Siamo rimasti piacevolmente sorpresi da Mighty Morphin Power Rangers: Pink #1, scritto da Brenden Fletcher (Batgirl) e Kelly Thompson (A-Force) per i disegni di Daniele Di Nicuolo, uscito la settimana scorsa negli Stati Uniti. Tra gli aspetti che ci hanno più colpiti del primo numero della miniserie c’è la scelta coraggiosa di non raccontare il periodo in cui Kimberly Hart apparteneva ai Power Rangers e puntare su un’avventura ambientata dopo che ha lasciato il gruppo.

 

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Comics Alliance ha intervistato a riguardo la sceneggiatrice Kelly Thompson, per scoprire i motivi di questa scelta e cosa possiamo aspettarci dai prossimi numeri di Pink.

 

È davvero raro vedere un Power Ranger in un’avventura solitaria, lontano dalla sua squadra. Come hai sviluppato questo tipo di storia, incentrata su un solo membro del gruppo?

Pink #1Kelly Thompson – Penso che il telefilm originale abbia lasciato Kimberly in un modo che renda abbastanza naturale riportarla in scena come personaggio a se stante. Di sicuro la dinamica del gruppo aiuta a definire i Power Ranger, perciò mi piace pensare a questa storia come un modo per farla evolvere fino a un nuovo ruolo, come donna indipendente e come leader, facendo affidamento sulla sua forza interiore.

Assieme a Brenden Fletcher mi sono divertita molto a trovare questa Kimberly, che è un mix di vecchio e nuovo. Ma solo perché è la protagonista di questa miniserie non significa che non vedrete altri Rangers!

Perciò cosa definisce Kimberly, secondo te?

Thompson – Spesso Kimberly viene etichettata come lo stereotipo della ragazza femminile e alla moda, ma sa essere anche divertente e sfacciata, con un animo profondo, forte e leale, piena di passione e sensibilità. Stiamo definendo una Kimberly leggermente più matura, che ha imparato un sacco nel suo periodo lontano dalla squadra ed è pronta a un nuovo ruolo. Sono convinta si tratti di un’evoluzione grandiosa per il personaggio.

Gli eventi di Pink sono ambientati dopo gli eventi della serie principale e in seguito all’uscita di Kimberly dai Power Ranger. I protagonisti del telefilm hanno molto potenziale che può essere esplorato, cosa ti ha spinto a scrivere una storia collocata dopo l’abbandono della squadra, con questo salto avanti nel tempo?

Thompson – Sia io che Brenden Fletcher avevamo scritto delle bozze di soggetti simili tra loro, entrambe ambientate in questo periodo, e il fatto che tutti e due abbiamo avuto questa idea istintiva penso significhi molto. Come hai detto, c’è molto potenziale in quei personaggi, e una delle cose che i fan desiderano di più è scoprire la storia di Kimberly in quel periodo. Così facendo possiamo anche scrivere una trama che possa essere apprezzata dai nuovi lettori, slegata dalla continuity principale dei Power Ranger.

Nel primo numero Kimberly cita in un paio di occasioni la sua relazione con Tommy. Considerando che questa non ha avuto un finale soddisfacente, ci sarà modo di approfondire questo elemento?

Pink #1Thompson – Tratteremo assolutamente la relazione tra Kimberly e Tommy nella miniserie! Dubito saremo in grado di soddisfare tutti, ma confido di aver inserito un approfondimento emotivo a ciò che si è visto nel telefilm, affrontando tutto in modo realistico e senza infrangere ciò che è stato narrato in altre storie. Credo di aver trovato un buon equilibrio, ma immagino che i fan ci faranno sapere cosa ne penseranno!

Sei stata coinvolta nell’elaborazione del nuovo design del costume?

Thompson – Sì e no. Bisogna ammettere che il grandioso design dei costumi è completamente merito del disegnatore Daniele Di Nicuolo e della colorista Sarah Stern. Brenden e io abbiamo parlato a lungo della sensazione che volevamo il costume trasmettesse, con cambiamenti sensati per Kimberly ma ancora con un look da Ranger, e Daniele è riuscito a mettere in pratica tutte queste idee rispettando i canoni del brand Saban.

 

 

 

Fonte: Comics Alliance