Il tanto atteso albo DC Universe: Rebirth #1 (QUI la recensione), prologo ufficiale del nuovo rilancio DC Comics, ha cambiato in maniera significativa le dinamiche all’interno del cosmo DC, andando a integrare nella continuity canonica i personaggi e le storie della celeberrima maxi-serie Watchmen. Questo vale soprattutto per quanto riguarda il Dottor Manhattan, che ha avuto un ruolo decisivo nella nascita dell’Universo DC post-Flashpoint, quello del reboot de I Nuovi 52, andando a modificare sensibilmente lo status quo dei tanti supereroi e cattivi della DC Comics.

I due Co-Publisher della casa editrice americana, Jim Lee e Dan DiDio, hanno detto la loro su questo rivoluzionario colpo di scena in una recente intervista rilasciata a Newsarama:

 

DC Universe: Rebirth #1, copertina (prima ristampa) di Gary FrankLee – Sapevamo che era una scelta controversa, ma quando prendiamo questo genere di decisioni andiamo sempre a soppesare le conseguenze creative, e penso che la storia ideata da Geoff Johns vada a giustificare ogni cosa. C’è voluto molto impegno per rendere questo cambiamento realtà, è una vera rivoluzione per la continuity DC, ma se andate a leggere le recensioni e le critiche online vedrete che sono in molti ad aver colto l’aspetto ideologico di tutto ciò, cosa che per noi è davvero importante. Alla fine, tutto ha un senso.

Stiamo operando in maniera retrospettiva, ovviamente: abbiamo resettato l’universo de I Nuovi 52 sostituendolo con il contesto di una continuity pre-esistente e andando a incorporare gli elementi narrativi di Watchmen. Abbiamo forse fatto qualcosa di irrispettoso nei confronti di Watchmen che sia andato ad alterare quella storia? I nostri obiettivi non erano certo questi, ma l’incredibile introduzione di una più grande storyline futura. Abbiamo a che fare con una storia di Watchmen? Non credo proprio. Si tratta di estrapolare il concetto alla base di Watchmen e utilizzarlo per aggiustare la continuity in divenire dell’Universo DC.

Penso che dobbiate solo aspettare di leggere quello che verrà, che non anticiperò in alcun modo, e vedrete che c’è un incredibile impegno creativo nel dare vita a questa storia. È stata una decisione impegnativa e difficile da prendere, ma, alla fine, restiamo dalla parte dell’autore, della storia, della sua creatività, e sentiamo di avere tra le mani qualcosa di entusiasmante che si dipanerà nel corso del prossimo anno.

DC Universe: Rebirth #1, interni 01DiDio – Per me quello che è davvero interessante è che ho sempre trovato che i fumetti avessero in sé un po’ di contro-cultura. È questo che fanno: prendono idee ed emozioni e trovano un modo di costruirci una storia attorno, cercando di galvanizzare le diverse sensibilità del mondo.

Una delle cose davvero interessanti del mondo di oggi è la presenza di una certa negatività e ostilità tutt’attorno a noi. Sembrava quindi il momento ideale per cambiare la sensibilità della casa editrice in maniera antitetica, dando spazio a un senso di speranza e ottimismo. Se abbiamo un mondo nel quale non ci sono eroi e persone sulle quali fare affidamento, dobbiamo elevare i nostri personaggi, mostrare nuovi livelli di speranza e ispirazione, raccontando nuovamente cosa significa essere eroi. Sembra davvero il momento giusto per abbracciare questa storia, proprio come facemmo dopo gli eventi dell’11 settembre 2001: il mondo ha di nuovo bisogno di eroi. E non c’è miglior modo di farlo se non raccontando storie di eroismo con i nostri personaggi.

