America. Prima Sam Wilson nei panni della Sentinella della Libertà, poi gli eventi che hanno sconvolto il passato di Steve Rogers.

Nei due video che trovate in coda a questo articolo, che sintetizza molto i punti chiave dell’intervista, Spencer parla, chiaramente – con molti SPOILER per il pubblico italiano – della reazione del pubblico ai recenti terremoti riguardanti Cap e della portata del suo piano per i due personaggi che attualmente ne vestono i panni, senza farci mancare qualche considerazione generale sulla propria carriera.

 

Captain America Sam Wilson #13, copertina di Daniel AcunaRiguardo le reazioni su internet alla notizia dell’Hail Hydra pronunciato da Steve Rogers, con tutto quel che ne segue, ho mantenuto la calma perché so che le persone sono sempre più gentili dal vivo. Regola d’oro che non fallisce mai. Infatti, con tutta la rabbia che abbiamo attratto online, non abbiamo ricevuto che commenti gentili e incuriositi dalle persone che abbiamo incontrato dal vivo. La gente in carne ed ossa è stata grandiosa.

Per quanto riguarda i fumetti, devo dire di essere stupito. Entrambe le testate su Cap sono indipendenti, per quanto interconnesse, e io ho sempre pensato che quella davvero controversa sarebbe stata la storia di Sam Wilson. Ora, l’epoca della sua uscita tra le polemiche sembra un tempo felice e più sereno.

Con lui, stiamo raccontando la storia di quando sei Capitan America e finisci, almeno in parte nel fango, ma prendi comunque posizione e combatti battaglie impopolari che ritieni giuste. Sin dall’inizio, i nostri piani per Cap hanno sempre coinvolto anche Steve Rogers, senza che questo togliesse spazio a Sam, il quale non sta agendo in relazione agli eventi che riguardano il suo predecessore, ma prosegue lungo la sua personale parabola narrativa.

Un’altra cosa che voglio sia chiara, dato che dai commenti non pare lo sia, è che queste storie sono state ideate prima dell’attuale campagna politica presidenziale. La gente si dimentica che queste vicende sono state proposte alla Marvel più di un anno fa, quando nemmeno si parlava degli odierni argomenti. Quindi è piuttosto divertente che molti vedano un commento sulla quotidianità in quel che stiamo raccontando.

In realtà, noi poniamo un interrogativo: che cosa succede quando la gente perde fiducia nelle istituzioni? Quando il senso dell’ideale sembra perduto? Chi si avvantaggia in questo genere di situazione e a chi fa comodo? Il nucleo di quel che stiamo raccontando è in queste domande e i paralleli con l’epoca che stiamo vivendo sono ora piuttosto evidenti.

 

Spencer ha anche parlato delle integrazioni tra le attuali storyline riguardanti i due Cap e i temi di Civil War II, dicendo che si tratta quasi di un caso e che nulla era pianificato. Ma con l’attuale condizione di Steve Rogers, agente dell’Hydra, una serie di spunti interessanti si sono sovrapposti.

 

Riguardo a Steve, lasciatemi dire che non credo che il lettore comune abbia ancora capito la portata del progetto che abbiamo in mente. Credono che si tratti di una storia che riguarda solo Cap, ma in realtà è qualcosa di molto più ampio, che avrà in qualche modo il suo inizio con Civil War II: The Oath. Spero che, una volta letto quell’albo, la gente abbia un quadro più generale e inizi capire.

 

Parlando di The Fix, il suo progetto indipendente disegnato dal collega Steve Lieber, con cui ha fatto tanto parlare di sé presso la critica ai tempi di I Mortali Nemici di Spider-Man, Spencer ha detto che questo fumetto è nato dalla voglia di lavorare ancora assieme e di riproporre lo stile di quello spin-off ragnesco umoristico che, chiaramente, aveva raggiunto con successo una nicchia ben precisa di lettori.

 

In The Fix, che inizialmente non brillava nelle vendite, ma ora si è stabilizzata su numeri interessanti, mettiamo in gioco un umorismo che alla Marvel non troverebbe spazio. Il bello di lavorare con Image è che ti concede, ovviamente, molta più libertà, il che ci ha permesso di dedicarci alla più cruda, malefica e oscura comicità di cui siamo capaci. E ci divertiamo un mondo.

Mi diverto molto a scrivere questa storia che rappresenta decisamente la mia sfida più complicata come sceneggiatore. Un po’ tutti noi scrittori diciamo che l’umorismo è quanto di più difficile, e la cosa è diventata un po’ un luogo comune, ma è proprio così. Scrivere The Fix mi richiede energie tali da rendermi esausto, ma è anche l’opera che più sento mia. La gente apprezza e le critiche sono entusiaste. Quindi, direi che sta funzionando.

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Fonti: CBR | CBR