Tom King è attualmente il nome più caldo del fumetto americano. Il nuovo sceneggiatore di Batman sta scrivendo un titolo entusiasmante dopo l’altro: da Omega Men per la DC Comics a The Vision per la Marvel; tra questi c’è anche The Sheriff of Babylon, originale serie Vertigo co-creata insieme all’artista Mitch Gerads che risente del passato dello scrittore come agente operativo della CIA.

Nata come miniserie di otto numeri, questo crime drama di guerra ambientato nella Baghdad post 11 settembre 2001 è stato recentemente promosso a serie regolare, con una seconda stagione in dirittura d’arrivo. Protagonista della storia è l’ex poliziotto Chris Henry, divenuto contractor per l’esercito americano: nel corso della storia l’uomo stringerà importanti rapporti umani con Nassir, l’ultimo poliziotto di Baghdad, e Sofia, donna irachena cresciuta in America che guida il sottobosco criminale della capitale irachena.

King e Gerads hanno recentemente discusso del loro lavoro con Comic Book Resources, partendo dall’incipit della serie, imperniato su un caratteristico passaggio biblico sulla caduta di Babilonia, città gloriosa divenuta poi un luogo empio in cui risiede il male.

 

King – Il tema principale di questo fumetto è che non ci sono buoni e cattivi. Ci sono esseri umani molto complicati che provano a fare del loro meglio. E facendo ciò, il peggio accade. Il passaggio fondamentalmente pone la domanda su chi siano le vere bestie di Babilonia. Penso sia qualcosa di interessante. Sono gli americani o i nativi? Ogni certezza in merito a questo interrogativo verrà infranta nel corso della storia.

 

Il discorso si è poi spostato sul protagonista della serie.

 

The_Sheriff_of_Babylon_Vol_1_1King – Credo che il personaggio di Chris Henry sia vagamente basato su di me, ma anche su altre persone che ho incontrato. In missione, conobbi un ragazzo che in passato aveva fatto il poliziotto. Quando ero lì, sul campo, metà della Green Zone era piena di contractor che svolgevano il loro lavoro. Erano degli esperti provenienti dagli Stati Uniti che provavano a ricreare il Paese con un’immagine differente, avendo successo in certe occasioni e fallendo in altre.

In base alla mia esperienza, devo dire che ci sono molti pregiudizi nei loro confronti. Conosco parecchie persone che li vede come approfittatori, ma la maggior parte di loro è semplicemente gente che ha servito e ama il proprio Paese. Sono persone che si sono ritirate dal servizio attivo, ma che comunque continuano a mettere a disposizione la propria esperienza. Vi permettono di avere il cibo in tavola, vi coprono le spalle in uno scontro armato.

Indossano un badge diverso, con nessuna distinzione tra chi lavora per l’esercito e chi per un’azienda privata. Potrà sembrare stupido e campanilistico, ma quando sono stato in missione non li vedevo pensare come qualcuno che fa gli interessi dei privati, ma come qualcuno che condivideva la missione dell’America di ricostruire l’Iraq.

 

Gerads ha poi discusso di come si è approcciato graficamente agli scenari della serie, non essendo mai stato in Iraq.

 

The Sheriff of Babylon #7, copertina di Mitch GeradsGerads – Vivo in Arizona, motivo per il quale è come se ci fossi stato! È sempre stato un mondo per il quale provo grande rispetto e interesse. Sono arrivato a questo fumetto con una conoscenza di base, e poi ho imparato molto da Tom. E ho imparato molto anche da tanta altra gente che è stata lì.

Chris è un personaggio molto importante per me, perché conosco parecchi Berretti Verdi, e il loro primo interesse è quello di insegnare. Molti di loro addestrano la nuova forza di polizia e militare irachena. Questo è quello che mi viene in mente, quando penso a loro. Porto nel mio lavoro tutta questa ammirazione.

Pochi di noi americani sono davvero stati lì, me compreso. Sappiamo solo quello che i media ci propinano, e ci sono molti filtri. È importante per me mostrare il tutto nella maniera più realistica e onesta possibile.

 

Lo sceneggiatore è poi tornato a parlare del tema principale di The Sheriff of Babylon.

 

King – C’è questo sentore comune secondo il quale noi americani pensiamo a noi stessi come ai buoni, in una maniera molto simile ai protagonisti dei vecchi film western. Penso che questa idea sia molto concreta, ed è stata fortificata da quanto accaduto l’11 settembre 2001. La cosa più facile da pensare era: “Ci hanno colpito. Ora dobbiamo rispondere.” Siamo davvero in un vecchio film western, con questa idea di giustizia.

 

Infine, King ha parlato della struttura della serie.

 

The Sheriff of Babylon #7, anteprima 01

King – La prima stagione è di dodici numeri. Stavo scrivendo queste tre serie allo stesso tempo, Omega Men, The Vision e The Sheriff of Babylon, e pensavo a tutte come a delle trilogie. Delle tre, il primo arco narrativo di The Sheriff of Babylon è sempre stato il più chiaro nella mia mente.

Gli editor mi avevano mi avevo messo a disposizione otto numeri, perché il titolo faceva parte del rilancio Vertigo e davano a tutti otto uscite. Ho accettato. Avevo l’artista perfetto e la giusta opportunità, motivo per il quale ho caricato a testa bassa. Più avanti, dato il successo di Grayson e le discussioni preliminari su Batman, con il mio contratto in esclusiva per DC, ho chiesto di espandere la storia a dodici numeri.

Sapevo di poter realizzare qualcosa di davvero speciale con dodici capitoli a disposizione. La DC Comics è stata molto accomodante e la risposta dei lettori enorme. Il mistero principale costruito attorno all’omicidio sarà risolto nel numero #12. Ci sarà una conclusione, ma da lì la storia proseguirà.

 

 

 

Fonte: CBR