Il lancio de I Nuovi 52 rimane tuttora il periodo di maggior successo di sempre per la DC Comics, in termini di vendite e di storie. Questa non è altro che un’ulteriore evoluzione di quel periodo. Detto ciò, abbiamo probabilmente cambiato un po’ troppe cose e ne abbiamo lasciate fuori altre che sono molto importanti per i nostri fan. E questa era un’opportunità per iniziare a riportarle nelle nostre storie, così da poter raggiungere la più vasta audience possibile. Tutto quello che avete già visto in Rebirth è stato meticolosamente pianificato e discusso, perché abbiamo realizzato che c’erano cose da sistemare, se volevamo davvero tornare a connetterci con i nostri lettori e allo stesso tempo rialzare le vendite ai livelli iniziali de I Nuovi 52. Dovevamo fare dei cambiamenti, ed è questo il motivo per cui abbiamo deciso di percorrere questo sentiero.

DC Universe: Rebirth #1, interni 02Lee – Penso che ciò che Rebirth rappresenti davvero, se vogliamo prendere tutto alla lettera, sia “Amo questo mondo, ma manca qualcosa.” Il reboot de I Nuovi 52 è stato eccitante e ha introdotto moltissimi nuovi elementi, oltre a portare nuovi lettori e appassionati, ma ci sono delle cose che abbiamo sottovalutato, alcuni elementi dell’Universo DC che ne rappresentano l’essenza stessa, e credo che il primo a notare che dovevamo riportarli in auge sia stato Geoff Johns. […] Ha ideato una storia che ha abbracciato la speranza e l’ottimismo di questo universo, permettendoci di restaurarlo con questi elementi.

Si tratta di aggiungere qualcosa, non di ripudiare quel che abbiamo fatto. È stato interessante per me leggere le reazioni e le recensioni, perché hanno analizzato questa storia in così tanti modi diversi, guardandola da ogni prospettiva possibile. È stato bello per me, come lettore e appassionato, constatare quanto la gente fosse coinvolta. È il segnale che siamo sulla giusta strada, a mio modo di vedere. Questa storia ha fatto tornare la gente a parlare di fumetti, di Storia dei fumetti, di quello che la DC Comics dovrebbe rappresentare, di che tipo di storie vorrebbero leggere, di cosa un determinato personaggio rappresenti. Si tratta di qualcosa di incredibilmente impegnativo per tutti noi.

Wally West RebirthDiDio – Leggendo il fumetto potete notare come Geoff abbia messo cuore e anima nello speciale di Rebirth, e penso che questo sia il motivo per cui abbia funzionato tutto così bene. Dal nostro punto di vista, abbiamo sempre la necessità di evolverci, di crescere, di cambiare. Anche di fare un reset, una volta ogni tanto. È così che funziona questo business. È qualcosa di periodico, di ciclico. Dobbiamo produrre un gran numero di fumetti mensilmente, alcuni anche due volte al mese adesso. Nel fare ciò, abbiamo sempre bisogno di cogliere le migliori opportunità, di realizzare le migliori storie, e se ci sono buone idee inutilizzate e non trattate dal lancio de I Nuovi 52 a oggi, sarebbe un errore a non esplorarle, non costruire qualcosa con esse. Certe idee hanno riposato per un po’ e il livello di potenziale accettazione per esse non è mai stato così grande.

Ricordo i miei primi tempi alla DC, quando Paul Levitz faceva lo stesso. Continuava a parlarmi dei personaggi e diceva che quando una serie chiudeva bisognava mettere il protagonista in panchina per qualche anno: “Lascia che il livello di tossicità della run precedente scemi, lascia che i lettori si ricordino di quanto fossero meravigliose quelle idee e poi fallo tornare in scena più forte di prima, nella speranza di poter rilanciare il personaggio o la sua storia con una gestione ancora più lunga e vincente.” Questa era la ciclicità dei personaggi DC. Ad esempio, si era soliti veder spuntare una serie di Hawkman ogni cinque anni circa.

Noi abbiamo accelerato questo processo. Abbiamo pubblicato serie dopo serie così velocemente da non aver permesso che si creassero un loro pubblico e, in questo caso, abbiamo davvero fatto riposare qualcosa per il giusto periodo di tempo, così che al suo ritorno fosse più forte che mai. Se potessi tornare indietro, all’alba de I Nuovi 52, probabilmente cercherei di trovare un modo migliore per introdurre quella linea editoriale, come una storia più compatta e continuativa, piuttosto che come una brusca frenata e una veloce ripartenza.

 

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Fonte: Newsarama