Sapete qual è una delle cose più faticose che possa capitare a un recensore, un critico, un tizio che si trova a parlare, per mestiere, di storie? Dover recensire qualcosa che fa fatica a ricordare. Indovinate a chi sta capitando questa spiacevolezza? Vi do un indizio: in questo momento digita, anche se non mentre voi lo state leggendo, ed è andato a vedere X-Men: Apocalisse, l’ultimo film dedicato ai mutanti della Marvel e diretto da Bryan Singer, seguito di X-Men: Giorni di un Futuro Passato.

Ma sarà proprio vera quest’ultima affermazione? Sì, è vera. Dalle nebbie della nostra memoria obnubilata scaturiscono dei riferimenti al secondo film della rifondazione/reboot/prequel della saga filmica degli X-Men. Ricordi di Washington, di un Magneto incriminato, di una Mystica diventata eroina di un’intera generazione di giovani cui la genetica ha donato poteri straordinari, causa di odio e diffidenza da parte degli umani, anche se le cose stanno leggermente migliorando e a ...